Riflessioni di Joe Sobran sul Natale ai nostri tempi

Joe Sobran (originale scritto a Natale 2004 - su LewRockwell.com il 15 dicembre 2017)

Come sempre ai nostri tempi, il Natale sta provocando forme di dissenso da parte di gente che non vuole i simboli cristiani negli spazi pubblici o canzoni di Natale cantate nelle scuole pubbliche.

Molti cristiani lo trovano fastidioso e becero. Alcuni persino hanno la sensazione che sia persecuzione verso il Cristianesimo.

L'editorialista Michelle Malkin scrive: "Siamo sotto attacco da parte di Secolaristi Arrabbiati Impazziti". Pat Buchanan si spinge fino a parlare di "incitamento all'odio" contro i cristiani.

Non sono d'accordo. In alcune parti del mondo, dal Sudan alla Cina, i cristiani sono realmente perseguitati, persino assassinati. Però quanto avviene in America con l'opposizione simbolica al cristianesimo è qualcosa di diverso.

Qualche volta penso che le forze anti-cristiane prendano Cristo più seriamente di quanto facciano molti cristiani di nome. Il mondo occidentale, inclusi molti di coloro che si considerano cristiani, hanno trasformato il Natale in una festa blanda di mera gentilezza. Se non ci si adegua a questo spirito, è facile sentirsi dare dello Scrooge [N.d.T.: dal taccagno e scorbutico personaggio di Dickens].

La reazione naturale a Cristo è respingerlo. Egli stesso ha detto così. Quando da bambino fu portato nel Tempio, Simeone il Vecchio profetizzò che sarebbe stato al centro di contese. In seguito Egli predisse la sua stessa morte e disse ai suoi discepoli che anch'essi dovevano aspettarsi persecuzione.

I suoi più acerrimi nemici non erano atei; erano gli uomini più religiosi della sua epoca, i Farisei, che consideravano blasfeme le sue affermazioni - come, secondo la loro comprensione, erano.

Gentilezza? Non è esattamente la parola giusta per Gesù. Ha fatto miracoli d'amore e pietà, ma ha anche parlato di eterna dannazione, ha attaccato e insultato i Farisei, e poteva rispondere persino a chi lo adorava con parole che possono solo farci sentire piccoli.

Per molti, egli era una minaccia. Lo è ancora. Lo onoriamo di più riconoscendo la sua presenza esplosiva che facendo di lui un mero simbolo di modi gentili. Ad ogni passo del suo ministero, si faceva dei nemici e rendeva più prossima la sua crocifissione. La gente non veniva crocifissa per essere stata gentile.

I testimoni negativi

Alcuni pensano che si possano prendere gli "insegnamenti" di Cristo e ignorare i suoi miracoli come fossero favole. Questo però equivale a confondere il Discorso della Montagna con la piattaforma del Partito Democratico. Supremo tra i suoi insegnamenti era la sua affermazione di essere il Figlio di Dio: "Io e il Padre siamo una cosa sola"; "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me".

I suoi insegnamenti sono inseparabili dai suoi miracoli; in realtà, i suoi insegnamenti stessi sono miracolosi. Nessuno aveva mai fatto simili affermazioni prima, facendo infuriare i pii Farisei e lasciando frastornati i suoi stessi pii discepoli. Dopo aver sfamato migliaia con i pani e i pesci miracolosi, egli annunciò di essere egli stesso "il pane della vita". A meno che non mangiate la sua carne e non beviate il suo sangue, avvisò, non avete vita in voi.

Questo sbalorditivo insegnamento era troppo. Gli costò molti discepoli già sul posto. Non cercò di persuaderli a tornare indietro spiegando che parlava solo in senso figurato, perché non era così. Stava predicendo l'Ultima Cena.

Praticamente ad ogni passo del suo ministero, Cristo accompagnò le sue parole con miracoli. La cosa notevole è che i suoi nemici contestavano le parole piuttosto che i miracoli. Delle meraviglie che compiva, non c'erano dubbi: attiravano ed erano viste da grandi folle. Era il loro significato ad essere controverso.

Il cieco vedeva, il sordo udiva, lo storpio camminava, i lebbrosi erano guariti. Da dove riceveva il potere di fare queste cose? Da Dio e dal diavolo? Le usava per certificare il suo potere di perdonare i peccati, l'affermazione che i suoi critici - o meglio, i suoi nemici - per prima trovavano oltraggiosa.

Le sue affermazioni riverberano ancora oggi. I Vangeli attestano la totale coerenza della sua missione, la perfetta armonia tra le sue parole e i suoi atti, persino l'ordine accurato della sua progressiva rivelazione di sé. I suoi nemici moderni, molti dei quali si professano cristiani, non cercano di confutare i miracoli: semplicemente assumono che non li abbia mai fatti. E ora alcuni di loro assumono che non disse mai molte delle parole scritte nei Vangeli come parole pronunciate da lui.

Questo attacco di scetticismo mi lascia senza parole. Il poeta Tennyson ha messo in evidenza che il più grande miracolo di Cristo è stata la sua personalità. Potrebbe chiunque altro - i quattro semplici autori dei Vangeli, ad esempio - averlo inventato e avergli messo in bocca parole così risonanti? "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". È un'altra affermazione che sembra stia reggendo piuttosto bene.

Una personalità così forte, davvero unica, poteva solo incontrare resistenza forte - e unica. È per questo che i cristiani non dovrebbero essere risentiti per la naturale resistenza di coloro che rifiutano di celebrare la sua nascita. A modo loro, anche costoro gli sono testimoni.

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The Reactionary Utopian archives
Questo articolo è contenuto nell'antologia di Sobran Subtracting Christianity: Essay on American Culture and Society, edita da FGF Books.

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