Maria Missiroli, 28 ottobre 2014

Qualche giorno fa, ad una cena con bambini e genitori, un ragazzino di 12 anni ha risposto così ad una domanda sulle gite scolastiche: "Mi piacerebbe molto andare a Madrid l'anno prossimo, però ho paura perché a Madrid c'è Ebola." Allora io gli ho detto che non è il caso di preoccuparsi, l'anno prossimo non ci sarà più nessun allarme, e molto probabilmente l'allarme attuale è esagerato. Lui allora ha detto che lo capisce bene, però era preso alla sprovvista dal mio commento. Dopo un po' il ragazzino ha candidamente ammesso la verità: "Il fatto è che parlare di Ebola è divertente." "Ah, allora lo sai che è per questo...", gli ho detto sorridendo.

Il nemico subdolo, invisibile, pronto ad attaccare in qualsiasi momento seminando morte e terrore; la suspense dei numeri, l'attesa per la prossima città colpita ("arriverà anche vicino a noi?"); e poi la scenografia avvincente, tutte quelle tute da astronauta a cui il pubblico è assuefatto da innumerevoli film di genere catastrofico. Ebola offre molti spunti su cui poter parlare e costruire con l'immaginazione. Se arriva qualcuno a mettere in dubbio l'intero castello, parlando di logica e ragione, viene percepito come un'intrusione fastidiosa; come nel caso del ragazzino, si viene guardati con un'espressione stupita che vuole dire: "Non vorrai mica togliermi il mio divertimento?".

La storia di Ebola è, al momento, un tale successo che quasi non si parla d'altro persino sui media alternativi; sembra che quasi universalmente  tutti credano alla minaccia del virus. Anche in ambito libertario, il tema è perlopiù come lo Stato abbia reagito in modo maldestro e incompetente, creando danni; Alex Jones parla in continuazione di Ebola come fosse una minaccia pericolosa che si può diffondere anche senza contatto, forse creata in qualche laboratorio segreto del governo americano. C'è naturalmente l'eccezione di Ron Paul, molto meno ingenuo, che ha parlato di Ebola come di un'isteria artificialmente creata dai media, riconoscendo che il virus in se stesso è pericoloso, però difficilmente trasmissibile. Le affermazioni di Ron Paul sulla "pericolosità del panico maggiore di quella del virus" hanno suscitato un bel po' di clamore.

Difatti il tema non è "esiste o no un virus che può far ammalare", quello può benissimo esistere, ma non è il punto cruciale. La domanda vera attorno a Ebola è: siamo di fronte ad un virus pericoloso che minaccia di diffondersi nel mondo e di creare un'epidemia di grandi dimensioni, giustificando pertanto l'allocazione di enormi risorse, l'istituzione di quarantene, l'invio di forze militari in Africa, e tutta la paura e il panico creati dai media? E la risposta a questa domanda è: sicuramente no.

Come posso esserne così sicura, nonostante non sappia praticamente nulla di Ebola? Come può esserne così sicuro Jon Rappoport, che ha scritto una moltitudine di articoli su Ebola in questi mesi (di cui qui ho tradotto Ebola: arrivano i promotori della "pandemia globale", Il potere ipnotico della propaganda sul virus, Anti-logica: la piaga dell'istruzione )? Quello che abbiamo in comune Rappoport ed io è che entrambi, in modo del tutto indipendente e in anni molto diversi, abbiamo indagato fino in fondo la storia dell'AIDS. Questo vuol dire che conosciamo "tutti i trucchi". E' tutto un déjà vu . Sappiamo come funziona. Se leggiamo sui giornali una notizia su Ebola, ci è chiaro subito dove va a a parare.
(Naturalmente anche Ron Paul e Lew Rockwell sanno bene che l'AIDS è una truffa; probabilmente non conoscono così a fondo tutti i dettagli.)

