Stampa

Paul Mason: l'ultimo pifferaio magico della "morte del capitalismo"

di Gary North (garynorth.com , 24 luglio 2015 - anche su LewRockwell.com)

Se i cambiamenti sociali avvenissero combinando vecchie parole d'ordine con le più recenti mode passeggere, ci sarebbe un futuro per la Sinistra. Ma non è così che avvengono i cambiamenti sociali.

L'ultimo vecchio della Sinistra a scrivere un libro sulla fine del capitalismo è uno di cui non ho mai sentito parlare: Paul Mason. Il suo libro si intitola Postcapitalism.

Per promuoverlo, The Guardian, quell'invecchiato cavallo da guerra della Sinistra britannica, ha pubblicato un articolo dell'autore dal titolo "E' cominciata la fine del capitalismo". Sono 80 anni che The Guardian ripetutamente pubblica questo annuncio.

Non cessa mai di stupirmi come persone incapaci di pensiero coerente possano uscirsene con sempre nuove giustificazioni per la visione del mondo, quale che sia, che a vent'anni hanno deciso essere giusta e che non ha mai dato risultati. Continuano a cambiare le ragioni alla base del loro grandioso scenario, ma lo scenario non cambia mai. E' sempre questo: "Il capitalismo è agli sgoccioli, sta per morire. Ma questa volta non dovremo fare le barricate. Sarà una passeggiata. Non dobbiamo rischiare nulla. E' tutto insito nei modi di produzione."

Si tratta di marxismo senza coraggio. Di marxismo senza rivoluzione. L'argomento sui mezzi di produzione è analiticamente vuoto così come lo è stato il marxismo sin dall'inizio; però il credo di Mason almeno è scritto in inglese, non in inglese come seconda lingua, come invece scriveva Marx. (Se mai vi capitasse di leggere qualcosa di brillante o anche solo di acuto scritto da Marx, potete star sicuri che si tratta di uno dei saggi in inglese scritti per lui da qualcun altro).

Qui, io analizzo l'articolo di Mason, non tanto perché valga la pena confutarlo per se stesso, ma in modo che si possa vedere la patetica qualità dei suoi argomenti. Eppure egli è considerato un pezzo forte nella comunità della Sinistra inglese. The Guardian l'ha tenuto a battesimo. E' il più nuovo e il più grande. E' l'ultimo rimasto. Naturalmente, quando il suo libro affonderà senza lasciare traccia, ci sarà sempre un altro ultimo rimasto.

Non è facile essere uno di Sinistra sotto gli 80 anni.

La morte del socialismo

Mason comincia dove ogni persona di Sinistra dovrebbe sempre cominciare: il tradimento del socialismo da parte dei socialisti. Qui è dove di solito cominciava Marx, il caso più famoso è il Manifesto del Partito Comunista (1848).

Le bandiere rosse e i canti dei militanti di Syriza durante la crisi greca, insieme all'aspettazione che le banche fossero nazionalizzate, hanno fatto rivivere brevemente un sogno del ventesimo secolo: la distruzione forzosa del mercato dall'alto. Per gran parte del ventesimo secolo è stato così che la Sinistra concepiva il primo stadio di un'economia oltre il capitalismo. La forza sarebbe stata applicata dalla classe lavoratrice, nelle cabine elettorali oppure sulle barricate. La leva sarebbe stata lo Stato. L'occasione sarebbe arrivata tramite episodi frequenti di collasso economico.

Invece, negli ultimi 25 anni è stato il progetto della sinistra a collassare. Il mercato ha distrutto il progetto; l'individualismo ha rimpiazzato il collettivismo e la solidarietà; la classe lavoratrice del mondo, enormemente espansa, ha l'apparenza di un "proletariato", ma non pensa né si comporta più come una volta faceva.

In realtà i proletari mai si sono comportati nel modo in cui Marx diceva si sarebbero comportati. Raramente sono stati marxisti. I pochi che lo sono stati hanno avuto poca influenza. I lavoratori sono andati nella direzione del sindacalismo, il quale non voleva altro che una fetta più grande della torta. Era questa la posizione dei marxisti revisionisti al seguito di Eduard Bernstein negli anni '80. Essi abbandonarono l'idea di rivoluzione, che era l'idea centrale di Karl Marx. Il rifiuto dei lavoratori di adottare il marxismo fu il motivo per cui Antonio Gramsci, negli anni '30, abbandonò il marxismo nel nome Marxismo, e promosse invece l'idea secondo la quale la rivoluzione non sarebbe mai arrivata fino a quando i lavoratori dell'Occidente non avessero abbandonato la moralità cristiana. Scartò l'idea di Marx che i modi di produzione siano fondamentali.

Mason rifiuta di spingersi così lontano. Rimane ancorato alla teoria di Marx sui modi di produzione quale elemento chiave delle fasi di sviluppo storico. Pensa che sarà la legge di Moore a fare il trucco.

Mason almeno ammette che il socialismo oggi è una forza esausta. I modi di produzione capitalisti non hanno causato una rivoluzione comunista, al contrario di quanto sostenuto da Marx. Anche il socialismo democratico non è riuscito a rimpiazzare l'elite capitalista. I socialisti non hanno mai realmente spiegato come il loro sistema possa affrontare il problema della scarsità. Nessuno di loro ha mai descritto in dettaglio un sistema socialista di incentivi che allocherebbe la ricchezza razionalmente, al tempo stesso mantenendo l'incentivo economico per l'alta produttività - incentivo che possa funzionare alla pari, lasciamo stare superare, degli incentivi del capitalismo.

Ciò fu ammesso apertamente nel 1990 da Robert Heilbroner, il multi-milionario professore socialista di economia, autore di una storia del pensiero economico di grande successo, The Worldly Philosophers. Egli scrisse un necrologio: "Dopo il Comunismo". Fu pubblicato sul The New Yorker (10 settembre 1990). In esso, Heilbroner scrisse queste parole: "Mises aveva ragione". Ragione su cosa? Sulla impossibilità del calcolo economico razionale in un mondo senza proprietà privata e mercato di capitali. Allora Heilbroner promosse quella che vedeva come la prossima fase del socialismo, basata sull'ambientalismo, non sulla teoria economica. Disse che solo mobilitando le masse dietro l'idea che lo Stato debba intervenire per salvare l'ambiente il socialismo potrà di nuovo acquisire rilevanza. Altrimenti, il movimento è morto.

Poco più di un anno dopo, l'Unione Sovietica ha cessato di esistere. Era l'ultimo urrà per il marxismo, a meno che non si conti la Corea del Nord.

Post-capitalismo

Qualcosa rimpiazzerà presto il socialismo. Non è il capitalismo.

Se avete vissuto attraverso tutto questo, e non vi piace il capitalismo, è stato traumatico. Ma durante questo processo la tecnologia ha creato una nuova via di uscita, che i reduci della vecchia sinistra,  insieme a tutti gli altri da loro influenzati, devono abbracciare oppure morire. Il capitalismo non sarà abolito da tecniche di marcia forzata. Sarà abolito creando qualcosa di più dinamico che esiste, all'inizio, quasi invisibile all'interno del vecchio sistema, ma che segnerà un punto di svolta, rimodellando l'economia attorno a nuovi valori e comportamenti. Io chiamo tutto questo post-capitalismo.

Capisco. Post-capitalismo. Quando si tratta di intellettuali di sinistra, è sempre post-questo o post-quello. E' legato al marketing dei libri. David Brooks, che è un autore navigato, una volta ha scritto che se si vuole scrivere un best-seller per l'intellighenzia il libro deve essere intitolato La fine di ... oppure La morte di ...

Come fu per la fine del feudalesimo 500 anni fa, la sostituzione del capitalismo con il post-capitalismo sarà accelerata da shock esterni e sarà determinata dall'emergenza di un nuovo tipo di essere umano. Ed è già cominciata.

