Thomas Woods contro un cardinale di sinistra

di Thomas E. Woods Jr. (da LewRockwell.com, 9 giugno 2014)

Il nuovo regime in Vaticano ha detto molto sulla necessità di essere aperti, accoglienti e di incoraggiare i fedeli a discutere i loro punti di vista - persino quando contraddicono l'insegnamento della Chiesa.

Come è solito in queste situazioni, questo incoraggiamento è esteso solo alla sinistra. Se non siete d'accordo con l'insegnamento della Chiesa in tema di moralità sessuale, potete concelebrare la Messa insieme alla più alta autorità della Chiesa. Se volete fare versi e contorcervi sul pavimento in un contesto liturgico, sarete accolti a braccia aperte, una volta che vi alzate in piedi. Ma se siete preoccupati di conferenze e dichiarazioni di vescovi riguardo all'economia che sembrano copiate dalla piattaforma del 1976 del partito Democratico, nessuno dei bei discorsi sull'essere aperti si applica a voi.

Vi presento, come Prova A, una recente conferenza su libertarismo e cattolicesimo, organizzata dalla Catholic University of America. La conclusione della conferenza era decisa già nel suo titolo: "Autonomia erronea: gli argomenti cattolici contro il libertarismo."

In aggiunta ad una sfilza di oratori di cui non avete mai sentito parlare, i partecipanti hanno avuto la possibilità di ascoltare Mark Shields, del programma della CNN Capital Gang, legato al partito Democratico. Poi c'erano alcuni rappresentanti dei sindacati, i quali senza dubbio sono contrari all'insegnamento di papa Leone XIII secondo cui le associazioni dei lavoratori sono giuste fintanto che non usano o minacciano violenza, e ognuno è libero di accettare il lavoro che vuole.

Ora a chi, nella nuova atmosfera di apertura, è stato permesso di difendere il punto di vista libertario? Confido che a questo punto abbiate capito il quadro abbastanza bene da indovinare la risposta. Sembrava che la conferenza provenisse direttamente dalla Russia di Stalin. Dobbiamo distruggere i deviazionisti! Nulla della "attenzione pastorale" mostrata verso tutti quanti era presente qui.

Qual è questa dottrina così pericolosa, contro cui i rappresentanti di sinistra della Chiesa devono coalizzarsi? Il libertarismo insegna che gli individui dovrebbero evitare la violenza nell'interazione con gli altri, e ricorrere alla forza solo per legittima difesa.

E' solo questo. Il libertarismo non è strettamente "individualismo", "atomismo" o qualsiasi altra delle tipiche caricature. Si preoccupa solo dell'uso della violenza nella società. Afferma che non si dovrebbe rubare a nessuno né recare danno a nessuno. Afferma che ognuno di noi - che indossi una uniforme ufficiale o meno - dovrebbe essere obbligato da queste elementari regole morali.

Quando è esposto in questo modo, il libertarismo non fa così tanta paura, il che costituisce il motivo per cui i suoi avversari non lo espongono mai in questo modo. Il libertarismo non significa egoismo, non significa non aiutare nessuno, non significa non lavorare insieme agli altri in progetti che portano benefici alla comunità. Non significa "autonomia", "erronea" o meno che sia. Afferma semplicemente che la gente civilizzata non punta una pistola nelle costole del prossimo per ottenere la loro cooperazione. Questo è il comportamento dei criminali.

(Naturalmente esistono obiezioni civili al punto di vista libertario. Ho risposto ad alcune di queste in “The Libertarian Speech I Would Deliver to the Whole Country” e “Applying Economics to American History.” "'I monopoli ci divorerebbero" è una obiezione comune; ho risposto qui. Effettivamente, alcuni mesi fa mi ha contattato un professore di un'università pontificia per dirmi che quell'articolo ha cambiato la sua opinione sull'argomento.)

Il libertarismo può essere visto come un'estensione della tradizione della "guerra giusta" della Chiesa, la quale tratta della violenza tra gli stati, a domande che concernono la violenza tra individui. Ciò è interamente appropriato, dal momento che gli stati sono, dopotutto, semplicemente aggregati di individui.

Mentre la tradizione della guerra giusta si sviluppava attraverso i secoli, cominciò ad emergere un principio particolarmente rilevante alla nostra discussione: la guerra - cioè la violenza organizzata - deve essere intrapresa solo come ultima spiaggia. Ciò non è molto remoto rispetto al messaggio libertario, il quale confina il legittimo uso della violenza esclusivamente ad azioni difensive, mai all'aggressione.