Rappoport nei suoi articoli su Ebola per forza di cose ripete sempre gli stessi principi, magari da angoli diversi. Non c'è molto di più da aggiungere rispetto ai suoi articoli citati sopra, che risalgono ormai a qualche tempo fa. Però, come abbiamo visto in Informazioni ipnotiche: 4 caratteristiche essenziali, la ripetizione è uno dei meccanismi principali che spingono la gente ad accettare per vere le notizie. Ad esempio, credo che all'inizio dell'isteria Ebola molti siano stati scettici e abbiano pensato qualcosa come: "Aspettiamo un po' prima di giudicare". Poi però le notizie si moltiplicano, passano le settimane e sembra che i contagiati aumentino, la malattia si diffonde in sempre più luoghi e la gente cominci a preoccuparsi davvero. "Se ne parlano così a lungo, deve essere vero per forza".

Allo stesso modo, alla gente che sente ripetere le stesse notizie molte volte, una notizia non ripetuta appare evidentemente non vera, anche se sembrava "così ragionevole". E così, anche se non dirò nulla di nuovo rispetto a cose già dette, ho deciso anch'io di ribadire il punto di vista contro l'isteria da Ebola! Ognuna delle notizie su Ebola apparse in questi giorni, comprese quelle sui siti libertari, non fa che confermare l'impressione di chi conosce bene i meccanismi delle "epidemie inventate".

Nel seguito presento qualche estratto da alcuni dei numerosi articoli di Rappoport sull'argomento, lui è bravissimo e io non potrei certo scrivere meglio; alla fine concludo con qualche altro commento mio.

Da Ebola: how to stage a fake epidemic (Ebola: come mettere in scena una finta epidemia), Jon Rappoport, 7 ottobre 2014

Nel 1988, finito di scrivere il mio primo libro, AIDS INC. - Scandal of the Century, scrissi qualche appunto per una intervista radio che avrei avuto da lì a breve. Ecco un estratto rilevante:

"In conclusione risulta che non c'è assolutamente alcuna ragione per sostenere che l'HIV causa quello che è chiamato AIDS. Una volta che sottraete l'HIV dalla storia ufficiale, cosa vi rimane?

Un certo numero di persone che presentano un insieme di malattie e sintomi. Ma senza l'HIV, la 'colla' che le tiene tutte insieme svanisce. Quello che avete ora sono persone malate.

Le avete in Africa, a New York, San Francisco, Haiti e altri posti. Sì, sono malati e muoiono. Ma questo non fa un'epidemia, perché il minuscolo virus che si supponeva fosse all'origine di tutto questo è scomparso dall'equazione." 

"Questo ci dice come si può inventare un'epidemia. Si prendono molte persone malate e moribonde e si proclama che c'è un singolo germe che sta causando tutti i problemi.

Si promuovono alcuni test diagnostici che 'confermeranno la presenza del germe' e si dice alla gente di fare il test. 

Ma i test non confermano realmente la presenza del germe. Sono ingannevoli e inutili. Ovviamente, i test daranno esito positivo in molti casi.

Queste persone positive saranno definite vittime del singolo germe che è alla radice dell'epidemia."

Ho scritto queste note nel 1988 e si applicano allo stesso modo a Ebola, come ho dimostrato [nei miei articoli su Ebola].

I due test primari per Ebola - anticorpi e PCR - sono completamente inutili al fine di verificare la presenza di milioni di virus Ebola in un paziente - il che è quello che sarebbe necessario per poter cominciare a dire che quel paziente è un "caso di Ebola".

Nel 1988 con l'AIDS e più recentemente con Ebola, ho spiegato la lista di fattori che possono far ammalare e uccidere la gente - fattori che non hanno nulla a che fare con l'HIV o il virus Ebola. 

Essenzialmente, questo è come si crea una falsa epidemia: Morte vera, spiegazione falsa.

Si collegano insieme persone che sono malate e muoiono per varie ragioni e si proclama che è a causa del Singolo Germe.

Questo fornisce un potente vantaggio psicologico, perché la gente è sempre alla ricerca della singola cosa unificata che spiega una moltitudine di fatti disturbanti.

Si dà loro quello che vogliono.