Ah, sì, la nuova umanità. La Sinistra utopista ha sempre l'uomo nuovo che attende nell'ombra, pronto a prendere il posto centrale. La fine storicamente inevitabile del capitalismo lo porterà sul palcoscenico.

Che cosa lo porterà nel mondo reale, finalmente? Quale cambiamento nei modi di produzione - che finora non sono riusciti a farlo - alla fine emergerà?

La legge non nominata di Moore

La legge di Moore porterà l'uomo nuovo. Questa legge riguarda l'innovazione tecnologica relativa al processamento dei dati nei computer. Mason invoca la legge di Moore, ma non la cita mai per nome.

Il post-capitalismo è possibile grazie a tre grandi cambiamenti che la tecnologia dell'informazione ha prodotto negli ultimi 25 anni. Primo, ha ridotto la necessità di lavoro, sfumato i confini tra lavoro e tempo libero e allentato il rapporto tra lavoro e salari. L'onda imminente di automazione, attualmente in stallo perché la nostra infrastruttura sociale non può sopportarne le conseguenze, ridurrà enormemente la quantità di lavoro necessario - non solo per la sussistenza ma per assicurare una vita decente a tutti.

Dice che il capitalismo sta riducendo la necessità di lavoro. E' una sciocchezza. La disoccupazione negli Stati Uniti è al minimo degli ultimi decenni. La gente ha lavoro. In tutto il mondo, la gente cerca lavoro e lo trova, ovunque i sindacati non tengano i lavoratori fuori dal mercato del lavoro, come fanno in Grecia e Spagna.

Ci saranno sicuramente recessioni. Le banche centrali  garantiscono il ciclo economico di boom e crisi. Questo però non ha nulla a che vedere con l'innovazione tecnologica, la robotica o la legge di Moore.

Fintanto che c'è scarsità, c'è bisogno di lavoro. Fintanto che non possiamo ottenere tutto quello che vogliamo a prezzo zero, dovremo lavorare per ottenere ciò che vogliamo. L'idea che il nirvana socialista arriverà sulle spalle della legge di Moore è semplicemente un altro esempio della stessa vecchia storia socialista, quella per cui il capitalismo industriale condurrà alla disoccupazione di massa. Non era vero 200 anni fa, e non è vero oggi. Non vediamo nulla di simile a quanto Mason descrive. Tuttavia egli dice che è proprio di fronte ai nostri occhi. Dice che è persino dietro di noi. Non lo è.

I costi dell'informazione e il libero mercato

Egli continua.

Secondo, l'informazione sta corrodendo l'abilità del mercato di formare i prezzi correttamente. E' perché i mercati sono basati sulla scarsità, mentre l'informazione è abbondante. Il meccanismo di difesa del sistema è la formazione di monopoli - le grandi compagnie tecnologiche - su una scala non vista negli ultimi 200 anni, tuttavia questi non possono durare. Costruendo modelli di business e valutazioni basati sulla cattura e privatizzazione di tutte le informazioni prodotte socialmente, queste compagnie stanno costruendo un fragile edificio aziendale in conflitto con le necessità più basilari dell'umanità, che dovrebbe poter usare le idee liberamente.

Egli dice che l'informazione a basso costo sta corrodendo la capacità del mercato di formare i prezzi. Potrebbe essere l'affermazione più stupida tra quelle di qualsiasi socialista abbia mai letto. L'intero punto del famoso articolo di Hayek del 1945, "The Use of Knowledge in Society", e anche l'intero punto del rivoluzionario articolo di Mises del 1920, "Economic Calculation in the Socialist Commonwealth", era questo:  Il sistema dei prezzi è la fonte più importante di informazione accurata sull'economia nella storia dell'uomo. L'essenza dell'informazione decentralizzata è questa: il sistema di incentivi del libero mercato persuade la gente in possesso di informazioni accurate a condividerle con altri, di solito vendendole al maggiore offerente, e quindi a utilizzare queste informazioni per ottenere profitti.

Raymond Kurzweil ha ragione: il declino del costo dell'informazione è stato gigantesco sin dal censimento del 1890, e sta accelerando. Tuttavia questa è stata un'era di crescita economica straordinaria e un periodo in cui il capitalismo è divenuto dominante nel mondo. L'essenza del libero mercato è questa: c'è una costante riduzione del costo di tutte le cose tramite l'incremento di produttività, ma soprattutto c'è una riduzione del costo di informazioni accurate.

Quindi, Mason afferma cose esattamente a rovescio.

La struttura del capitalismo

La sua terza conclusione erronea ha a che fare con la struttura del capitalismo. Mason pensa che siamo andando verso la decentralizzazione. Lo penso anch'io. Lui pensa che questo sia anticapitalista. Io non lo penso. Al contrario, è l'essenza del capitalismo avanzato.

Terzo, stiamo assistendo alla crescita spontanea della produzione collaborativa: beni, servizi e organizzazioni sembra non rispondano più ai dettami del mercato e alla gerarchia manageriale. Il maggiore prodotto di informazione nel mondo - Wikipedia - è fatto gratis da volontari, eliminando il business dell'enciclopedia e togliendo all'industria della pubblicità una stima di tre miliardi di dollari all'anno di ricavi.

Negli stadi iniziali del capitalismo, c'è la centralizzazione della produzione. Perché? Per trarre vantaggio dall'economia di scala. Tuttavia questo processo finisce rapidamente. Il sistema capitalista fornisce un numero crescente di alternative per vendere prodotti e servizi a gente con ogni tipo di gusti. Ho scritto a questo riguardo nel 1974. All'epoca non era un'idea nuova.

Quasi inosservati, nelle nicchie e nelle cavità del sistema di mercato, interi varchi di vita economica stanno cominciando a muoversi ad un ritmo differente. Valute parallele, banche del tempo, spazi cooperativi e autogestiti proliferano quasi non visti dalla professione economica, spesso come risultato diretto della devastazione delle vecchie strutture nella crisi post-2008.

Queste sono "chiacchiere sulla comune". Marx ha sempre pensato che i socialisti comunitari fossero zucche vuote utopiste, e questa è una delle poche aree in cui sono sempre stato d'accordo con Marx.

Ritorno alla fattoria comune

Egli scrive: "Potete trovare questa nuova economia solo se la cercate attentamente". Questo significa che non esiste come fattore di mercato significativo.

In Grecia, quando una ONG di volontari ha mappato le cooperative alimentari del paese, i produttori alternativi, le valute parallele e i sistemi di scambio locali, ha riscontrato più di 70 progetti sostanziali e centinaia di piccole iniziative, da occupazioni abusive a condivisione di automobili a scuole materne gratuite. Per l'economia di mainstream queste cose a malapena si qualificano come attività economiche - ma è proprio questo il punto. Esistono perché commerciano, per quanto a tratti e in modo non efficiente, nella valuta del post-capitalismo: tempo libero, attività in rete e beni gratuiti. Sembra una cosa misera, non ufficiale e persino pericolosa su cui costruire un'intera alternativa ad un sistema globale, ma così erano il denaro e il credito all'epoca di Edoardo III.

Questi greci sono stati spazzati via economicamente dalle politiche socialiste dello stato. Partecipano ai margini dell'economia del denaro. Lavorano in un settore a bassa divisione del lavoro. In breve, in sostanza vivono nel mondo feudale di prima del capitalismo. Tuttavia questo rappresentante della Sinistra pensa che la vita di comune sia l'onda del futuro.

La Sinistra è convinta che stiamo per avere un mondo di beni a costo zero. Questa è sempre stata la spinta del socialismo sin dal primo giorno. E così non c'è alcuna maledizione sulla Terra. Non c'è alcuna reale scarsità. E' solo a causa di istituzioni malvage, create dal capitalismo, che l'umanità è tenuta fuori dalla quasi illimitata produttività della natura. La proprietà privata impedisce alla natura di sommergerci nella cornucopia di cose gratis.

