(2 marzo 2018)

Ieri ho partecipato ad uno scambio di commenti su Facebook riguardanti un caso di cronaca, su una ragazza morta di leucemia: il caso è finito in tribunale perché la famiglia e la ragazza non avevano seguito i protocolli medici che prescrivono la chemioterapia, affidandosi invece ai metodi del dottor Hamer. Il giudice ha stabilito (con mio grande sollievo) che "non credere nella scienza non è un reato". La libertà di cura è naturalmente un principio basilare in ambito libertario (ma non occorre essere libertari per sostenerlo!), tuttavia persone che si definiscono libertarie hanno criticato la scelta della famiglia, accusandola di arretratezza e ignoranza, quando non direttamente di assassinio. L'efficacia della chemioterapia per la leucemia è fuori discussione, hanno scritto, è insindacabile, è stabilita con certezza dalla scienza, e chi non lo crede è un ignorante e anche un criminale. Mi sono venuti un po' di brividi pensando alla tragedia di quei genitori (e anche a quella del dottor Hamer), ma tant'è.

E così c'è gente che crede fermamente che l'efficacia della chemioterapia sia "un fatto stabilito con certezza". Un minimo di ricerca, con lo spirito di stabilire la verità e non meramente di trovare conferme alla propria opinione, porterebbe a rendersi conto che gli oncologi stessi spesso riflettono anche nelle loro conferenze sulla pessima efficacia della chemioterapia, al punto che non esiste in realtà alcuna indicazione palese che la chemioterapia abbia effetti positivi, rispetto a non far niente, sull'aspettativa e qualità di vita per i pazienti. Però la chemioterapia è estremamente lucrosa: per promuoverla, gli studi clinici utilizzano a man bassa le numerose armi di sofisticheria statistica per arrivare a concludere che la chemioterapia è utile, l'esempio più classico è mediando la mortalità tra malattie che hanno incidenza molto diversa. L'efficacia viene misurata in obiettivi che poco hanno a che fare con quelli veramente sentiti dai pazienti: ad esempio, se la chemioterapia riduce le dimensioni di un tumore solido e anche lo fa temporaneamente sparire, questo è portato a sostegno della sua efficacia, quando in realtà non allunga né migliora la vita del paziente.

Nonostante i pessimi risultati della chemioterapia, per non parlare dei terribili effetti collaterali anche per i sopravvissuti (che probabilmente non sono sopravvissuti grazie alla chemioterapia), chi critica la chemioterapia e propone terapie alternative viene attaccato con un livore spietato. Ciarlatano, impostore, assassino, tutti nello stesso calderone, veri truffatori e medici integerrimi come il dottor Hamer. Qualsiasi cosa metta in pericolo un enorme flusso di denaro deve essere eradicato sul nascere. È normale che sia così, come lo è in tanti ambiti in cui sono in ballo gigantesche quantità di denaro.

Vorrei mettere in luce, brevemente, alcuni dei meccanismi di pensiero che portano le persone ad accettare acriticamente molte affermazioni che in realtà risultano di dubbia ragionevolezza ad un esame attento. Questi meccanismi molto diffusi sono emersi immediatamente nello scambio di commenti su Facebook.

La scienza e il metodo scientifico: impegno verso la verità, non fede cieca

La serie di indicazioni che va sotto il nome di metodo scientifico è una formalizzazione di criteri di buon senso per stabilire delle regolarità nel verificarsi di certi fenomeni: che tipo di domande dobbiamo porci, che tipo di prove occorre mettere in atto, per arrivare ad affermazioni che siano ripetibili e predittive.

La rivoluzione scientifica dei secoli scorsi ha portato, grazie alle condizioni politiche che favorivano la libera imprenditorialità, ad uno spettacolare e incredibile miglioramento delle condizioni di vita per uomini di tutte le classi sociali. Questa rivoluzione ha le sue radici probabilmente più nella riscoperta della logica aristotelica e nel concetto di "intelligibilità del creato" di San Tommaso d'Aquino, piuttosto che in qualche ovvietà scritta da Francis Bacon. È comunque sin dai tempi più antichi che, per la ricerca obiettiva della verità, si raccomanda lo sforzo di mettere da parte le proprie personali predilezioni e i propri personali interessi per stabilire ciò che è vero, separandolo dal ciò che si vorrebbe fosse vero.

La strada verso la conoscenza scientifica è una successione di domande a cui cercare risposta in modo obiettivo, cercando conferme ma anche smentite alle idee che vogliamo mettere alla prova. Il grande successo della rivoluzione scientifica non significa però che sia vero tutto quello che certi uomini affermano in nome della "scienza". Accettare i pronunciamenti delle autorità senza fiatare, perché affermano di aver usato "il metodo scientifico", è un atteggiamento tutt'altro che scientifico, che fa leva sulla propensione dell'uomo alle illusioni volontarie e alla ricerca della via non faticosa.  Accettare senza porsi domande critiche, senza fare lo sforzo di chiedersi quali potrebbero essere le domande pertinenti, questa è fede cieca, non scienza. Viene in mente Piero Angela in TV, che sale in cattedra dicendo più o meno "noi siamo scienza e gli altri sono ciarlatani ignoranti". La scienza vera è sudore e umiltà, è mettere in dubbio ciò che si pensa, è sforzarsi di individuare le domande rilevanti; non è credere senza discutere alle "autorità scientifiche" solo perché "la rivoluzione scientifica ha prodotto meraviglie".

