di Jon Rappoport (www.nomorefakenews.com, 25 novembre 2015)

"La scoperta della logica ebbe un impatto enorme. Cambiò la civilizzazione. Essa fornì altresì agli ingannatori di professione un nuovo livello di comprensione del loro stesso lavoro di deviazione delle menti. Oggi, l'investigatore ha bisogno della conoscenza della logica come mai prima. Egli deve impegnarsi in un processo di analisi che incorpora più delle regole nude e crude elencate da Aristotele. Deve conoscere i cugini primi della logica...."  (The Underground, Jon Rappoport) 

Questo articolo si compone di due parti. Entrambe sono essenziali per la comprensione di ciò che intendo discutere.

Parte I

Ventiquattro secoli fa, nell'antica città di Atene, avvenne qualcosa senza precedenti.

Tre uomini cambiarono il corso del mondo introducendo la disciplina della logica: Socrate, Platone e infine Aristotele, che esplicitò i principi del ragionamento nell'opera Organon.

Da allora, lungo tutto il percorso fino ai giorni nostri, matematici e filosofi hanno contribuito a quel deposito di conoscenza con intense ricerche.

In molti paesi, la logica costituiva parte integrante dell'istruzione superiore. Era spesso presentata in forma di una serie di errori che occorreva evitare riflettendo su un problema o nella valutazione di un argomento.

Oggi, tuttavia, come il dinosauro, la logica è scomparsa.

Perché è scomparsa dai programmi di scuola superiore? Forse per la stessa ragione per cui sempre meno studenti studiano latino o greco. La logica è considerata irrilevante. E' "fuori moda". Può essere rimpiazzata da tentativi più circoscritti di insegnare ai giovani come "pensare criticamente".

Non è vero.

Un tempo capivamo il significato formale della parola "argomento". Era una presentazione in cui l'oratore o scrittore mirava a giungere ad una conclusione, a partire da un primo insieme di idee e muovendosi lungo una linea specifica. Per capire e valutare un argomento, si doveva essere in grado di notare le deviazioni dalle regole della logica. In termini più basilari, si doveva essere in grado di seguire il corso del ragionamento, come un corso d'acqua, e non perdere il filo.

Gli studenti di oggi in generale sono carenti in quell'abilità di seguire la traccia. Spesso non capiscono neanche che si sta costruendo un argomento. Piuttosto, leggono un capitolo in un libro e selezionano quelle che a loro sentire sono le informazioni più interessanti. Si lasciano andare alla deriva e affondano.

Gli studenti vedono se stessi come consumatori in un mercato di idee e parole, in cui comprano i pezzi più attraenti.

Questa strategia collassa tanto più quanto più avanti lo studente procede lungo la strada dell'istruzione.

Essendo stato insegnante, ho visto studenti effettivamente equipaggiati con una conoscenza della logica. In tutti i corsi che seguivano, possedevano un vantaggio invidiabile.

La logica è alla base delle materie accademiche. E' la roccia sulla quale sono costruiti questi campi di indagine. Fisica, matematica, biologia, storia, lingue sono insegnate sulla base dell'essenzialità di un approccio razionale alla materia. E la logica è l'essenza della razionalità.

Al meglio, gli studenti assorbono la logica a pezzettini, a caso. Il passo ovvio sarebbe insegnarla come suo stesso oggetto di studio. Se si fa questo, gli studenti sono improvvisamente avvantaggiati. Possiedono uno strumento indispensabile per pensare lucidamente in qualsiasi situazione, in qualsiasi classe, usando qualsiasi testo, sostenendo qualsiasi esame, scrivendo qualsiasi tema.

Il risultato accademico, quando il grado di difficoltà aumenta, è una questione di saper gestire quantità sempre maggiori di informazioni. Questa è la sfida primaria. Armato di logica, uno studente può vincere questa sfida, perché vede e segue l'architettura sottostante attorno a cui tutta l'informazione è organizzata.

Un ragazzino può aprire un vecchio orologio. Può esaminare i pezzi e capire cosa fa ognuno dei pezzi. A questo punto, se capisce la struttura, la logica dell'orologio, può andare oltre. Può capire, più profondamente, come tutte le parti si combinano per produrre l'orologio che segna l'ora. A quel punto, la sua conoscenza è assolutamente solida.

E' questo il risultato dello studio della logica.

Parte II

Con tutto quello che lo studio della logica produce, ci sono dei limiti.

Non solo viviamo in un'era di informazione, viviamo in un'era di disinformazione.

Quando l'occultamento e l'inganno sono obiettivi ufficiali, una persona all'esterno che esamina fatti, argomenti, premesse e linee di ragionamento deve saper riconoscere gli schemi di propaganda, le storie di copertura, le distrazioni messe appositamente e le volute omissioni di dati vitali.

In altre parole, in questi tempi abbiamo a che fare continuamente con portavoce ed esperti che usano metodi di anti-logica in tutti i modi, al fine di persuadere gli ascoltatori.

Una volta si chiamava polemica. Questo termine non è più in uso.

Oggi dobbiamo essere in grado di capire la polemica come mai prima.