Non imparano mai. Non riescono mai a capire che la natura è tirchia. Non riescono mai a capire che la scarsità c'è e che solo tramite la formazione di capitale questa scarsità può essere sopraffatta. Solo con l'estensione della divisione del lavoro attraverso formazione di capitale e maggiore specializzazione possiamo superare i limiti della scarsità. Questa era la posizione di Adam Smith nel capitolo 1 di The Wealth of Nations (1776), ma i socialisti rifiutano di rispondervi.

Nuove forme di proprietà, nuove forme di affitto, nuovi contratti legali: un'intera sottocultura di business è emersa negli ultimi 10 anni, definita dai media come "l'economia della condivisione". Neologismi alla moda come "common" e "peer-production" sono buttati là, ma pochi si sono dati la pena di chiedersi cosa significa questo sviluppo per il capitalismo stesso.

Allora, cos'altro c'è di nuovo? Cos'è la società capitalista, se non esperimenti in nuove forme di proprietà, nel senso di proprietà fuori dal controllo dello Stato, nuove forme di affitto e nuovi contratti? La sperimentazione in queste cose va avanti in Occidente almeno dal 1300.

L'Economia mista come Sacro Graal

Se la produzione non è governata dal potere coercitivo dello Stato, allora è governata dal sistema dei prezzi. Non c'è una terza posizione per un'economia di massa. Si possono avere aziende familiari. Si possono avere piccole fattorie familiari in cui la gente vive in condizioni di fame. Esistono in alcune parti dell'Africa. Ma questi piccoli appezzamenti di terra non sono produttivi, e non lo è la gente che li coltiva. Per questa ragione i figli maschi lasciano le fattorie familiari per andare in città. Vogliono avere denaro. Vogliono diventare produttivi. Vogliono partecipare alla 'economia della divisione del lavoro. "Come si potrà tenerli alla fattoria, dopo che hanno visto la TV?" O Internet.

Come un cane che torna al suo stesso vomito, Mason chiede che lo Stato faccia avvenire questo.

Credo offra una via d'uscita - ma solo se questi progetti di micro-livello sono curati, promossi e protetti da un cambio fondamentale in quello che i governi fanno. E questo deve essere guidato da un cambiamento nel nostro pensiero - sulla proprietà della tecnologia e sul lavoro. In modo che, quando creiamo gli elementi del nuovo sistema, possiamo dire a noi stessi, e agli altri: "Questo non è più semplicemente il meccanismo per la mia sopravvivenza, il mio nascondiglio dal mondo neoliberale, questo è un nuovo modo di vivere in corso di formazione".

Mi chiedo: Quale cambiamento nel nostro pensiero?

Come potremo noi - chiunque sia "noi" - creare tutto questo? In che modo coopereremo? Se non cooperiamo tramite una pianificazione centrale, dobbiamo farlo tramite il libero mercato. Non c'è una terza scelta. E' la coercizione dello Stato oppure il volontarismo del libero mercato a farci fare congiuntamente qualsiasi cosa su larga scala. La società non è una piccola fattoria familiare. Abbiamo di fronte una situazione del tipo o l'uno o l'altro.

Ci sarebbe l'economia keynesiana a metà strada, ma egli dice che la mezza via keynesiana non funziona più. Su questo, lui ed io siamo d'accordo. Allora, in quale direzione ci stiamo dirigendo? Ci stiamo dirigendo indietro alla pianificazione statale centralizzata, che lui ammette essere morta, oppure verso un sistema di libero mercato, di cui il volontarismo, lo scambio e la divisione del lavoro sono le fondamenta? Verso nessuno dei due, dice Mason.

Allora dove?

Il caso del  progetto mancante

Mason vuole che i socialisti rinuncino all'idea che la pianificazione centrale funziona. Dovrebbero farlo davvero. Essi annaspano, cercando disperatamente intorno a loro una terza via tra il socialismo, che ha fallito, e il libero mercato, che sta catturando le menti di milioni di persone nel mondo. Problema: non hanno mai prodotto un profilo, in termini analitici, di quale sarebbe l'alternativa alla pianificazione centrale, diversa dal sistema dei prezzi del mercato.

Questi personaggi non presentano mai alcun piano definito. Sono tutte "chiacchiere sulla comune" campate in aria e iperemotive.

Il problema è questo: lo stato sociale keynesiano sta andando in bancarotta. La rivoluzione rossa non incombe; l'inchiostro rosso sì. Mason lo vede.

Le soluzioni sono state austerità ed eccessi monetari, ma non stanno funzionando. Nei paesi più colpiti, il sistema pensionistico è stato distrutto, l'età della pensione è stata alzata a 70 anni e l'istruzione viene privatizzata al punto che i laureati oggi hanno di fronte debiti per tutta la vita. I servizi vengono smantellati e i progetti di infrastrutture vengono tenuti in sospeso.

Ha ragione. Sta descrivendo l'economia keynesiana, che non sta funzionando. Quindi, Mason deve proporci qualcosa che non sia il defunto socialismo con il quale ha cominciato l'articolo, e che non sia neanche il pozzo di San Patrizio fiscale che egli afferma non funzioni.  Ma non si può battere qualcosa con niente. Dov'è il suo progetto?

La Sinistra non ha un progetto analitico. Non ha neanche un progetto pratico.

Nel frattempo, in assenza di qualsiasi modello alternativo, le condizioni per un'altra crisi si stanno formando. I salari reali sono calati oppure rimasti stagnanti in Giappone, nella Eurozona meridionale, negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Il sistema bancario in ombra si è ricostruito ed oggi è più esteso di quanto fosse nel 2008. Nuove regole che impongono di tenere più riserve sono state annacquate o ritardate. Nel frattempo, inondato di denaro gratis, l'1% è diventato più ricco.

Il neoliberalismo, quindi, ha preso la forma di un sistema programmato per infliggere fallimenti catastrofici ricorrenti. Ancora peggio di così, ha rotto lo schema capitalista che durava da 200 anni per il quale una crisi economica favorisce l'insorgere di nuove forme di innovazione tecnologica che beneficiano tutti.

Il fatto che l'economia keynesiana stia barcollano da una crisi all'altra non provoca lacrime di frustrazione ai difensori dell'economia della Scuola Austriaca. Noi abbiamo detto che si trattava di un cadavere che cammina fin dal primo giorno. E' stata economia incoerente sin dall'inizio, a partire dalla Teoria Generale di Keynes.

Gli Austriaci hanno un modello alternativo: il libero mercato. Mason non lo capisce. Io sospetto che non abbia mai letto un libro scritto da un economista della Scuola Austriaca. Sembra completamento ignaro della sua esistenza. Fa esattamente quanto scritto nel 1990 da Heilbroner: l'intera professione economica ha ignorato per 70 anni il saggio di Mises del 1920, "Economic Calculation in the Socialist Commonwealth". Heilbroner disse che era finalmente ora che gli economisti riconoscessero che Mises aveva ragione. Ma Mason non ha mai sentito parlare dell'articolo di Mises né del saggio di Heilbroner e non ha la più pallida idea di teoria economica.

Questo perché il neoliberalismo è stato il primo modello economico in 200 anni la cui fase di crescita era basate sulla soppressione dei salari e sullo schiacciamento del potere sociale e della resilienza della classe lavoratrice. Se esaminiamo gli studi dei teorici del ciclo lungo sui periodi di decollo dell'economia  - gli anni 1850 in Europa, gli anni 1900 e 1950 in tutto il mondo -  è stata la forza del lavoro organizzato a forzare gli imprenditori e le compagnie a smettere di cercare di rivivere superati modelli di business tramite il taglio dei salari, e ad innovare i loro comportamenti in una nuova forma di capitalismo.