Il discorso di presentazione del tema di questa conferenza è stato tenuto dal cardinale Oscar Rodriguez Madariaga, Arcivescovo di Tegucigalpa, amico e confidente di Papa Francesco. Praticamente tutto quello che il Cardinale è stato citato per aver detto all'evento, tuttavia, è sbagliato. L'ineguaglianza non è più estrema ora di quanto fosse 100 anni fa (sebbene, a parte invidia o ripicca, quale altra ragione potremmo avere per dedicare anche solo un momento a preoccuparci di questo, specialmente dal momento che il benessere di tutta l'umanità è aumentato enormemente?). Non è vero che solo i ricchi e non i poveri hanno benefici dalla globalizzazione; il ventesimo secolo ha visto il maggior progresso contro la povertà mondiale nella storia dell'umanità. E se i ricchi hanno accesso a lussi oggi, sono lussi che permettono loro di fare quello che già potevano fare 75 anni fa, solo oggi forse più velocemente o con più stile. I ricchi potevano già volare dove volevano, guidare dove volevano, studiare dove volevano, ecc.. Oggi, un numero maggiore di persone di quanto sia mai stato nella storia può fare tutte queste cose.  Se i poveri 500 anni fa dovevano spostarsi a piedi mentre i ricchi viaggiavano in carrozze a cavalli, mentre oggi i poveri viaggiano su macchine usate mentre i ricchi viaggiano su auto di lusso, l'ineguaglianza è ovviamente diminuita nel solo senso che conta.

Il Cardinale ha definito "l'economia a cascata" come un "inganno". Non so di nessuno al mondo che descriva la sua teoria economica come "a cascata", quindi il Cardinale sta semplicemente usando parole ingenerose nel riferirsi a un punto di vista a cui si oppone. Il punto centrale, cioè che un aumento del tenore di vita generale può avvenire solo per mezzo di un aumento della quantità di capitale per lavoratore, addirittura non è neanche discutibile, quindi non riesco a vedere come possa essere un "inganno".

Ho spiegato questo processo numerose volte: in questo video per il Mises Institute, per esempio, e in questo articolo, tra molti altri. E' così che il libero mercato, per la sua stessa natura, porta ad un aumento del tenore di vita per tutti.

E' l'"ineguaglianza" un giusto motivo per la violenza tra persone? Se così fosse, perché non dovrebbe analogamente costituire un valido motivo per conflitti internazionali? Se non è accettabile per me essere molto più ricco dei miei vicini, perché - particolarmente per qualcuno come il Cardinale Maradiaga, affascinato dai grandi aggregati - non dovrebbe essere allo stesso modo inaccettabile per il mio paese essere molto più ricco dei suoi vicini? Questa è una ricetta per violenza senza fine.

La legge di Pareto 80/20 che sembra applicarsi ad ogni area della vita - 20% dei lavoratori fanno l'80% del lavoro; il 20% degli italiani nel 1906 possedevano l'80% della terra (è così che Pareto notò inizialmente questo principio); il 20% dei vostri clienti producono l'80% del fatturato, ecc. - si è coerentemente mantenuta vera per la distribuzione di ricchezza attraverso il tempo e lo spazio. Parrebbe donchisciottesco dichiarare guerra ad un fenomeno così universale.

E' un fenomeno, inoltre, che non danneggia nessuno e aiuta tutti. Qualcuno che guadagna 50 milioni di dollari all'anno non li guadagna rubandoli a me. Dovrei averli avuti in primo luogo affinché possa essere vero. E sarei spiritualmente insano se passassi il mio tempo rimuginando con invidia sul suo reddito annuale. Un leader spirituale mi dovrebbe rimproverare, non incitare, se mi trastullassi pretendendo la mia giusta quota di ricchezza che in nessun modo ho contribuito a creare. In un libero mercato, a cui il Cardinale dovrebbe essere favorevole, l'uomo in questione acquisisce quella ricchezza soddisfacendo consumatori e migliorando il tenore di vita di altra gente. Dovrei celebrarlo, non essere risentito per ignoranza.

(Oh, ma i compensi degli amministratori sono troppo alti, dice gente che al tempo stesso è a favore di leggi che rendono più difficile la scalata alle società, proteggendo così gli amministratori che ricevono compensi eccessivi.)