Loro ci credono.

Nel caso della "epidemia di SARS" nel 2003, era il "coronavirus". Come ho già citato,  [...] la percentuale  di pazienti di SARS che  realmente "avevano il virus" calava di mese in mese. Di fatto, alla fine la percentuale stava avvicinandosi a zero.

Questa vera e propria assurdità fu diligentemente riportata sulla stampa da giornalisti con il cervello staccato, e tutti smisero di pensarci, inconsapevoli che era appena esplosa una bomba.

Come potevano queste persone essere definite "casi di SARS", quando l'unica e sola causa di SARS, "il coronavirus", non era presente nei loro corpi?

Nel caso dell'HIV, era ancora peggio, perché a chi veniva diagnosticato come "positivo all'HIV", come risultato di test per gli anticorpi inutili e fuorvianti, veniva dato un farmaco chiamato AZT.

L'AZT era un farmaco chemioterapico scartato [perché troppo tossico! N.d.T.] che giaceva sugli scaffali del National Institutes of Health. Era stato là per quasi 25 anni.

Fu prescritto ai pazienti con l'ordine di prenderlo tutti i giorni per il resto delle loro vite.

Dire che l'AZT è altamente tossico è una minimizzazione. Attacca tutte le cellule del corpo, incluse le cellule del sistema immunitario.  Quando la gente cominciò a morire come risultato, i medici assicurarono spensieratamente a chiunque che "l'AIDS aveva accelerato" e che le morti nulla avevano a che fare con l'AZT.
[...]

Anni dopo la pubblicazione del mio libro nel 1988, intervistai una ricercatrice che partecipava al più vasto studio sull'HIV mai fatto, che riguardava uomini omosessuali ed era tuttora in corso.

Questo studio teneva traccia degli uomini diagnosticati di HIV per esaminare cosa succedeva loro nel corso di molti anni.

Ovviamente, quasi tutti loro prendevano l'AZT. Una grande percentuale si ammalò e morì.

Ma c'era un sottoinsieme di uomini che erano rimasti in buona salute dopo 8-10 anni ed erano ancora sani. Il comune denominatore? Non avevano mai preso l'AZT, oppure avevano smesso di prenderlo. 

Chiesi alla ricercatrice perché gli organizzatori dello studio non avessero dato risalto a questo fatto.

Lei rispose che non pensavano fosse molto importante. 

Non importante? Secondo la "scienza" convenzionale, questi uomini avrebbero dovuto essere morti. Non lo erano. Erano in buona salute. Non avevano preso i farmaci.

Questo è il tipo di "scienza" usato per pubblicizzare false epidemie. Morti reali, ragioni false.

Un crimine come nessun  altro.

(fine estratto)
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da Death doesn't=someone's opinion about death (La morte non equivale all'opinione di qualcuno sulla morte), Jon Rappoport, 8 ottobre 2014

"Ho visto gente morire di HIV."

No. Hai visto gente morire. I medici dicevano che avevano l'HIV. 

"Ho visto gente morire di Ebola."

No, non l'hai vista. Hai visto gente che moriva. Tu non hai idea di cosa li ha uccisi. Puoi pretendere di saperlo, ma non lo sai. 

"I medici sanno cosa uccide la gente."

Vinci una stella d'oro per la tua fede. Ora sei un membro a tutti gli effetti della Chiesa del Misticismo Biologico. 

Quelli che vedono altri morire spesso assumono di sapere perché è successo. Certamente, quando si tratta di virus, non ne hanno un'idea. Sono sicuri di sapere. Questo non fa sì che abbiano ragione.
[...]

Come ho ripetutamente evidenziato per 27 anni, i progetti segreti in campo medico usano la morte per costruire un quadro falso delle cause di morte.

Si sa che questa strategia funziona, perché la gente, vedendo la morte, accetta quello che le autorità dicono sia stata la causa.

[...]