Ecco qui un socialista di mezz'età che ancora sforna la stessa retorica imparata all'università 30 anni fa, retorica che era obsoleta anche allora.

Ecco qui un uomo di mezz'età che si impegna duramente per sembrare un giovane attivista. Scrive: "Occupy aveva ragione: il capitalismo ha tradito il mondo". Il movimento Occupy è stato un circo mediatico per un anno e ora è a malapena una memoria. E' stato un movimento di figli e figlie della Sinistra. Erano studenti universitari che avevano seguito troppi corsi di sociologia, e che pertanto non potevano trovare impiego sopra il salario minimo.

Come risultato, non piccola parte della classe imprenditoriale è diventata neo-luddita. Di fronte alla possibilità di creare laboratori di genetica, essi invece aprono catene di caffetterie, negozi per le unghie e ditte di pulizie: il sistema bancario, il sistema di pianificazione e la tarda cultura neoliberale premiano soprattutto il creatore di impieghi a basso valore e con lunghi orari di lavoro.

Praticamente nessuno nella classe imprenditoriale è neo-luddita. Tutti possiedono uno smartphone (eccetto il sottoscritto). Tutti cercano di capire come vendere alla gente che possiede uno smartphone. Tutti sono incantati da Apple. Neo-ludditi? Cosa ha fumato questo qua? Dovrebbe davvero smettere. Sta nuocendo alla sua capacità di giudizio.

L'innovazione sta avvenendo ma, finora, non ha fatto scattare la quinta lunga rincorsa per il capitalismo che sarebbe attesa dalla teoria del ciclo lungo. Le ragioni si trovano nella natura specifica della tecnologia dell'informazione.

A questo punto, Mason abbandona le chiacchiere sulla comune. Al loro posto mette le chiacchiere sul trend tipiche degli anni '80. E' come ascoltare qualche vecchio strambo che legge i suoi passaggi preferiti da Megatrends.

Egli invoca la parola d'ordine dei socialisti del diciannovesimo secolo: la distinzione tra "produzione per l'uso" e "produzione per lo scambio".

Il grande progresso tecnologico di inizio ventunesimo secolo consiste non solo di oggetti e  processi nuovi, ma anche di versioni intelligenti di quelli vecchi. La conoscenza alla base dei prodotti sta acquisendo più valore delle cose fisiche usate per produrli. Però si tratta di un valore misurato in utilità, non un valore di scambio o di asset.

La produzione per l'uso era la produzione nella fattoria medievale. In una fattoria piccola. Anche le prime grandi proprietà feudali avevano una divisione del lavoro. Erano organizzate sulla base della proprietà privata. Non c'era un sistema di mercato per lo scambio, perché la divisione del lavoro era ancora troppo limitata. Però l'evoluzione della civiltà occidentale dopo l'anno 1000 fu nella direzione dell'economia di mercato basata sullo scambio monetario. In altre parole, la storia dell'Occidente a partire dall'anno 1000 è stata basata sulla sostituzione della "produzione per l'uso" con la "produzione per il mercato". I socialisti del diciannovesimo non hanno mai capito abbastanza di teoria economica o della storia delle istituzioni economiche per rendersi conto che il loro slogan era essenzialmente una difesa dell'economia feudale medievale prima del mercato.

Abbiamo aspettato per 200 anni che uno di questi personaggi si sedesse e mettesse per iscritto esattamente di quale contesto legale ed economico stesse parlando per far funzionare questo sistema. Marx non discusse mai nulla che sarebbe successo oltre il primo stadio della rivoluzione proletaria. Né lo fece Lenin. E neanche Stalin. La Sinistra non comunista deve ancora offrire una presentazione sistematica ed analitica del sistema di incentivi economici che renderebbe operativo il tanto annunciato ma mai descritto sentiero di mezzo tra la pianificazione centrale, che ha fallito visibilmente, e la pianificazione decentralizzata del libero mercato, che la Sinistra disprezza. E' chiedere troppo aspettarsi che uno di loro pubblichi finalmente un tale progetto? Apparentemente, è di gran lunga aspettarsi troppo.

Negli anni '90 gli economisti e i tecnologi cominciarono ad avere lo stesso pensiero contemporaneamente: questo nuovo ruolo dell'informazione stava creando un nuovo, "terzo" tipo di capitalismo - diverso dal capitalismo industriale così come il capitalismo industriale era diverso dal capitalismo dei mercanti e della schiavitù dei secoli diciassettesimo e diciottesimo. Tuttavia hanno incontrato difficoltà a descrivere le dinamiche del nuovo capitalismo "cognitivo". E per un motivo. Le sue dinamiche sono profondamente non-capitaliste.

Hayek ha presentato le argomentazioni per il libero mercato in termini di capitalismo cognitivo in The Use of Knowledge in Society, ma questa povera anima sembra non abbia mai sentito di questo saggio e sicuramente non l'ha letto.

Durante e subito dopo la seconda guerra mondiale, gli economisti vedevano l'informazione semplicemente come "bene comune". Il governo americano decretò persino che non si dovessero fare profitti dai brevetti, ma solo dal processo di produzione stesso. Poi cominciammo a capire la proprietà intellettuale. Nel 1962, Kenneth Arrow, il guru dell'economia di mainstream, disse che in un'economia di libero mercato il fine di inventare le cose è quello di creare diritti di proprietà intellettuale. Egli aggiunse: "precisamente per quanto questo proposito ha successo c'è una sottoutilizzazione dell'informazione".

Potete osservarne la verità in tutti i modelli di e-business costruiti: monopolizzare e proteggere i dati, catturare i dati sociali gratuiti generati dall'interazione degli utenti, spingere le forze commerciali in aree di produzione dei dati che non erano commerciali prima, elaborare i dati esistenti per ottenere valore predittivo - sempre e ovunque assicurarsi che nessuno al di fuori dell'azienda possa utilizzare i risultati.

Questa gente odia questa parola: "mio". Cercano da 200 anni di persuadere un mondo che crede profondamente in "mio" a cedere la proprietà a tutti gli altri. Ma chi farà rispettare una simile regola? Che tipo di potere concentrato dello stato è necessario? Chi sarà in cima a questa piramide di potere internazionalmente? Il capitolo 10 di The Road to Sefdom di Hayek (1944) va dritto al punto: "Why the Worst Get on Top."   Se Mason sta dicendo che, in qualche modo, concorderemo tutti volontariamente di cedere la nostra proprietà sull'informazione controllata privatamente, allora è un illuso utopista. Marx avrebbe avuto un bel match con lui e le sue idee.

I vecchi socialisti cantano le vecchie canzoni, cercando disperatamente di connettersi con i giovani, tuttavia non riescono a vedere quello che è sotto il loro naso.

Se riformuliamo il principio di Arrow a rovescio, le sue implicazioni rivoluzionarie sono ovvie: se un'economia di libero mercato più la proprietà intellettuale portano alla "sottoutilizzazione dell'informazione", allora un'economia basata sulla piena utilizzazione dell'informazione non può tollerare il libero mercato o diritti assoluti di proprietà intellettuale. I modelli di business di tutti i nostri moderni giganti digitali sono progettati per impedire l'abbondanza di informazione.

Arrow era un economista di mainstream che scriveva nel linguaggio dell'economia moderna: un mondo di perfetta conoscenza e di equazioni. Qualsiasi accenno alla possibilità che quello che diceva abbia qualche relazione con qualsiasi cosa nel mondo reale, lasciamo stare qualsiasi cosa riguardi l'imprenditorialità in un mondo di incertezza, è del tutto assurdo. Si tratta di un altro esempio di qualcuno di sinistra che non capisce quello che legge. Citare Kenneth Arrow a chiunque, per qualsiasi ragione, è sempre stata una perdita di tempo. Arrow lavorò duramente per essere incoerente, e riuscì nel suo intento oltre ogni attesa.