Il Cardinale ha detto poi che gli atti individuali di carità non sono sufficienti. Abbiamo bisogno dello stato. Abbiamo bisogno della violenza.

“Maradiaga,” scrive Religion News Service, “ha anche sostenuto che la carità personale non sia sufficiente a risolvere i problemi globali." "Solidarietà significa più di qualche sporadico atto di generosità", ha detto il Cardinale.

Ora, è vero: possiamo difendere il Cardinale contro l'accusa di invocare la violenza quando chiede l'intervento dello stato, se pretendiamo che la violenza non sia realmente violenza quando è minacciata o messa in pratica dallo stato. Possiamo pretendere che la coercizione e l'azione volontaria siano la stessa cosa.  Possiamo fare tutte queste cose se vogliamo ridefinire il normale significato delle parole. Però, a meno che non ci attiri trasformare il mondo in un gigantesco romanzo di Orwell, questo è un percorso poco promettente.

Confido di non essere accusato di "interpretazione privata" del Nuovo Testamento se noto di non riuscire a localizzare nessuna delle seguenti frasi, e neanche remote insinuazioni, nelle parole di Cristo:

(1) Preoccupazione per i poveri è la stessa cosa di essere a favore dello stato sociale.

(2) Se la persuasione morale fallisce, utilizzate la violenza per realizzare il vostro programma egualitario.

I costanti discorsi sull'ineguaglianza, come se il salario basso di un cuoco da fast-food avesse qualcosa a che fare con il fatto che una persona ricca ha milioni di dollari, invece che con il fatto che il lavoro non qualificato è facilmente rimpiazzabile, non fanno altro che inculcare nella gente immatura la mentalità che mantiene i lavoratori a basso salario esattamente dove sono. Pensate che il modo di farsi strada nel mondo sia andare per le strade a gridare che altra gente vi deve di più? Allora non andrete mai da nessuna parte. Se volete farvi strada, lavorate per questo. Non state ad aspettare qualcuno che vi dia le cose. Non uscite con cartelli a urlare che vi diano di più, quando evidentemente nessun altro sulla terra vi considera valere di più, altrimenti qualche altro datore di lavoro vi avrebbe già assunto.

(Come antidoto, a proposito, suggerisco il libro di Charles Hugh Smith Get a Job, Build a Real Career, and Defy a Bewildering Economy.)

Posso prevedere una obiezione libertaria alla mia linea di argomentazione: che dire della distinzione tra chi diventa ricco soddisfacendo i consumatori e migliorando la vita delle persone, e chi diventa ricco grazie a qualche privilegio dallo stato?  Sono d'accordo. Non difendo quelli la cui ricchezza è stata acquisita tramite gli ingiusti mezzi dello stato. Ma questa distinzione non sfiora il Cardinale Maradiaga.

Inoltre, Sua Eminenza evidentemente considera possibile parlare a lungo delle condizioni delle economie nel mondo senza citare neanche una volta le banche centrali. C'è qualche dimensione morale nella politica monetaria?  Guido Hülsmann, un cattolico della Université d'Angers che per qualche ragione non è stato invitato alla conferenza, ha argomentato in modo eccellente che ci sia. [N.d.T.: Guido Hülsmann è un noto libertario che collabora con il Mises Institute ed è l'autore di una bellissima e ciclopica biografia di von Mises.] Dal Cardinale Maradiaga sentiamo solo silenzio. Pensa forse che le banche centrali siano state create per aiutare i poveri? Possiamo solo tentare di indovinare.

Il Cardinale Maradiaga dice che noi libertari tremiamo davanti al libro di grande successo di Thomas Piketty, Capital in the 21st Century. Volete saperlo? Veramente no. Vediamo: Piketty ha inventato una storia delle tasse negli USA  che si confà alla sua narrativa ma non ha alcuna connessione con la realtà; ha inventato una storia del salario minimo negli Stati Uniti che si confà alla sua narrativa ma non ha alcuna connessione con la realtà; il modo in cui tratta la svalutazione è al meglio poco convincente (si veda qui e qui), nonostante sia centrale alla sua tesi; e il suo punto di vista sulla relazione tra capitale e interesse è stato demolito 100 anni fa. Non sto tremando, proprio no.