Se un medico dice che un paziente è morto a causa del virus VCX-2QK-89tf, una cosa ipotetica che la madre del paziente non vedrà mai e mai avrà la possibilità di vedere... e se il medico dice che sa che il paziente aveva il virus perché è stato fatto un test diagnostico ... la madre crederà al medico ... anche se non ha assolutamente idea di quale tipo di test diagnostico è stato fatto, né se esso è accurato o anche solo rilevante.

"Ho visto mio figlio morire per il virus."

Non è vero. Ma lei lo crede. Possiamo capire perché lo crede.

Ma questo non deve influire sul nostro giudizio quando analizziamo un virus e investighiamo se è reale, se effettivamente causa malattia e se i test diagnostici per il virus raccontano una storia vera.

Quando vedete centinaia di milioni di persone asserire che Ebola sta uccidendo gente, siete davanti a fede.

Fede cieca in autorità che non la meritano.  [...]

La gente è ossessionata dall'idea che un'intera popolazione, in una nazione lontana, debba soffrire di Una Cosa - in questo caso, un virus.

Dividere tutto questo in molte cause differenti in regioni differenti - acqua contaminata, fogne all'aperto, malnutrizione acuta, guerre, campagne di vaccinazione tossiche, abuso di antibiotici, inquinamento industriale - non ha il potere avvincente di: "E' un virus."

Per questo la gente dice: "Dimentica tutto quello. Non vogliamo saperlo. Sappiamo che è un virus." 

No, non lo sanno.

(fine estratto)
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Da Dept. of Defense Ebola manual: smoking guns (Manuale su Ebola del Dipartimento della Difesa: pistole fumanti), Jon Rappoport, 9 ottobre 2014

Come ho evidenziato [in precedenti articoli], il test standard per diagnosticare Ebola è il test PCR, che in questo caso ha molti difetti che lo rendono fuorviante e inutile. [N.d.T.: brevemente, basti dire che l'inventore stesso della PCR, Kary Mullis, è di questa opinione]

Perciò, "diagnosticato di Ebola" tramite il test PCR non significa nulla. "Ebola" potrebbe essere influenza, potrebbe essere "aver bevuto acqua contaminata", potrebbe essere una qualsiasi condizione non-Ebola.

Analogia: state pilotando un aereo di notte sopra una regione che i vostri strumenti indicano sia la Groenlandia - però gli strumenti spesso indicano la Groenlandia quando dovrebbero indicare Islanda, Alaska, Nuova Scozia, Quebec o persino Figi.

Quindi, quando le autorità dicono che ci sono 6000 casi di Ebola e 3000 morti, o quando riportano che due pazienti negli Stati Uniti hanno Ebola, stanno facendo affidamento su un test diagnostico che non può confermare alcuna di queste asserzioni come vera.

Tutto ciò è confermato in grado notevole da un manuale del Dipartimento della Difesa, il cui titolo è: "Joint Project Manager Medical Countermeasures Systems." La data è 14 agosto 2014.

Sotto il titolo compare l'affermazione: "Manufactured by the Naval Medical Research Center for the US DOD."

Ecco una citazione:

"L'esame EZ1 [il test PCR] non deve essere fatto a meno che l'individuo non sia stato esposto oppure sia a rischio di esposizione al virus Ebola Zaire, oppure abbia segni e sintomi di infezione da virus Ebola Zaire (rilevato nell'epidemia in Africa Occidentale nel 2014) che soddisfano i criteri clinici e epidemiologici per testare casi sospetti".

Traduzione: "A meno di non essere già ben sicuri che il paziente abbia Ebola - qualsiasi cosa voglia dire - non fate il test, perché il test non è così affidabile."

Non molto rassicurante. Un test è un test. Si suppone che rilevi un risultato veramente positivo o negativo su chiunque.

Ecco un altro estratto:

"[Il test PCR] non dovrebbe essere usato come unica base per le decisioni sulla gestione del paziente. I risultati [del test PCR] sono per l'identificazione presuntiva del virus Ebola Zaire (rilevato nell'epidemia in Africa occidentale nel 2014)".