Tuttavia l'informazione è abbondante. L'informazione è replicabile in modo gratuito. Una volta che una cosa è fatta, può essere copiata infinitamente. Una traccia musicale o il database gigante che si usa per costruire un grande aereo hanno un costo di produzione, ma il costo di riproduzione si riduce verso zero. Quindi, se il normale meccanismo dei prezzi del capitalismo prevale nel tempo, anche il suo prezzo si ridurrà verso lo zero.

Questo a me suona bene. Suona come un mondo senza l'intervento statale per stabilire brevetti da 15 anni e diritti d'autore generazionali. In breve, suona come il libero mercato. Ma lo sta presentando come se questa onda del futuro sia in qualche modo coerente con uno stato più forte, una pianificazione più forte, tasse più alte e ridistribuzione coercitiva della ricchezza da parte dello stato. Non è nessuna di queste cose.

Nel corso degli ultimi 25 anni la scienza economica ha lottato con questo problema: tutta l'economia di mainstream procede da una condizione di scarsità, tuttavia la forza più dinamica nel nostro mondo moderno è abbondante e, come disse il genio hippy Stewart Brand, "vuole essere libera".

Come ho già detto, queste sono chiacchiere sulla comune. Mason cita il re dell'utopia comunitaria, il fondatore di The Whole Earth Catalog.

La mitologia e l'impulso dei socialisti sono sempre stati guidati da una rivendicazione sopra ogni altra: l'assenza di scarsità in natura. Tornano sempre allo stesso tema: se solo ci liberassimo delle istituzioni di libero mercato, l'abbondanza universale si riverserebbe su tutti noi. Questa idea ignora tutto della storia umana. La scarsità è scolpita nel cosmo. Non hanno mai capito che a costo zero c'è inevitabile scarsità, c'è domanda maggiore dell'offerta.

Marx vive!

La Sinistra non può sfuggire a Marx.

C'è, ai margini del mondo di informazione monopolizzata e di sorveglianza creato dalle corporation e dai governi, una dinamica diversa che sta crescendo attorno all'informazione: l'informazione come un bene sociale, gratis all'uso, incapace di essere posseduta o sfruttata o prezzata. Ho sondato i tentativi degli economisti e dei guru degli affari di costruire un contesto per capire le dinamiche di un'economia basata su informazione abbondante e socialmente gestita. Ma in realtà è stato immaginato da un economista del diciannovesimo secolo, nell'era del telegrafo e del motore a vapore. Il suo nome? Karl Marx.

Il fantasma di Karl Marx ancora infesta il pensiero di questa gente. Tutte le strade portano a Marx - un Marx civilizzato, un Marx neutralizzato, un Marx senza la dottrina della salvezza sociale tramite la rivoluzione proletaria. Vogliono Marx, ma non vogliono la sua religione della rivoluzione. Però, come scrissi nel 1968,  il marxismo riguardava solamente la religione della rivoluzione. Il resto del contorto sistema speculativo era, come egli definì adeguatamente, sovrastruttura.

La scena è  Kentish Town, Londra, febbraio 1858, attorno alle 4 di mattina. Marx è ricercato in Germania e sta lavorando alacremente appuntando esperimenti di pensiero e note a se stesso. Quando vedranno finalmente cosa stava scrivendo quella notte, gli intellettuali di sinistra degli anni '60 ammetteranno che "mette in discussione tutte le interpretazioni serie di Marx finora concepite". E' chiamato "Il frammento sulle macchine".

Nel "Frammento" Marx immagina un'economia in cui il ruolo principale delle macchine sia la produzione e il ruolo principale degli uomini sia supervisionarle. Gli era chiaro che, in una tale economia, la principale forza produttiva sarebbe l'informazione. La potenza produttiva di macchine quali la macchina automatica per filare il cotone, il telegrafo e la locomotiva a vapore non dipendeva dalla quantità di lavoro richiesta per produrle bensì dallo stato della conoscenza sociale. L'organizzazione e la conoscenza, in altre parole, portavano un contributo maggiore alla potenza produttiva rispetto all'opera di costruzione e gestione delle macchine.

Vale la pena osservare che si tratta di un frammento. Faceva parte della Grundrisse di Marx, un'accozzaglia incoerente di appunti che egli non cercò mai di pubblicare. Non fu pubblicato prima del 1939. Marx sapeva che non valeva la pena portare avanti questa idea e non lo fece mai. Ebbe tempo in abbondanza per portarla avanti. Das Kapital fu  pubblicato nel 1867. Se questa sezione fosse stata così importante, perché non cercò di includerla in qualcosa di stampato? Perché non la citò più? Non lo fece mai. Era una riflessione lì per lì, e tale dovrebbe rimanere.

Abbiamo un sinistroide disperato, che cerca invano di far risorgere qualcosa che Marx lasciò sepolto, dov'era il suo posto. Pensa che si tratti di un'intuizione profonda. Marx non lo pensò mai. Perché dovremmo farlo noi?

Dato quello che il marxismo sarebbe diventato - una teoria dello sfruttamento basato sul furto del tempo di lavoro - questa è un'affermazione rivoluzionaria. Suggerisce che, una volta che la conoscenza diventi una forza produttiva a tutti gli effetti, superando l'effettivo lavoro compiuto per creare una macchina, la domanda importante diventa non una questione di "salari contro profitti" bensì chi controlla quello che Marx definì il "potere della conoscenza".

Ecco un polemista che cerca di riportare alla luce qualche residuo dimenticato della Visione del Grande Uomo, tentando disperatamente di farsi una reputazione facendo rivivere questo punto ignorato per lungo tempo. Però, nel caso di questo documento, non è stato meramente ignorato per lungo tempo: è stato deliberatamente sepolto dall'autore. Marx non portò mai l'idea da nessuna parte. Non pensava che valesse pena portarla da nssuna parte. Ma questo pover'uomo, all'inizio del ventunesimo secolo, cerca di tirare fuori qualcosa da questo frammento ignorato, come se avesse qualche rilevanza oggi, nonostante il fatto che non avesse alcuna rilevanza nel 1858. Sta cercando di ottenere qualche pizzico di verità da un sistema economico che non è mai stato coerente e che è stato universalmente abbandonato quando l'Unione Sovietica si suicidò nel 1991.

In un'economia in cui le macchine svolgono la maggior parte del lavoro, la natura della conoscenza chiusa dentro le macchine deve, egli scrive, essere "sociale". In un esperimento di pensiero finale, al termine della notte, Marx immaginò il punto di arrivo di questa traiettoria: la creazione di una "macchina ideale", che dura per sempre e non costa nulla. Una macchina che si può costruire senza costi, egli disse, non aggiungerebbe alcun valore al processo di produzione e rapidamente, nel corso di qualche periodo contabile, ridurrebbe il prezzo, il profitto e il costo del lavoro di tutto quanto toccasse.

Marx scrisse "sociale" perché non ebbe mai alcuna analisi economica sul mondo post-rivoluzione. Non scrisse nulla sul mondo dopo la rivoluzione proletaria. Non chiarì mai esattamente ciò di cui parlava, perché non hai mai saputo di cosa stesse parlando. Non ha mai avuto un sistema analitico con il quale poter descrivere come sarebbe guidata la divisione del lavoro, in un mondo in cui lo stato fosse rinsecchito e il sistema dei prezzi del libero mercato non esistesse più.

Una volta compreso che l'informazione è fisica, e che il software è una macchina, e che il prezzo di storage, banda e potenza di calcolo sta collassando a ritmi esponenziali, il valore del pensiero di Marx diventa chiaro. Siamo circondati da macchine che non costano nulla e potrebbero, se lo volessimo, durare per sempre.

