di Joseph Sobran (LewRockwell.com, 30 dicembre 2016 - originale del 2 dicembre 1999, The Reactionary Utopian archives )

Il mondo da tanto tempo ha perdonato Giulio Cesare. Nessuno oggi trova irritanti Socrate o Cicerone. Pochi provano risentimento per Alessandro Magno o per il suo precettore, Aristotele.

No, solo un uomo dal mondo antico è ancora odiato dopo due millenni: Gesù Cristo.

Questo fatto non è prova in se stesso della divinità di Cristo, però mostra che le sue parole e il suo esempio non sono invecchiati. Hanno ancora un potere sbalorditivo di provocare odio così come provocano adorazione.

Naturalmente l'odio per Cristo di solito ha la pretesa di essere diretto ad obiettivi laterali: San Paolo, la Chiesa "istituzionale", o, più vagamente, la "religione organizzata" (come a dire che la religione sarebbe okay se solo fosse un'attività solitaria). Il cliché dei aborritori di Cristo, che includono molti teologi "progressisti", è che egli fu un "grande maestro morale" che "non proclamò mai di essere divino", ma il suo "semplice messaggio di amore" è stato "corrotto" dai suoi seguaci.

Però perché qualcuno dovrebbe mai voler crocifiggere un uomo per aver predicato un innocuo messaggio di benevolenza? Gesù fu accusato di blasfemia per aver equiparato se stesso con il Padre: "Io e il Padre siamo una cosa sola". "Nessuno va al Padre se non per mezzo di me". Se i suoi proclami erano falsi, l'accusa di blasfemia sarebbe pienamente giustificata.

Ci fu gente che non solo lo vide dopo la Resurrezione, ma molti di loro morirono sotto tortura per avergli portato testimonianza. I martiri erano i principali "media" umani della Cristianità in fasce, impressionando profondamente e infine convertendo altri. Cristo fu "rivelato" al mondo antico nell'amore coraggioso dei suoi migliori discepoli.

Altri "media" includevano i quattro vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, così come le Lettere di Paolo e altri apostoli. Ognuno dei Vangeli vede Gesù sotto un angolo leggermente diverso, ma tutti e quattro (insieme alle lettere) ritraggono lo stesso riconoscibile uomo. Come sottolinea Thomas Cahill nel suo libro Desire of the Everlasting Hills: The World Before and After Jesus, questo "rende Gesù una figura unica nella letteratura mondiale: mai così tanti autori sono riusciti a trasmettere ripetutamente la medesima impressione dello stesso essere umano".

Inoltre, questi scrittori non erano raffinati professionisti o geni letterari. Tuttavia essi hanno compiuto qualcosa al di là del potere di titani quali Omero, Dante, Shakespeare e Milton: hanno descritto un personaggio che trasuda santità.

L'eterno fuori moda

Cahill continua: “Quello che in modo particolare rende i Vangeli  — da un punto di vista letterario — opere come nessun'altra è che sono incentrate su un essere umano buono. Come tutti gli scrittori sanno, una simile creatura è quasi impossibile da catturare sulla pagina, e ci sono pochissime figure in tutta la letteratura ad essere sia buone sia memorabili". Gli autori dei Vangeli quindi "sono riusciti dove quasi tutti gli altri hanno fallito. Agli occhi di uno scrittore, quest'impresa è un miracolo appena al di sotto della resurrezione dei morti".

Amen! Nei poemi epici Paradise Lost and Paradise Regained, per esempio, Milton notoriamente rese Satana più vivido di Dio e Cristo. Questo portò il poeta William Blake a rimarcare che Milton “era del partito del diavolo senza saperlo". Sia come sia, la letteratura mondiale vanta molti cattivi convincenti ma pochi santi convincenti. E nessun santo letterario ha mai pronunciato parole di influenza durevole come gli insegnamenti di Gesù.

Agli occhi di uno scrittore, come direbbe Cahill, il grande potere delle frasi di Gesù (che il poeta Tennyson definì "il suo più grande miracolo") è quasi sufficiente in sé a dimostrare le sue affermazioni. I miracoli fisici possono essere finti, ma non questi miracoli verbali. Tuttavia sembra egli mai mise per iscritto queste frasi; le pronunciava, spesso lì per lì, fiducioso che si diffondessero spinte dal loro potere intrinseco.

Molti scrittori sono lusingati anche solo se le loro parole sono in qualche modo ricordate. Ma le parole spiritualmente esigenti di Gesù - che condanna persino guardare una donna con concupiscenza - sono tuttora portate nei cuori di milioni di persone dopo 2000 anni, persino se le conosciamo in traduzioni da traduzioni. (Gesù parlava in aramaico, ma i Vangeli sono scritti in greco.)

Persino se trasmesse a noi così indirettamente, quelle parole si sono diffuse come niente altro in tutta la storia, perché innumerevoli persone le hanno trovate così vere e coinvolgenti. La durevolezza di quelle parole è tanto più sbalorditiva se si considera che esse sono sempre fuori moda, mentre il mondo secolare passa attraverso le sue successive mode e isterie passeggere.

Gesù è Signore!

-------------------------------------------------------

You have no rights to post comments