Bashar al-Assad: la curiosa storia dell'uomo timido che si ritrovò dittatore per caso, finendo per mostrare al mondo quanto le etichette siano costruite per fini politici

Eric Margolis (LewRockwell.com, 20 aprile 2018)

bashar assadMacellaio di Damasco. Avvelenatore di bambini. Infanticida siriano. Burattino di Mosca. Despota crudele. Mostro.

Sono tutti appellativi che i media e i politici occidentali continuamente affibbiano al presidente della Siria, Bashar al-Assad. Egli è diventato il più cattivo del Medio Oriente, l'uomo che amiamo odiare.

Da osservatore del Medio Oriente di lungo corso, trovo tutto questo difficile da mandar giù. A confronto di altri brutali leader mediorientali, Assad si può definire acqua fresca. Il tentativo della propaganda USA/UK di dipingere Assad nelle tinte più fosche incontra molte difficoltà.

I leader mediorientali che rigano dritto secondo le direttive USA e sono accomodanti con Israele sono invariabilmente definiti "statista" o "presidente" dal governo americano e dai suoi media sempre più al guinzaglio. C'è il buon vecchio presidente Abdel Fattah al-Sisi in Egitto, il dittatore militare che ha schiacciato l'unica democrazia del paese e ha imposto un regime da pugno di ferro. Però non sentiremo mai i media americani parlare degli omicidi politici in Egitto, delle sparizioni, prigioni segrete e tortura. O del fatto che l'Egitto è uno degli stati di polizia più draconiani sin dall'era di Anwar Sadat e del suo successore Hosni Mubarak.

I capi di governo sauditi sono trattati con riverenza dai media americani e dal governo, nonostante l'Arabia Saudita sia il primo paese per esecuzioni. L'anno scorso, sono state decapitate pubblicamente 44 persone. In alcuni anni, circa 150 persone sono state decapitate, generalmente un quarto di loro sono lavoratori temporanei pakistani. Essendo stato arrestato dalla polizia religiosa saudita, vi posso dire che il regno non è che uno stato di polizia con dune di sabbia e cammelli. Il Bahrain e gli Emirati, stati vassalli dei sauditi, sono meglio ma non di molto.

Il Marocco, un alleato chiave degli USA, è notorio per le sue prigioni infernali e per la tortura brutale. L'Iraq e l'Afghanistan, ora sotto il controllo americano, sono anche peggio. Israele, il più grande beneficiario di aiuti americani, ha quasi 7000 prigionieri politici palestinesi, di cui 400 sono bambini, e reprime sparando le dimostrazioni palestinesi sul confine di Gaza.

La Siria è sempre stata un regime di polizia repressivo. Ricordo di aver visto impiccare 'spie' di fronte al mio albergo. Le sue varie forze di polizia sono notorie per brutalità e assassinio. In effetti, fino a tempi recenti gli Stati Uniti inviavano in Siria persone sospettate in loro custodia affinché fossero torturate e imprigionate.

Questo avveniva prima che Washington prendesse la decisione di rovesciare il legittimo governo della Siria ('regime' nel gergo di Washington) come primo passo verso l'attacco all'Iran.

Però Damasco non era un peggior violatore di diritti umani di quanto fossero Il Cairo, Amman, Rabat e Riyadh, tutti vassalli degli USA.

Mentre osservate le attuali campagne occidentali che aizzano odio contro la Siria e l'Iran, tenete a mente la storia del moderno Medio Oriente. Stiamo assistendo di nuovo alle bugie di Londra dell'era 1914 sui neonati belgi assaliti con le baionette dai tedeschi.

Qualsiasi leader arabo o iraniano abbia perseguito una politica indipendente o abbia rifiutato il patronato di Londra e poi di Washington è stato delegittimizzato, stroncato e demonizzato. Ricordate il rovesciamento del leader iraniano Mohammed Mossadegh in un colpo di stato organizzato dalla CIA? L'autorevole leader egiziano Gamal Abdel Nasser, che gli inglesi bollarono 'l'Hitler del Nilo'? O l'assassinato leader libico Muammar Gheddafi, chiamato "cane pazzo del Medio Oriente' dal presidente Ronald Reagan? L'imam Khomeini e il presidente Ahmadinejad dell'Iran, entrambi obiettivi selezionati dell'invettiva dei media occidentali, e entrambi paragonati al solito Hitler. Saddam Hussein, il ‘Macellaio di Bagdad’, e quel moderno dottor Fu Manchu, Osama bin Laden, il supercattivo musulmano preferito di tutti i tempi.

Naturalmente, non c'è nulla di nuovo in questi insulti malevoli. Nell'era vittoriana, la stampa britannica demonizzava supercattivi come 'il mullah pazzo', il Mahdi, il fachiro di Ipi e Nana Sahib della rivolta indiana del 1857 contro il dominio imperiale britannico.

Bashar al-Assad era un oftalmologo dai modi gentili che viveva a Londra con la moglie nata in Inghilterra. Quando il suo sconsiderato fratello maggiore Basil morì in un incidente stradale, Bashar fu obbligato a tornare in Siria e diventare il leader politico nominale dopo la morte di suo padre, Hafez al-Assad, dittatore duro e spietato. Il principale ruolo di Bashar era mediare tra le potenti fazioni a Damasco e cercare di modernizzare la sua nazione.

Nel 2011, gli Stati Uniti, il Regno Unito, Israele e l'Arabia Saudita hanno dato il via ad una ribellione in Siria, spesso tramite jihadisti fanatici. Il timido, riservato Bashar è stato forzato a diventare leader di guerra in un sanguinario conflitto civile mentre la sua nazione si disintegrava.

Il presidente Trump, i cui bombardieri B-52 stanno devastando Medio Oriente, Afghanistan, Somalia e Yemen, chiama al-Assad un ‘animale’.  Alcuni dei parenti di Assad sono davvero spietati. Però moltissimi siriani pensano ad Assad come l'unica speranza per la loro nazione di tornare alla normalità.

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Eric Margolis

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Nota -- MM

L'atteggiamento e le parole di Trump, quando è noto a chiunque lo abbia seguito nel tempo che non può pensare le cose che dice, in effetti comunicano "sono costretto a fare così". Guardando bene al corso degli eventi, appare chiaro che le cose sono diverse da come sembrano nei racconti dei media.

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