di Daniel McAdams (da The Ron Paul Institute, 28 febbraio 2014)

Il presidente Obama ha rilasciato oggi un breve comunicato stampa  nel quale dichiara che le voci riguardo ad attività militari russe in Crimea sono "profondamente preoccupanti" per gli Stati Uniti. Il presidente ha poi tracciato pericolose linee rosse che minacciano un serio conflitto militare internazionale.

Qual è lo scenario in cui si inseriscono gli avvertimenti del presidente?

La Kiev del dopo il colpo di stato non è l'Ucraina - persino i media hanno sottolineato che l'Ucraina è profondamente divisa - e quindi ci si doveva aspettare che le regioni ucraine con una vasta maggioranza di russi e gente di lingua russa sarebbero state meno entusiaste delle scelte dell'occidente su chi deve guidare il paese.

Tuttavia, agli occhi della politica estera degli Stati Uniti quello che vale per qualcuno non vale per tutti. Mentre l'occupazione del parlamento a Kiev da parte di ribelli appoggiati dall'occidente è stata salutata dagli Stati Uniti e dall'UE come espressione della volontà popolare, una simile occupazione del parlamento autonomo in Crimea è condannata quale mossa antidemocratica. Improvvisamente i "manifestanti" diventano "uomini armati" sui media e nelle dichiarazioni dei politici americani. Il "mini-Maidan" in Crimea deve essere annientato perché secondo Washington la gente ha fatto le scelte sbagliate. Preferisce rimanere vicina alla Russia, il che per l'occidente non è accettabile.

La Crimea e gran parte dell'Ucraina orientale sono popolate da russi e di gente di lingua russa. La separazione dell'Ucraina occidentale, economicamente folle, popolata da ucraini, polacchi e altri è una minore preoccupazione per la Russia rispetto alla minacciata soppressione dell'est di lingua russa (uno dei primi atti del nuovo parlamento ucraino è stato revocare le leggi che permettono l'uso di lingue minoritarie in Ucraina). La Russia certo ha interesse a proteggere i cittadini russi che vivono in paesi confinanti, come abbiamo visto in Ossezia del Sud nel 2008. Non è l'unica. Gli US hanno una politica simile quando si tratta di proteggere gli americani all'estero.

Se ci siano effettivamente truppe russe dislocate fuori dalle aree designate vicino alla base navale russa, è oggetto di speculazione. Le nuove "autorità" ucraine hanno grandi incentivi ad esagerare la minaccia russa al fine di eccitare personaggi come John “siamo tutti ucraini ora” McCain. La loro popolarità al di là della piccola Piazza Indipendenza a Kiev è minuscola e non c'è dubbio che si stiano preparando ad un contraccolpo da parte di una nazione frastornata dagli eventi delle ultime due settimane.

Josh Rogin del Daily Beast espone la congettura che il personale di aspetto militare visto in Crimea possa in realtà essere una forza di sicurezza privata al servizio di Viktor Yanukovich, il quale non essendo stato deposto in accordo con la costituzione ucraina legalmente mantiene ancora la sua posizione - nonostante i proclami di US e UE. La teoria specula che Yanukovich si stia preparando per un ritorno in Ucraina, in Crimea da dove lotterà per riprendere il controllo. Qualunque sia la verità, la Russia smentisce le voci secondo le quali truppe russe starebbero operando fuori dalle aree permesse dai trattati.

In questa miscela incredibilmente tesa entra spavaldamente il presidente Barack Obama con la sua squadra per gli affari esteri.

Nella conferenza stampa di oggi il presidente ha continuato ad usare termini molto provocatori e ambigui per insinuare la minaccia di un'escalation militare da parte degli Stati Uniti in caso avvenissero certi eventi. Per la Siria la linea rossa era l'uso di armi chimiche; in Ucraina è il coinvolgimento militare della Russia, anche se presumibilmente per proteggere i cittadini russi intrappolati in una rivoluzione violenta.

Ha detto Obama oggi:

Gli Stati Uniti saranno a fianco della comunità internazionale nell'affermare che ci saranno costi da pagare per qualsiasi intervento militare in Ucraina.

"Costi" è una parola che appare intenzionalmente ambigua e allo stesso tempo minacciosa.

Obama inoltre avverte che il futuro dell'Ucraina "deve essere determinato dal popolo ucraino", sorvolando sul fatto che alti funzionari di politica estera della sua amministrazione sono stati coinvolti nella manipolazione di eventi mentre erano sul suolo ucraino, sin da prima delle iniziali proteste in novembre.

L'ambasciatore di Obama alle Nazioni Unite, Samatha Power, questa sera ha riaffermato (tramite Tweet) la minaccia di Obama in termini molto più crudi e aggressivi:

Noi chiediamo alla Russia di ritirare le forze militari che si stanno posizionando nella regione.

Il "noi" indica l'intero governo americano con l'implicazione che sia incluso l'esercito? O le dita su Twitter si stanno sovra-eccitando alla prospettiva di un altro intervento militare oltreoceano degli USA? In questa dichiarazione parla per il presidente Obama?

L'amministrazione Obama con la sua arroganza sta trascinando gli Stati Uniti verso un conflitto militare con la Russia. E' ora di abbassare i toni di molti livelli, e speriamo che menti più lucide di quelle di McCain, Power, Rice e Nuland possano prevalere. Altrimenti ....