Traduzione: "Il termine 'presuntivo' significa 'non siamo sicuri'. Ed è vero. Non siamo sicuri. Non fate affidamento sulla PCR per una diagnosi definitiva di Ebola."

Ed ecco la citazione finale: "L'identificazione definitiva del virus Ebola Zaire (rilevato nell'epidemia in Africa occidentale nel 2014) richiede test addizionali e procedure di conferma, in consulto con le autorità di pubblica sanità o altre per le quali è richiesto un rapporto. La diagnosi dii infezione da virus Ebola Zaire (rilevato nell'epidemia in Africa occidentale nel 2014) deve essere fatta sulla base di storia, segni, sintomi, probabilità di esposizione e altre prove di laboratorio in aggiunta all'identificazione del virus Ebola Zaire (rilevato nell'epidemia in Africa occidentale nel 2014) con questo [PCR] test".

Questo è il top. Si afferma papale papale che devono essere fatti altri test diagnostici. Vi posso dire quali dovrebbero essere questi altri test. Uno, purificazione e isolamento diretto del virus dal paziente; e due, un test per determinare la quantità di virus nel paziente - perché molti milioni di virus Ebola attivi devono essere presenti nel paziente per poter anche solo cominciare a dire che è "un caso di Ebola".

Vi posso dire anche che questi test non sono fatti sui cosiddetti pazienti di Ebola. 

Perciò, l'intero "evento Ebola" è costituito da ciechi guidati da ciechi. 

Ci sono altre evidenze di questo. Notizie di stampa stanno citando il fatto che molti meno "pazienti di Ebola" rispetto alle attese mostrano emorragie. Un altro indizio che il test PCR sta portando a ripiegare verso la forma "casi presuntivi di Ebola" - gente che soffre per fattori che non hanno nulla a che fare con Ebola.

La settimana scorsa, quando Tom Frieden, il numero uno del CDC [Center for Desease Control], ha indetto una conferenza stampa su "il paziente Ebola di Dallas", ha assicurato tutti quanti che il paziente aveva l'Ebola, perché il test PCR, "un test molto accurato", era stato fatto.

Un'altra bugia del CDC. [...]

(fine estratto)

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da Analyzing epidemics (Analisi delle epidemie), Jon Rappoport, 12 ottobre 2014

Ammettiamolo: un sacco di gente crederebbe che tre mucche che vanno a sbattere l'una con l'altra in un campo sia un'epidemia, se venisse detto loro che lo è.

[...]
Per anni, il CDC ha indicato il numero annuale di morti per influenza negli Stati Uniti a 36.000 e nessuno ha tremato. Nessun problema. Perché? Perché nessun responsabile ha detto: "epidemia".

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che, globalmente, ci sono tra i 3 e i 5 milioni di casi di influenza ordinaria ogni anno, e muoiono tra 250.000 e 500.000 persone. Oh uh. Passami il sale. Di nuovo, nessuno ha detto "epidemia".

Ma, nella primavera del 2009, con appena 20 casi di influenza suina registrati, l'OMS ha dichiarato una pandemia di livello 6, la categoria di maggior pericolo. E la gente ha cominciato a comprare acqua in bottiglia e cibi in scatola.

Naturalmente, per fare quella dichiarazione, l'OMS ha dovuto modificare la sua definizione di pandemia. Morte diffusa e debilitazione severa non erano più richieste. 

In tutto il mondo, le agenzie sanitarie pubbliche sono istruite a definire ogni epidemia come effetto di un germe. E' procedura standard. Al che la gente replica: "Naturalmente. Cos'altro potrebbe essere?" 

Prendete la pellagra. Nella prima metà del ventesimo secolo, negli Stati Uniti, ci furono tre milioni di casi. 100.000 persone morirono. I ricercatori delle agenzie sanitarie insistevano che doveva esserci un germe alla radice di tutto questo. Cercarono e cercarono e cercarono. 

Nel frattempo, altri ricercatori scoprirono che la pellagra era fondamentalmente una mancanza di niacina. Furono tenuti in sottofondo. Un gruppo di svitati. Non prestate attenzione a quelli.

