Thierry Meyssan (LewRockwell.com, 30 novembre 2017 - originale su Voltairenet.org)

Dall'inizio della guerra in Siria nel 2011, la Russia ha appoggiato questa nazione contro quella che considera aggressione dall'esterno. Mentre la stampa occidentale spiega questo comportamento come un caso di solidarietà tra dittatori, Thierry Meyssan porta alla luce le vere ragioni storiche. Meyssan fa notare come la vittoria, che appartiene anche alla Russia, apre un nuovo periodo per la cultura ortodossa in Europa.

Per costruire una Russia moderna, la zarina Caterina II decise di fare della sua capitale, San Pietroburgo, il maggiore centro culturale mondiale. Ella saldamente ancorò le radici del suo paese ai fondamenti culturali di base del Cristianesimo Ortodosso, sviluppò l'uso del francese, e invitò a corte i maggiori intellettuali e artisti europei, che fossero cattolici, protestanti o ortodossi, persino musulmani.

Consapevole della ritirata del cristianesimo in Medio Oriente prima che l'intolleranza dell'Impero Ottomano minacciasse una sconfitta culturale per l'Ortodossia, e quindi per la Russia, la zarina entrò in guerra contro il sultano.

Il sogno di Caterina per la Russia fu bloccato dai francesi e dagli inglesi durante la guerra di Crimea (1853) e ancora di più dai Bolscevichi, che respinsero il ruolo dell'Ortodossia in Russia. Nel 1918, essi fecero il gioco di Mustafa Kemal Atatürk tramite il commerciante di armi Alexandre Parvus, sponsor di Lenin.

Il sogno di Caterina la Grande ha dovuto aspettare fino al 2017 per cominciare ad essere realizzato. Il presidente Putin ha annesso anche la Crimea e protetto la Siria, non dall'Impero Ottomano, bensì dai jihadisti, che agivano sotto supervisione francese, britannica e americana. La Russia è diventata la potenza protettrice di tutti i popoli, di qualunque religione, dalle rive del Nilo ai monti Alborz.

Il summit a Sochi pone in risalto il ruolo della Russia nel Grande Medio Oriente. Ora è la potenza protettrice di Iran, Siria e Turchia - gli ultimi due stati hanno cambiato la loro alleanza politica da Washington nel 1991 a Mosca nel 2017.

Il risveglio della cultura ortodossa avrà importanti conseguenze in Europa. Il continente è storicamente diviso tra una zona cattolica e protestante ad ovest, e una zona ortodossa a est. Parliamo e negoziamo con Dio a ovest, ci sottomettiamo alla sua Gloria e lo adoriamo a est. Le strutture familiari sono meno egalitarie a ovest, più egalitarie a est. A partire dall'undicesimo secolo, questa differenza culturale divide in due l'Europa. Durante la Guerra Fredda, la "cortina di ferro" non rispettava questa divisione, dal momento che la Grecia, ortodossa, era parte della NATO, e la cattolica Polonia era stata incorporata nel Patto di Varsavia. Oggi, l'espansione dell'Unione Europea mira prioritariamente a imporre il modello occidentale europeo nei paesi di cultura ortodossa. Di già, possiamo prevedere la dissoluzione dell'Unione Europea e il trionfo del modello culturale nato a San Pietroburgo.

I cristiani d'Oriente non si sono mai sentiti interessati da queste differenze culturali intra-europee, ma gli europei li hanno sempre considerati essere cattolici o ortodossi. Dal 1848, la Francia aveva immaginato lo spostamento dei cattolici e dei maroniti dalla Siria all'Algeria, e lo sterminio delle popolazioni ortodosse. Parigi pensava di poter usare questi cristiani arabi, fedeli a Roma, per tenere sotto controllo i musulmani algerini. Non riuscendo in questo, finì con l'usare gli ebrei locali (il Decreto Crémieux) affidando il compito a loro (1870). Più recentemente, durante le guerre contro Iraq e Siria, gli europei occidentali hanno accolto molti cristiani orientali, che in realtà erano esclusivamente cattolici, mai ortodossi.

Per la Siria, l'opera del presidente Putin è l'occasione per tornare ai propri fondamenti dopo l'esperienza con i jihadisti, che cercavano di imporre il loro modello culturale a tutti -- la Siria è grande solo se si cura di tutte le sue popolazioni senza eccezioni. All'inizio, Vladimir Putin pensava di poter organizzare un "Congresso dei popoli siriani" a Sochi. Alla fine ha riconosciuto che in Siria, contrariamente a quanto avviene in Russia, nessuna comunità possiede il proprio territorio, vivono tutti mescolati insieme nella loro unica madrepatria condivisa. Per questo sarà un "Congresso per un dialogo siriano".

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