La più potente forza su questo pianeta

È sempre lì davanti a noi, la sentiamo dentro di noi in continuazione. Eppure pochi sono disposti ad ammettere che ci sia. È talmente terribile che solo l'idea di affrontarne l'esistenza spaventa. Di fronte a questa forza qualsiasi razionalità cede. È la superstizione.

Di questi tempi, ma anche in ogni epoca in passato, sono alla ribalta della cronaca i casi di sette che irretiscono le persone, fino a farsi consegnare grosse somme di denaro. Vanna Marchi è stato un caso molto noto e relativamente bonario. Ma tutti conoscono più o meno direttamente casi di gente irretita da qualche tipo di setta o di mago. Come mai succede? Come fanno questi a farsi consegnare volontariamente tanto denaro senza minacce dirette?

Il messaggio "se non fai questo muori" ha un potere tutto particolare sulla mente degli uomini. Qualunque pubblicitario vorrebbe poterlo usare! Non c'è nulla di più efficace. L'uomo ha il terrore di morire e questo messaggio cortocircuita le sue difese razionali. (Detto questo ognuno può toccarsi quello che vuole o compiere il gesto scaramantico di sua scelta.)

Se esiste una cosa così potente, si può star certi che qualcuno cercherà di usarla. E si dovrebbe stare molto in guardia. Non cercheranno di usarla solo truffatori da quattro soldi.

In medicina, per la natura stessa della materia, si è a contatto continuamente con situazioni di questo tipo, con il terrore della morte. E si può star certi che qualcuno cercherà di usare questa leva per profitto, se può passarla liscia.

L'accettazione incondizionata di pratiche come la chemioterapia e i vaccini, che ad una analisi realmente scientifica appaiono totalmente irrazionali, è dovuta al potere di questa forza. Non c'è nulla da fare. Non c'è ragione a cui poter fare appello. Se è attanagliato da quel messaggio, l'uomo rifiuterà qualunque evidenza.

Solo l'analisi spassionata e approfondita può controbattere quella forza. Non è una cosa semplice né immediata. Occorre tempo e impegno.

Quando mi vennero i primi dubbi sui vaccini, parlo di quindici anni fa, e cominciai ad approfondire e cercare risposte ad una sere di domande, ricordo ancora il potere di quella forza, pure su me stessa, pure quando ormai sapevo cose inequivocabili. Non è una questione di ore e neanche di giorni. Per liberarsi ad esempio dal messaggio sui vaccini occorrono mesi e mesi. Adesso, di fronte a tutto quello di ulteriore che ho saputo dopo, leggere bene tra le righe del messaggio sui vaccini per me è molto facile. Quella forza non ha più presa su di me, almeno a questo riguardo. Qualunque cosa legga sui vaccini vedo subito dov'è l'inganno. Ma liberarsi da quella forza, guardare le cose con obiettività senza farsi spaventare da quel messaggio, non è stata una passeggiata.

La fallacia del "questo significa quello"

Decenni e decenni di scuola pubblica e di mancata attenzione al ragionamento logico hanno effetti molto evidenti. Come scrive Jon Rappoport in uno dei suoi articoli su questo sito, la fallacia logica più diffusa e pervasiva è "questo significa quello". Tutte le fallacie logiche, si può dire, discendono da questa.

Mi riferisco all'onnipresente: "Se pensi questo, allora significa che pensi anche quello".

La gente superficiale usa continuamente pensieri di questo tipo senza esserne minimamente consapevole. Si pensa che sia normale. Anche quando tra il questo e quello della frase sopra c'è un mare di differenza.

"Se non credi all'efficacia della chemioterapia allora non credi all'efficacia dell'aspirina". Eh?!!

"Se non credi all'efficacia della chemioterapia allora sei contro a tutta la medicina allopatica." What?!!

"Se non credi all'efficacia e innocuità dei vaccini, allora sei come i grillini." Ma, veramente....

Mi chiedo: può davvero qualcuno pensare che sia un modo proficuo di ragionare? Che si possa stabilire qualche verità scientifica in questo modo? Che, ragionando così, si possa essere in grado di riconoscere bugie fossero pure clamorose?

La capacità di discernere, di discriminare tra le cose, è la più importante delle facoltà che ci fanno avanzare nella conoscenza. È quello che dovremmo imparare a fare. Decidere a priori su un tema, senza preoccuparsi dei fatti e dei ragionamenti relativi al tema in questione, perché si ritiene che mettendo in dubbio quello allora crollerebbero certezze su altre cose (perché?), non è esattamente scientifico.

Nota finale

Non finiscono sul giornale le ragazze morte dopo aver fatto la chemioterapia. Questo non sarebbe funzionale alla promozione della chemioterapia. Ma se una ragazza muore e non aveva fatto la chemioterapia, allora si va in tribunale e si dà risalto alla notizia. Una ragazza è morta senza aver fatto la chemio. Non vuol dire nulla riguardo a se sia meglio fare la chemio o meno, ma ci sono libertari che danno dei criminali ai genitori, perché "che la chemio sia efficace è una certezza stabilita scientificamente".

È così comodo rinunciare alle proprie responsabilità e affidarsi a qualcun altro. Lasciamo che siano le autorità "scientifiche" a decidere. Anche a costo di morire. Nessuno sarà accusato di essere un criminale per aver fatto fare la chemio. (bé, io in effetti un po' lo penso, ma questo non conta nulla). 

Esaminare spassionatamente le cose, con l'obiettivo sincero di giungere a qualche verità su una certa questione, può riservare un sacco di sorprese. Ne so qualcosa. Quelle sorprese sono sempre scomode, però sono sempre, immancabilmente, sorprese molto belle.

(Maria Missiroli)

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