Il Cardinale Maradiaga è analogamente un fan della disastrosa enciclica di Papa Paolo VI Populorum Progressio, la quale, nella sua lettura sbagliata delle cause e delle cure per la povertà del Terzo Mondo, insieme all'appoggio alle modalità di aiuti allo sviluppo promossi dallo stato in voga all'epoca, ha inequivocabilmente contribuito ad aumentare la quantità di sofferenze evitabili nel mondo. (Ne ho discusso nel capitolo 4 di La Chiesa e il mercato: Una difesa cattolica della libera economia.)

A differenza di Paolo VI, una manciata di economisti a favore del libero mercato, in modo particolare Peter Bauer, non cedettero alle opinioni di moda, al prezzo di considerevoli costi personali, avvisando che programmi del genere avrebbero radicato e non migliorato la povertà. Persino gli oppositori più intrattabili del buon senso, come il New York Times e il Fondo Monetario Internazionale, alla fine furono costretti a questa conclusione. (Per questo motivo, sotto il governo di Margaret Thatcher, questo importante profeta divenne Lord Peter Bauer.)

Il Cardinale Maradiaga è già stato accontentato. Redistribuzione di ricchezza del valore di migliaia di miliardi di dollari ha già avuto luogo, nazionalmente e internazionalmente, e i risultati parlano da soli. Negli Stati Uniti, la percentuale di poveri sotto la soglia di sussistenza è essenzialmente immutata, mentre nel mondo i più grandi progressi nel tenore di vita sono avvenuti dove gli aiuti allo sviluppo sono stati tagliati.

La parte ampiamente più grande del progresso realizzato contro la povertà nel mondo è avvenuto senza violenza. Le statistiche sono disponibili per tutti da vedere: quando la liberalizzazione economica si è diffusa, ovunque nel mondo la povertà è diminuita. Nel 1820, l'85% della popolazione mondiale viveva in condizioni di "estrema povertà". Quel numero era sceso al 50% nel 1950, 33% all'inizio degli anni '80, e 18% all'inizio del ventunesimo secolo. Come ho spiegato in La Chiesa e il mercato e altrove, questo è il naturale esito dell'estensione dell'economia di mercato e della divisione del lavoro. Agitate i vostri pugni alla realtà quanto volete, ma l'unico modo di incrementare il tenore di vita complessivo è lasciare in pace il settore privato affinché aumenti il capitale per lavoratore.

Negli Stati Uniti, la povertà è diminuita costantemente fino a quando non ha preso forma la guerra alla povertà lanciata dal governo federale. Negli ultimi 50 anni, il progresso di riduzione della povertà si è fermato: la percentuale di poveri è diminuita in modo così piccolo da essere statisticamente insignificante. [N.d.T.: sulla "guerra alla povertà" si può leggere qui Quando Mises etichettava i combattenti contro la povertà]

Negli Stati Uniti, il potere d'acquisto del 5% dei lavoratori con salario più basso è aumentato da 15 a 20 volte nel corso del ventesimo secolo. Se guardiamo alle cifre del 2011, i poveri americani - non in generale gli americani, ma i poveri americani - per il 97.8% avevano un frigorifero, per il 96.6% una cucina a gas o elettrica, per il 96.1% un televisore, per il 93.2% un forno a microonde, per l'83% un videoregistratore, per l'80.9% un telefono cellulare in aggiunta alle linee terrestri, e per il 58.2% avevano un computer. (Questo non per dire che le cose materiali siano tutto quello che conta, ovviamente, ma dal momento che il punto del Cardinale Maradiaga ruota attorno alla deprivazione materiale dei poveri nel mondo, occorre farlo notare.)

John J. Myers, Arcivescovo di Newark, New Jersey, ha spiegato che, all'interno del contesto generale della Chiesa, i fedeli hanno ovviamente libertà di decidere, sulla base della loro conoscenza della materia, quali politiche economiche ritengono migliori in termini di miglioramento delle condizioni dei poveri. Egli non adotta il punto di vista irritato e sprezzante di Maradiaga.

C'è legittimo disaccordo sui modi migliori di aiutare veramente i poveri nella nostra società. Nessun cattolico può legittimamente dire: "Non mi importa dei poveri." Se lo facesse, questa persona non sarebbe oggettivamente in comunione con Cristo e la sua Chiesa. Ma sia quelli che propongono un ampliamento dello stato sociale sia quelli che propongono riduzioni fiscali per stimolare l'economia possono in tutta sincerità ritenere che il loro sia il metodo migliore per aiutare realmente i poveri. E' una questione di giudizio prudenziale da parte di coloro a cui è affidata la cura del bene comune. E' una questione di coscienza nel senso vero e proprio.