Il valore del pensiero di Marx è sempre stato prossimo allo zero, e ora è meno di zero. E' ora di smetterla di guardare in bocca ad un cavallo morto.

In queste riflessioni, non pubblicate fino a metà ventesimo secolo, Marx immaginò l'informazione immagazzinata e condivisa in qualcosa chiamato "intelletto generale" - le menti di tutti sulla Terra connessi dalla conoscenza sociale, in cui ogni aggiornamento porta benefici a tutti. In breve, aveva immaginato qualcosa di vicino all'economia dell'informazione in cui viviamo. E, scrisse, la sua esistenza avrebbe fatto "saltare in aria il capitalismo".

Questo pover'uomo non capisce che le riflessioni non sono teoria. Riflessioni non pubblicate non sono da prendersi seriamente. Vuole che crediamo che le riflessioni del 1858 di un disoccupato tedesco con un dottorato possano fornire qualche tipo di fondamento sostanziale per l'analisi economica nel mondo della legge di Moore.

Con il terreno modificato, il vecchio percorso oltre il capitalismo immaginato dalla Sinistra del ventesimo secolo si è perso.

E chi è il tracciatore di cammini che guiderà la Sinistra per mezzo di un frammento negli appunti di Marx? Penso di sapere chi ha in mente.

Ma un cammino diverso si è aperto. Produzione collaborativa, usando la rete di tecnologia per produrre beni e servizi che funzionano solo se sono gratis o condivisi, definisce il percorso oltre il sistema di mercato. Avrà bisogno dello Stato per creare il contesto - proprio come lo Stato ha creato il contesto per il lavoro in fabbrica, valute solide e libero commercio all'inizio del diciannovesimo secolo. Il settore post-capitalista probabilmente coesisterà con il settore di mercato per decenni, ma un radicale cambiamento sta avvenendo.

Ritorno a Mises

Il socialista vuole sempre ritornare a Marx, e l'economista della Scuola Austriaca vuole sempre tornare indietro al saggio di Mises del 1920. L'Austriaco chiede: Come ci può essere produzione collaborativa se non c'è un sistema di prezzi generati sul mercato?

Vale la pena di chiedere anche: Perché ci dovrebbe essere bisogno di allocare risorse in un mondo di risorse gratis? Se le risorse sono gratis, non c'è bisogno di allocarle. Nessuno alloca l'aria: io inspiro ed espiro e non chiedo permesso a nessuno. E' così perché l'aria è gratis.

Mason parla di risorse gratis e anche dei problemi di allocazione delle risorse, quando il fondamento di base di tutta l'analisi economica, da Adam Smith al presente, o dal terzo capitolo della Genesi al presente, è questo: a prezzo zero c'è maggiore domanda rispetto all'offerta.

Le reti ripristinano la "granularità" del progetto post-capitalista. Cioè, possono essere la base per un sistema non di mercato che si autoreplica, che non deve essere creato nuovo ogni mattina sullo schermo del computer di un commissario.

Ancora una volta, chiedo: Se non c'è pianificazione centrale, come può essere organizzata la produzione? Se non c'è un sistema dei prezzi basato sulla proprietà privata di capitale, come ci può essere una qualche forma di allocazione razionale di risorse economiche scarse? Siamo di nuovo a Mises nel 1920. Ma costui non ha mai letto il saggio di Mises.

La transizione coinvolgerà lo stato, il mercato e la produzione collaborativa oltre il mercato. Ma per farla avvenire, l'intero progetto della Sinistra, dai gruppi di protesta ai socialdemocratici di mainstream ai partiti progressisti, dovrà essere riconfigurato. Nei fatti, una volta che la gente comprende la logica della transizione post-capitalista, tali idee non saranno più proprietà della Sinistra - bensì di un movimento molto più ampio, per il quale avremo bisogno di nuove etichette.

Così, ancora una volta, ci sarà collaborazione con lo Stato. Questo è un sistema keynesiano. E' la via di mezzo. E' lo stato che dirige la produzione, ma in qualche modo non è lo stato a dirigere la produzione. E' un sistema dei prezzi a dirigere la produzione, ma in qualche modo non è un sistema dei prezzi a dirigere la produzione. Allora che cos'è? La Sinistra non offre progetti analitici. Non l'ha mai fatto.

Asserzioni storiche invece di progetti analitici

A questo punto abbiamo una divagazione farsesca attraverso la storia dell'Occidente.

Chi può farlo avvenire? Nel vecchio progetto di sinistra era la classe lavoratrice industriale. Più di 200 anni or sono, il giornalista radicale John Thelwall mise in guardia gli uomini che avevano costruito le fabbriche inglesi dicendo che avevano creato una nuova e pericolosa forma di democrazia. "Ogni grande laboratorio o manifattura è una sorta di società politica, che nessun atto del parlamento può zittire e nessun magistrato può disperdere".

Oggi l'intera società è una fabbrica. Partecipiamo tutti alla creazione dei marchi, delle norme e delle istituzioni che ci circondano. Allo stesso tempo le reti di comunicazione vitali per il lavoro e il profitto di tutti i giorni stanno brulicando di conoscenza e malcontento condivisi. Oggi è la rete - come il laboratorio 200 anni fa - che non si può "silenziare o disperdere".

L'intera società non è come una fabbrica. E' come un'asta. E' governata da un principio fondamentale: vince l'offerta più alta. E' un sistema di prezzi competitivi. E' un sistema di allocazione per mezzo di offerte competitive. Non è come una fabbrica; non è mai stata come una fabbrica. Quella era la linea di ragionamento di Frederick Engels, e non era corretta neanche allora. Engels non riuscì a farla funzionare in termini di analisi economica e non può riuscirci neanche Mason.

E' vero, lo Stato può chiudere Facebook, Twitter, persino l'intera Internet e le reti mobili in tempi di crisi, paralizzando l'economia così facendo. E può memorizzare e monitorare ogni kilobyte di informazione che produciamo. Ma non può reimporre la società gerarchica, ignorante e guidata dalla propaganda di 50 anni fa, se non - come in Cina, Corea del Nord o Iran - rinunciando ad aspetti chiave della vita moderna. Come disse il sociologo Manuel Castells, sarebbe come cercare di de-elettrificare un paese.

Mason ha ragione. Però questo è un ulteriore argomento a favore della teoria economia Austriaca. Non è un argomento a favore della pianificazione centrale o di ogni altra via di mezzo tra lo stato totale e la proprietà privata dei mezzi di produzione.

Creando milioni di persone connesse, finanziariamente sfruttate ma con l'intera intelligenza umana a portata di dita, l'info-capitalismo ha creato un nuovo agente di cambiamento nella storia: l'essere umano istruito e connesso.

Eccoci di nuovo: sfruttamento. Ritorniamo sempre indietro alla teoria marxiana dello sfruttamento. Ma allora perché Mason non presenta direttamente l'economia marxiana? Marx non poteva descrivere una soluzione istituzionale allo sfruttamento capitalista. Il suo intero sistema era sbagliato. Böhm-Bawerk lo confutò nel 1884, poi di nuovo nel 1896, su questo unico aspetto: la teoria dello sfruttamento.  Mason importa la retorica di Marx, ma trascura il fatto che il socialismo marxiano, e tutte le altre forme di pianificazione centrale, non hanno mai affrontato questo punto: la proprietà privata è necessaria per avere prezzi razionali delle risorse. Si può vivere senza prezzi in fattorie familiari in una società primitiva. Ma in una società ad avanzata divisione del lavoro ci devono essere mercati di capitali, cioè aste. Era il punto di Mises nel 1920 e la Sinistra non vi ha mai risposto. Non sono intellettualmente capaci di rispondervi. Mises aveva ragione.