Alla fine, dopo 100.000 morti, di cui la maggior parte evitabile, gli "esperti" hanno ammesso con riluttanza: "Sì, è la niacina."

Cinquant'anni fa, ci fu una massiccia diffusione di un disordine del sistema nervoso in Giappone. Fu chiamato SMON. Decine di migliaia di casi, molti morti. La gente era infuriata.

Ai ricercatori venne dette di cercare un virus. Quindi, è quello che fecero. E fecero. E fecero. Doveva essere un virus. 

Combattendo contro molta opposizione, un piccolo gruppo di ricercatori e avvocati propose pubblicamente una risposta differente. SMON era il risultato di un farmaco che la Ciba-Geigy commercializzava per alleviare i disturbi gastrointestinali. Il farmaco era il Clioquinol. 

Smascherata in tribunale, la Ciba dovette risarcire montagne di denaro. 

Non era un virus. Anche se tutti pensavano che fosse così. Sapevano che era così. 

Ah, ma voi capite, un'"epidemia" causata da una deficienza nutrizionale o da un farmaco non smercia abbastanza paura. 

Non invoca la necessità di medicine e vaccini. E' una falsa partenza per il complesso farmaceutico. Ehm... particolarmente quando è stato in realtà un farmaco a causare l'"epidemia".

Ancora peggio, supponete che "l'epidemia con una singola causa" non sia una sola cosa per nulla. Supponete che una varietà di cause di morte sia saldata insieme e presentata sotto un singolo striscione e chiamata AIDS o SARS o Ebola.

Questo va sul serio contro alle natura della programmazione mentale e emotiva della maggior parte degli uomini - perché gli uomini sono solidamente assuefatti alla Singola Risposta.

Vogliono La Cosa Sola. La vogliono terribilmente. [...]

E' sempre stato così. La vita sulla Terra si è spesso ridotta a "la loro Cosa Sola contro la nostra Cosa Sola".  [....]

(fine estratto)

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Non avrei voluto parlare di Aids su questo sito, ma le notizie su Ebola inevitabilmente riportano alla mente tutta la vicenda. Naturalmente nel caso dell'Aids c'era ancora l'apparenza di indagine e discussione scientifica, adesso con Ebola tutto è ridotto ad immagini di gente imbacuccata con le tute di protezione. Nel corso degli anni la gente si è abituata a credere senza proprio farsi domande.  

Come dice Rappoport nei brani poco sopra, sono numerosi i casi in cui le autorità hanno cercato, contro l'evidenza, di identificare in un virus o altro bacillo trasmissibile la causa di epidemie vere o presunte, a partire dalla pellagra e dallo scorbuto, alla SMON all'influenza suina degli anni '70, all'epatite C, e così via. (A scanso di equivoci, nel modo più assoluto non sto dicendo con questo che non ci siano realmente malattie dovute a virus -- mi sembra superfluo specificarlo però mi è capitato di sentirmi dire anche questo!)

L'Aids è stato, da questo punto di vista, un successo di dimensioni enormi, sbalorditive. Il fatto è che l'immaginario dell'Aids faceva leva sui sensi di colpa relativi al comportamento sessuale, negli anni di poco successivi alla "liberazione sessuale" degli anni '70;  si trattò di una leva psicologica potentissima: la gente si ritrovò completamente indifesa e credette a qualsiasi cosa. Fu così che i media riuscirono a fomentare l'isteria collettiva, dalla quale poterono scaturire riunioni urgenti di comitati governativi, leggi, flussi enormi di denaro, approvazioni affrettate di farmaci oltremodo tossici che causarono morte tra personaggi famosi, rinforzando il mito del virus. E' stupefacente, per chi analizza a fondo come andarono le cose, vedere come i "forse", "pare che...", "sembrerebbe", se la gente si fa prendere dall'isteria, possono muovere denaro e creare una realtà colossale fatta di articoli scientifici, farmaci, test, presunti malati, organismi con moltitudini di dipendenti, politiche pubbliche in tutti i continenti, e molto altro, senza che sia mai intervenuto nulla a rendere assodato, o anche solo verosimile, quello che continua ad essere "forse" (e anzi nel tempo è stato proprio smentito).