Lasciamo stare le scuole superiori; non si può trovare un buon corso di studi su propaganda e polemica in nessun college o università nel mondo. Faccio questa affermazione categorica perché le università sono compromesse in partenza. Ricevono finanziamenti per ricerche che coinvolgono, per esempio, vaccini, farmaci, controllo mentale, cambiamenti climatici, sistemi di armamenti avanzati, genetica umana, pesticidi, coltivazioni OGM. Propaganda e polemica su questi temi sono dappertutto. Un corso reale sulla propaganda denuncerebbe proprio le università che la insegnano.

Un professore che parlasse in modo approfondito di propaganda sarebbe tagliato fuori dall'amministrazione del suo istituto. Sarebbe attaccato, diffamato, infangato, perseguitato e esiliato dai suoi direttori e dai suoi stessi colleghi.

Perciò, lo studio della disinformazione si colloca al di fuori dello spettro accademico.

Nella mia raccolta Power Outside The Matrix, è inclusa una lunga sezione intitolata Analizzare l'informazione nell'era della disinformazione.  E' basata sulla mia esperienza come reporter nell'arco degli ultimi 30 anni.

L'ho costruita su questa base: approfondire e esaminare, in grande dettaglio, lo scenario ufficiale su qualsiasi tema. E' un approccio che paga buoni dividendi.

Quando si è in grado di esporre, come una mappa o un progetto, lo scenario ufficiale completo, allora lo si può smontare. Si possono attaccare le sue parti, una ad una.

Ho imparato a fare esattamente questo, sul campo, dopo sei anni da reporter, con il mio primo libro, AIDS INC., Scandal of the Century. Arrivai a quest'approccio per necessità, perché venivo inondato da un torrente di informazioni da tutti i lati. Appena si diffuse la voce che stavo scrivendo il libro, la gente veniva a darmi le sue "migliori opinioni" sul tema.

Queste opinioni spaziavano da "virus prodotto in laboratorio" a "detriti cosmici precipitati sulla Terra" - e qualsiasi cosa nel mezzo.

Al tempo stesso, stavo assemblando le mie stesse scoperte riguardo agli argomenti illogici presentati dal governo e dai ricercatori universitari sul "virus dell'AIDS".

Stavo anche dettagliando, nei miei appunti, i preconcetti dei giornalisti indipendenti, che organizzavano i dati in modo consono alla propria causa e ai propri programmi.

E al di là di tutto questo, mi trovavo nel mezzo di un vasto pantano, perché non avevo ancora identificato la premessa più basilare intrinseca nello scenario ufficiale su HIV e AIDS. Questo era il vero punto focale. Questo mi teneva sveglio di notte. Non ero consapevole di non aver colto le assunzioni più basilari.

In altre parole, stavo ancora inconsciamente accettando certe idee ufficiali su HIV e AIDS. E in questo stato di cose, non potevo avanzare oltre ad un certo punto. Non potevo prendere le migliaia di frammenti di dati che avevo e osservarli dal punto di vista corretto. Avevo una parte del puzzle, ma non abbastanza.

Poi un giorno un uomo che appoggiava il mio lavoro mi presentò ad un piccolo gruppo di persone, nel luogo dove tenevo un discorso. Fece un commento lì per lì. Questo commento fece partire una fila di scoppi nella mia testa. Un'esplosione portava alla successiva - e allora capii quello che non avevo visto.

Divenne chiaro per me - perché così tanta gente aveva così tante idee sull'AIDS.

Sono consapevole che, per molti lettori, la mia prossima affermazione sarà incomprensibile, perché non hanno il background necessario. Nondimeno...

Capii che non esisteva una cosa come quello che veniva definito AIDS.

La sofferenza, il dolore e la morte che venivano chiamati AIDS non erano una cosa sola, non erano una sindrome sola, una malattia sola, una condizione sola.

Questo era il primo e principale errore (elemento di disinformazione) nello scenario ufficiale.

Ora potevo finire il libro, e rapidamente. Avevo l'inganno nelle mie mani.

Ho imparato la mia lezione, che mi ha accompagnato fedelmente sin da allora. Delineare lo scenario ufficiale completo. Trovare tutte le sue parti. Investigare ognuna delle parti. Cercare la più basilare delle assunzioni basilari nello scenario.

C'è molto altro da dire su tutto questo, ma ho voluto darvi almeno il sentore di cosa vuol dire analizzare la disinformazione su un tema grande, grandissimo, e su una grande, grandissima realtà falsa.

La logica aiuta; è essenziale; però, in pratica, da sola non porta tutto il carico. Spingersi attraverso intrecci multipli di bugie e mezze verità e false piste è un processo, a cui ci si deve dedicare personalmente e intimamente, se si vuole arrivare al vero fondamento dell'operazione di disinformazione.

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Nota [MM]

Ancora un articolo di Rappoport sullo stesso tema di Controllo mentale, caos mentale e Anti-logica: la piaga dell'istruzione; a mio avviso non si può esagerarne l'importanza.

Questo articolo è centrato sul tema generale, ovvero la mancata consuetudine ad usare la logica e ad approfondire fino all'origine le storie che sentiamo raccontare.

Applicando il principio stesso di ricerca delle assunzioni più basilari di cui parla Rappoport, la mia conclusione è che proprio la mancanza di logica e di analisi non superficiale da parte degli uomini è essa stessa la base fondamentale di tutto l'intreccio di realtà false e di inganno che ci circonda. Additare colpevoli qua e là è un palliativo.

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