Sarà più di solo una transizione economica. Ci sono, naturalmente, i compiti paralleli e urgenti di decarbonizzare il mondo e affrontare le bombe demografiche e fiscali. Ma io mi concentro sulla transizione economica scatenata dall'informazione perché, finora, è stata tenuta in disparte.  [...]

E così abbiamo bisogno di "decarbonizzare". Stiamo diventando verdi. Stiamo toccando i tasti emotivi. Siamo di nuovo alla fattoria comune, ma con pannelli solari prodotti da tecniche di produzione di massa. Mason torna alle fattorie comuni in Grecia.

Di fatto, nelle piazze in posti come la Grecia, la resistenza all'austerità e la creazione di "reti su cui non ci può essere default" - l'espressione usata da un attivista che ho incontrato - vanno mano nella mano. Soprattutto, il post-capitalismo come concetto riguarda nuove forme di comportamento umano che l'economia convenzionale difficilmente riconoscerebbe come rilevanti.

Allora come visualizzare la transizione che ci aspetta? L'unico parallelo coerente che abbiamo è la sostituzione del feudalesimo con il capitalismo. [...]

La prima cosa che dobbiamo riconoscere è che differenti modi di produzione sono strutturati attorno a cose differenti. Il feudalesimo era un sistema economico strutturato da consuetudini e leggi sugli "obblighi". Il capitalismo era strutturato da qualcosa di puramente economico: il mercato. Possiamo predire, sulla base di questo, che il post-capitalismo - la cui precondizione è l'abbondanza - non sarà semplicemente una forma modificata di società di mercato complessa. Però possiamo solo cominciare a intravvedere una visione definita di come sarà.

Con questo non intendo evadere la domanda: i parametri economici generali di una società post-capitalista nell'anno 2075, per esempio, possono essere delineati. Ma se una tale società è strutturata sulla liberazione umana, non sull'economia, fattori imprevedibili cominceranno a darle forma.

La Sinistra non ha un piano economico. Non l'ha mai avuto. Non ci dicono come saranno le strutture legali post-capitaliste. Non ci dicono come la produzione e la distribuzione possono essere organizzate al di fuori di un sistema dei prezzi. Sprizzano solo sogni e slogan. Vogliono darci sensazioni positive per una cosa o l'altra, ma non ci dicono mai come come sarà questa cosa o l'altra.

Escursioni letterarie

A questo punto tira in ballo Shakespeare.

Per esempio, la cosa più ovvia a Shakespeare, scrivendo nel 1600, era che il mercato aveva richiamato nuovi tipi di comportamento e morale. Per analogia, la più ovvia cosa "economica" per lo Shakespeare del 2075 sarà il radicale cambiamento nelle relazioni tra le persone di vario orientamento sessuale, nella sessualità e nella salute. Forse non ci saranno più drammaturghi: forse la natura stessa dei media che usiamo per raccontare storie cambierà - così come cambiò nella Londra elisabettiana quando furono costruiti i primi teatri pubblici.

Ci sarà qualcuna delle mode del momento della sinistra che questo personaggio non invocherà per descrivere il mondo post-capitalista del futuro? Se avesse scritto nel 1967, avrebbe parlato di fondare comuni hippy. Senza un sistema dei prezzi o una pianificazione centrale, non c'è alternativa alla comune. Problema: la comune sarà gestita da comunisti.

Mason si allarga a una sorta di corso di letteratura inglese che ha seguito 30 anni fa. Si suppone che questo chiacchiericcio sopperisca alla mancanza di un piano definito. Si suppone che sia una copertura per il fatto che non offre alcuna analisi economica.

Pensate alla differenza tra, per dire, Orazio nell'Amleto e un personaggio come Daniel Doyce in La piccola Dorrit di Dickens. Entrambi portano in sé una ossessione caratteristica della loro epoca - Orazio è ossessionato dalla filosofia umanista, Doyce è ossessionato dal brevetto della sua invenzione. Non ci può essere un personaggio come Doyce in Shakespeare; egli avrebbe, al meglio, una piccola parte come figura comica della classe lavoratrice. Tuttavia, al tempo in cui Dickens descrisse Doyce, la maggioranza dei suoi lettori conosceva qualcuno come lui. Così come Shalespeare non avrebbe potuto immaginare Doyce, così anche noi non possiamo immaginare il tipo di esseri umani che la società produrrà una volta che l'economia non sia più centrale nella vita. Però possiamo vedere le sue forme prefiguranti nelle vite dei giovani in tutto il mondo che tirano giù le barriere del ventesimo secolo su sessualità, lavoro, creatività e personalità.

[...]

La corrosione del capitalismo

Ora Mason ritorna alla legge di Moore (non nominata).

Oggi, la cosa che sta corrodendo il capitalismo, a malapena trattata dagli economisti di mainstream, è l'informazione. La maggior parte delle leggi che riguardano l'informazione definiscono il diritto di accaparrarsela alle grandi corporation  e agli stati il diritto di accedervi, noncuranti dei diritti umani dei cittadini. L'equivalente della macchina da stampa e del metodo scientifico è la tecnologia dell'informazione, con le sue ricadute su tutte le altre tecnologie, dalla genetica alle cure sanitarie all'agricoltura al cinema, in cui sta rapidamente riducendo i costi.

E allora, come cambierebbe queste leggi? Non lo dice.

L'economia keynesiana non sta funzionando.

L'equivalente moderno della lunga stagnazione del tardo feudalesimo è lo stallo del decollo della terza rivoluzione industriale, per cui invece di automatizzare il lavoro rapidamente fino alla sua scomparsa, siamo ridotti a creare quelli che David Graeber chiama "lavori spazzatura" a basso salario. E molte economie stanno stagnando.

E quindi qual è la sua soluzione? Per spiegarla, fa ricorso a gergo asruso.

L'equivalente della nuova fonte di ricchezza gratis? Non è esattamente ricchezza: si tratta delle "externality" - le cose gratis e il benessere generati dall'interazione di rete. E' la crescita della produzione non di mercato, di informazione che non si può possedere, di reti tra pari e imprese non gestite dall'alto. Internet, dice l'economista francese Yann Moulier-Boutang, è "sia la nave sia l'oceano" quando si tratta dell'equivalente moderno della scoperta del nuovo mondo. In effetti, è la nave, la bussola, l'oceano e l'oro.

Mason ignora tenacemente questo fatto: queste nuove tecnologie sono basate sulla produzione per il mercato. La spinta principale della rivoluzione tecnologica e digitale è nella direzione di decentralizzazione e proprietà privata. Sempre, c'è proprietà privata. Senza proprietà privata, non ci sono prezzi. Senza prezzi, non c'è niente al di fuori di cecità economica. Era il punto di Mises nel 1920 e la Sinistra non ha mai risposto.

Gli shock esterni dei tempi moderni sono chiari: esaurimento delle fonti energetiche, cambiamenti climatici, invecchiamento della popolazione e migrazione. Stanno alterando le dinamiche del capitalismo rendendolo impraticabile sul lungo termine. Non hanno ancora avuto lo stesso impatto della Morte Nera - ma come abbiamo visto a New Orleans nel 2005, non c'è bisogno della peste bubbonica per distruggere l'ordine sociale e l'infrastruttura funzionale, in una società finanziariamente complessa e impoverita.

Una volta compresa la transizione in questo modo, non c'è bisogno di un Piano Quinquennale iperelaborato - ma di un progetto, lo scopo del quale dovrebbe essere l'espansione di queste tecnologie, questi modelli di business e comportamenti che dissolvono le forze del mercato, socializzano la conoscenza, eradicano la necessità di lavoro e spingono l'economia verso l'abbondanza. Io lo chiamo Progetto Zero - perché i suoi obiettivi sono un sistema di energia a zero carbonio, la produzione di macchine, prodotti e servizi a zero costi marginali e la riduzione del tempo di lavoro necessario il più possibile vicino a zero.

