Mi è capitato di leggere sul domenicale del Sole 24Ore di qualche settimana fa la recensione di Adriana Castagnoli al libro dal titolo “The global crisis and its socioeconomic implications. Creating conditions for sustainable, peaceful, and just world” (235 pagine alla modica cifra di 92 sterline!) di Mohamed Rabie.

L’autore, dopo aver fatto un resoconto di come gli Stati siano arrivati ad accumulare consistent debiti pubblici sia in valore assoluto, sia in rapporto al Pil, propone il “Ramo Plan”, che dovrebbe “liberare i Paesi, ricchi e poveri, dal fardello del debito creando le condizioni perché essi possano affrontare i pressanti problemi economici, sociali e di sicurezza dei cittadini.”

In sostanza, l’ennesimo salvatore delle patrie. Ma in cosa consisterebbe di così innovativo questo piano?

Partendo dal presupposto che “nessuna nazione può vivere sul denaro preso a prestito per sempre” e dato che “il problema del debito non è limitato all’Eurozona e agli Usa, ma coinvolge altri Stati”, la soluzione “non può che essere cercata in un contesto globale”.

Ed ecco la genialata:

Pivot del Ramo Plan è la trasformazione dell’Fmi in una sorta di banca centrale globale, con il potere di emettere una nuova valuta internazionale che dovrebbe essere chiamata “Ramo” con bond in “Ramo”, per finanziarsi e per fare prestiti direttamente agli Stati in sofferenza. Liberare le nazioni ricche e povere dal peso del debito significa affrontare la crisi del debito pubblico nel breve termine e rendere possibile che gli Stati risolvano un poco alla volta i pressanti problemi economici, sociali e di sicurezza.”

A qualcuno “l’innovativo” Ramo Plan potrebbe ricordare le proposte di Keynes a Bretton Woods. In effetti l’innovazione di Mohamed Rabie non fa altro che cambiare il nome alla moneta globale che dovrebbe essere emessa e gestita dal FMI. Quella che propose Keynes si sarebbe dovuta chiamare Bancor, ma la sostanza non era poi così diversa.

Resta il fatto che, come in qualsiasi caso di moneta fiat, il problema non sarebbe risolto. Perché in ultima analisi il risparmio reale è ciò che serve a fare crescere un’economia, sia essa locale o globale. Una moneta fiat di per sé non può far altro che redistribuire potere d’acquisto.

E se gli “Stati in sofferenza” ricevessero Ramo senza contrarre nuovo debito, saremmo in presenza semplicemente di una monetizzazione su scala globale. Operazione per sua natura inflattiva e, di conseguenza, capace nella migliore delle ipotesi di dare sollievo ai debitori a danno dei creditori; nella peggiore di portare all’implosione del sistema monetario e, di conseguenza, di quello economico.

In definitiva, io su quel Ramo non mi siederei.

(Matteo Corsini)

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