E non è che non ci sia stato chi ha cercato di dirlo! Gli sforzi fatti da innumerevoli scienziati, giornalisti, attivisti a vario titolo, per mettere in guardia la popolazione sono stati titanici e eroici. La battaglia degli "Aids rethinker" svela una storia bellissima, a volte divertente a volte tragica, che tuttora non ha un lieto fine. Gli sforzi per cercare di salvare da farmaci velenosi milioni di africani, molti dei quali bambini e neonati, sono stati commoventi. Ma se la popolazione intera è ipnotizzata dall'idea del virus, non si può vincere. Neanche un eroe gigantesco come Peter Duesberg può riuscire a battere la propaganda. Resta però la storia bellissima, che di certo non vi racconteranno a breve in TV o al cinema sotto casa, ma che adesso con Internet tutti hanno la possibilità di scoprire, se solo c'è la volontà di dedicarvi impegno.

Molti di quelli che sanno come andarono le cose vi vedono una congiura, ma io vorrei proporre una spiegazione diversa. Il fatto è che gli essere umani si possono auto-convincere di qualsiasi cosa, specialmente se come risultato delle loro convinzioni arrivano denaro e approvazione sociale. La grande maggioranza (o forse tutti) di coloro che sono stati e sono strumentali per la promozione dell'Aids come epidemia virale sono sinceramente convinti di essere nel giusto. Ma valgono gli stessi meccanismi che valgono ad esempio per il complesso militare: se il Pentagono ha un budget astronomico, non deve stupire che sui giornali compaiano i "tagliagole", che gli islamici siano così cattivi, che ovunque spuntino nemici; non conta la logica, conta giustificare i finanziamenti. Allo stesso modo il budget enorme del CDC (Center for Disease Control), stanziato proprio allo scopo di affrontare le minacce delle "epidemie", fa sì che il CDC sia sempre alla ricerca del nuovo virus spauracchio che giustifichi la sua esistenza. Ebola non è altro che questo. I fondi pubblici amministrati dallo stato creano meccanismi perversi che si auto-alimentano: i finanziamenti enormi del CDC finiscono a creare e pubblicizzare spauracchi che a loro volta spingeranno l'opinione pubblica ad appoggiare ulteriori finanziamenti. Credo che riflettendo un po' non sia difficile rendersi conto che non può fare carriera all'interno del CDC (allo stesso modo di altre istituzioni pubbliche) qualcuno che abbia sinceramente a cuore la verità e sia disposto a mettere in dubbio qualcosa che porta grandi finanziamenti pubblici e enormi profitti per il complesso farmaceutico.

L'Aids derivò dalla "battaglia contro il cancro" lanciata credo dal presidente Nixon, con grandi finanziamenti erogati alla ricerca con l'obiettivo di identificare una causa virale del cancro. In questo contesto Duesberg scoprì i retrovirus. Ma quando fu chiaro che i retrovirus non causavano il cancro, i finanziamenti sarebbero cessati. Identificare un'epidemia causata da un retrovirus (l'HIV) permise di mantenere e espandere a dismisura quei finanziamenti.

Come dice Lew Rockwell in questo articolo sull'assassinio di Kennedy, le bugie non risolte hanno un effetto deprimente sulla popolazione, spingono alla rassegnazione e al senso di impotenza. Ormai, per quanto riguarda le guerre e le minacce dei "virus", la gente neanche si chiede più se "è vero". Sotto sotto sa che non lo è. Ma ormai è rassegnata a non poterci fare nulla.

Così, finisce che anche le persone adulte che seguono i telegiornali, come i ragazzini di 12 anni, non si aspettano altro dalle notizie che la loro dose di "divertimento", qualcosa di cui avere paura e poter parlare, qualcosa di così tremendo che giustifichi la loro passività.

 

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