 

Che mangino slogan!

I socialisti sono specializzati nel collezionare slogan. Non offrono mai piani economici definiti, ma hanno una lunga fila di slogan. Non ci dicono mai come i loro sogni possono essere realizzati. Non descrivono mai il sistema di sanzioni - giudiziario ed economico - grazie al quale la gente otterrà quello che vuole attraverso la collaborazione. Non discutono mai di causa ed effetto, però sono veramente bravi a snocciolare slogan.

La maggioranza dei rappresentanti della Sinistra del ventesimo secolo credeva di non poter avere il lusso di una transizione controllata: era per loro un articolo di fede il fatto che nulla del sistema nuovo potesse esistere all'interno del vecchio - sebbene la classe lavoratrice abbia sempre cercato di crearsi una vita alternativa all'interno e "nonostante" il capitalismo. Come risultato, una volta scomparsa la possibilità di una transizione in stile sovietico, la sinistra moderna si preoccupò semplicemente di opporsi alle cose: alla privatizzazione della sanità, alle leggi antisindacali, al fracking - la lista è lunga.

Se è corretto quanto affermo, il centro logico per i sostenitori del post-capitalismo è la costruzione di alternative all'interno del sistema; l'uso del potere statale in modo radicale e incisivo; e la spinta di tutte le azioni verso la transizione - non verso la difesa di elementi a caso del vecchio sistema. Dobbiamo capire cosa è urgente e cosa è importante, e che qualche volta le due cose non coincidono.

Questo è utopismo. Esiste da millenni, naturalmente, ma è stato solo dopo il 1660 che il millenarismo sulle riforme religiose utopiste svanì, per essere rimpiazzato dal millenarismo sulle riforme sociali utopiste guidate dai governi. La visione di Mason è utopista fino al midollo e si basa su una premessa fondamentale: lo stato può trasformare la natura dell'uomo.

Il potere dell'immaginazione diventerà un fattore critico. In una società basata sull'informazione nessun pensiero, dibattito o sogno è buttato - che sia concepito in una tenda da campo, in una cella in prigione o nella sala da Subbuteo di una start-up.

Un mondo senza rifiuti! Che meraviglia! Nessun sogno è buttato! Nessun bambino è lasciato indietro! Il bene più grande per il maggior numero! Da ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessità! Gli slogan si susseguono gli uni agli altri.

Come con la produzione virtuale, nella transizione verso il post-capitalismo il lavoro fatto nella fase di progetto può ridurre gli errori nella fase di implementazione. E il progetto del mondo post-capitalista, come con il software, può essere modulare. Persone diverse possono lavoravi in posti diversi, a velocità diverse, in relativa autonomia l'uno dall'altro. Se potessi far esistere una sola cosa gratis, sarebbe un'istituzione globale che modelli il capitalismo correttamente: un modello open source dell'intera economia [...]. Ogni esperimento condotto su di essa la arricchirebbe; sarebbe open source e avrebbe altrettante variabili dei più complessi modelli del clima.

Ci saranno progetti modulari in questa riprogettazione del mondo post-capitalista. Ma chi progetterà le singole parti? Chi supervisionerà l'assemblamento in loco?

Riguardo al software, persone specifiche scrivono programmi. Persone specifiche o posseggono il codice che scrivono, oppure partecipano in programmazione open source. Però qualcuno è responsabile per il beta-testing di ogni programma. E quando il software sbaglia, e lo farà, qualcuno deve offrire assistenza al cliente. Invece nella visione di Mason, tutti i moduli si incastreranno perfettamente l'uno con l'altro. In qualche modo, il beta-testing eliminerà i bachi. Questa società modulare splendidamente progettata, non progettata da nessuno, e per la quale nessuno è responsabile legalmente, trasformerà prima il nostro mondo, e poi l'umanità.

Tutto poggia su una sola assunzione: non c'è scarsità. Tutto poggia sull'assunzione che, a prezzo zero, l'offerta è pari alla domanda. [....]

La contraddizione principale oggi è tra la possibilità di beni e informazione gratis e abbondanti, e un sistema di monopoli, banche e governi che cerca di mantenere le cose private, scarse e commerciali. Tutto si riduce alla contrapposizione tra la rete e la gerarchia; tra vecchie forme di società modellata attorno al capitalismo  e nuove forme di società che prefigurano ciò che sarà nel prossimo futuro.

Utopismo, puro e semplice.

E' utopistico credere che siamo sull'orlo di un'evoluzione oltre il capitalismo? Viviamo in un mondo in cui gli uomini e le donne gay possono sposarsi e nel quale la contraccezione ha, nello spazio di 50 anni, reso la donna media della classe operaia più libera del più pazzesco libertino dell'era Bloomsbury. Perché, allora, troviamo così difficile immaginare la libertà economica?

Sono le elite - chiuse nel loro mondo di limousine scure - ad avere un progetto che sembra altrettanto desolante di quello delle sette millenariste del diciannovesimo secolo. La democrazia delle squadre antisommossa, dei politici corrotti, della stampa controllata dai magnati e dello stato di sorveglianza sembra fasulla e fragile come la Germania Est di 30 anni fa.

Sono d'accordo. La decentralizzazione e l'accelerazione del declino del costo dell'informazione scalzeranno le elite di oggi. Ma questo processo si muoverà nella direzione di maggiore decentralizzazione, più proprietà privata, meno brevetti e più innovazione. Non avrà nulla a che vedere con il socialismo. Lo stato non sarà coinvolto.

Tutte le letture della storia umana devono contemplare la possibilità di un esito negativo. [...] Ma perché non dovremmo formarci invece un quadro della vita ideale, costruita dall'abbondanza dell'informazione, dal lavoro non gerarchico e dalla dissociazione tra lavoro e salari?

Milioni di persone stanno cominciando a capire che è stato venduto loro un sogno in contraddizione con ciò che è realizzabile. La loro risposta è rabbia - e la ritirata verso forme nazionali di capitalismo che non possono che distruggere il mondo. Guardarle emergere, dalle fazioni pro-Grexit di sinistra all'interno di Syriza al Front National all'isolazionismo della destra americana, è stato come rivedere gli incubi di quando è divenuta reale la crisi della Lehman Brothers.

Abbiamo bisogno di molto di più di qualche sogno utopistico e qualche progetto orizzontale in piccola scala. Abbiamo bisogno di un progetto basato su ragione, evidenza e design verificabile, che rompa con il corso della storia e sia sostenibile dal pianeta. E dobbiamo portarlo avanti.

Uno spettro si aggira per il mondo. E' lo spettro della sloganistica.

Conclusione

Paul Mason è il più recente esempio del desiderio della Sinistra di seppellire il capitalismo di libero mercato. La fine del capitalismo è sempre lì dietro l'angolo. 

Possa andarsene in pensione in una fattoria comune in Grecia. Forse avrà una connessione Internet gratis.

 

(traduzione e adattamento di Maria Missiroli)

 

---- [Nota - Gary North recensisce qui uno dei tanti sciagurati che riciclano vecchie assurdità, tentando di irretire giovani ingenui. Probabilmente questo Paul Mason piacerebbe tanto a Beppe Grillo e a tutti gli altri Lucignoli.
Gary North è bravissimo a demolire questi personaggi. L'ha fatto tante volte, un caso su tutti  la micidiale e divertentissima critica alla greenbacker Ellen Brown (si può leggerla sul suo sito garynorth.com).

Sembra incredibile (almeno a me lo sembra!) come la gente possa continuamente farsi abbindolare da sempre lo stesso mito: il Paese dei Balocchi. MM] -------

 


---------------