In contrasto, il programma di Maradiaga si può condensare come segue:

(1) Violenza.

(2) Adozione di idee economiche convenzionali.

(3) Non citare mai le banche centrali.

(4) Opposizione alla “ineguaglianza” anche se significa rendere tutti più poveri.

Il programma libertario, rinforzato dalle intuizioni della Scuola Austriaca di economia, si può condensare come segue:

(1) Pace.

(2) Scetticismo verso le idee economiche convenzionali.

(3) Osservare come le banche centrali arricchiscono i pochi a spese dei molti e causano cicli economici attraverso la loro manipolazione dei tassi di interesse.

(4) Lasciare ognuno in pace, con il risultato - sì, che continua persino oggi, pur con tutte le barriere alla prosperità da parte del governo e delle banche centrali - che tutti nel tempo diventano più benestanti. (Esperimento di pensiero: vivreste più volentieri nel 1977 rispetto ad oggi?)

"L'eliminazione delle cause strutturali della povertà è una questione urgente che non può più essere procrastinata", dice il Cardinale. Su questo ha ragione. La violenza dello stato, reale o minacciata, è la causa strutturale primaria della povertà nel mondo. Quando è stata respinta, il benessere dei poveri, e di tutti gli altri, ha raggiunto vette che nessuno persino 50 anni fa avrebbe potuto immaginare.

Per questo la Catholic University ha dovuto tenere quella conferenza la scorsa settimana: i giovani trovano questo quadro moralmente attraente e sempre di più respingono approcci basati sulla violenza. Non è possibile che la violenza sia l'ultima spiaggia in questo caso, quando sia nazionalmente che internazionalmente soluzioni violente (sotto spinta statale) hanno ritardato il progresso dalla povertà, mentre soluzioni pacifiche (il libero mercato) hanno emancipato più gente da povertà stritolante di ogni altra forza nella storia dell'umanità. Se Sua eminenza può trovare spazio nella Chiesa per l'eterodossia e anche per la pura e semplice stramberia, scommetto che il suo cuore pastorale può trovare spazio anche per i libertari.

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[ Nota: Essere libertari vuol dire dover ripetere sempre le stesse cose! Thomas Woods avrà detto e scritto questi principi centinaia di volte, con qualche piccola variazione sul tema quando va bene. Certo che le idee economiche promosse da papa Francesco e dal nuovo corso della Chiesa sono molto preoccupanti. In un Occidente oberato da tasse e burocrazia, in recessione economica senza apparente via di uscita, invocare maggiore intervento dello stato è veramente terribile. In America latina, poi, particolarmente in Argentina e Venezuela, l'economia è stata devastata da sventurate politiche monetarie di governi folli, naturalmente proclamando sempre di agire nell'interesse dei poveri. Non è difficile rendersene conto approfondendo anche solo un poco. E' stato proprio l'intervento statale a creare quella povertà che tanto preoccupa il Papa.

Un commento sui cenni al libro di Piketty. Non ho approfondito, ma nelle ultime settimane sui siti libertari se ne è parlato molto, a causa del successo del libro. Naturalmente, lungi dal "tremare" di cui parla il Cardinale, le tesi di Piketty sono state facilmente demolite dagli economisti della Scuola Austriaca e non solo da loro. Questa storia mi ha fatto venire in mente von Mises. Quando negli anni '30 Keynes e le sue teorie divennero molto popolari tra gli accademici, von Mises si stupì: "Ma come, questo giovane presenta solo idee confutate da almeno dieci anni!" E' sempre così in economia, si deve rispondere sempre agli stessi errori. La gente è talmente ignorante di economia che periodicamente si fa affascinare da idee che non sono per nulla nuove. Nel ventesimo secolo, von Mises ha prodotto avanzamenti realmente originali e innovativi nella comprensione delle leggi economiche, ma quasi nessuno lo sa. Come dice Lew Rockwell in Tutto quello che vi piace lo dovete al capitalismo, un pubblico ignorante di economia è quello che permette allo stato di espandere il suo potere e di imporre misure contro gli interessi dei suoi stessi cittadini.
MM]