Eric Margolis (LewRockwell.com, 3 ottobre 2016)

OK, russi! Adesso basta con la gentile diplomazia americana! Niente più facce da bravi ragazzi! Così ha tuonato la scorsa settimana il Segretario di Stato John Kerry.

Gli ha fatto eco la solitamente sovreccitata ambasciatrice americana all'ONU, Samantha Power, tacciando i russi quali "barbari" per la loro campagna di bombardamenti in Siria. La Power non ha fatto alcuna menzione dell'uso di bombardieri pesanti B-52 e B-1, oltre ai droni killer, da parte degli Stati Uniti in Afghanistan. I cagnolini ammaestrati sui media americani e inglesi sono stati svelti a pubblicare foto angoscianti di bambini siriani, però non abbiamo visto nemmeno una foto di bambini afghani feriti.

Il premio Nobel per la Pace, Barack Obama, si è scansato e ha abbandonato la crescente jihad anti-russi ai suoi collaboratori, volando in Israele per i funerali di stato di Shimon Peres, già santificato dai media come 'l'uomo di pace' di Israele. In realtà, Peres è stato il padre dei programmi israeliani per gli armamenti nucleari .

Sotto l'egida di Peres, Israele ha segretamente offerto testate nucleari e poi missili Jericho al governo sudafricano dell'apartheid. E' ironico perché Israele ha insistito che l'Iran - che non ha armi nucleari - farà proliferare tali armi in tutto il mondo.

Tornando a Washington, praticamente tutti ora ignorano l'anatra zoppa Obama e curano gli affari loro. Recentemente, il Pentagono, che non si cura di Obama, probabilmente ha sabotato il piano congiunto tra Stati Uniti e Russia per fermare la sanguinosa guerra civile siriana, bombardando un campo dell'esercito siriano e uccidendo poco meno di 100 soldati siriani. 'Ooops, spiacenti, un errore', ha spiegato il Pentagono.

Altri aerei russi stanno dirigendosi in Siria. Presagio sinistro, Mosca ha appena avvertito gli Stati Uniti di non attaccare forze militari russe. I sostenitori della Clinton continuano a fare pressione  per una cosiddetta 'no-fly zone' imposta dagli americani in Siria, che in codice significa scacciare gli aerei siriani e russi dai cieli abbattendoli e assumere il controllo dei sistemi anti-aerei siriani. Il che in codice potrebbe essere Terza Guerra Mondiale.

Parte delle motivazioni per questa intensificazione della bellicosità è dovuta al fatto che le forze governative siriane, con l'appoggio della potenza aerea russa, stanno facendo progressi significativi, per quando sanguinari, nel loro assedio ai quartieri di Aleppo in mano ai ribelli.

Allo stesso tempo, la Turchia sta calando il suo appoggio che dura da cinque anni ai ribelli siriani, inclusi gli affiliati ad al-Qaeda del Nusra Front (ora rinominato Jabhat Fateh al-Sham). I sauditi e gli emirati del Golfo, i quali finanziano gran parte della guerra civile, sono in ristrettezze economiche. Tutte le parti coinvolte in questo atroce conflitto di cinque anni sono esauste e stanche della guerra. La Siria, un tempo incantevole, è un cumulo di rovine. Per i ribelli sunniti estremisti la miglior speranza è un intervento diretto degli americani. Stanno aspettando il falco Hillary Clinton.

Il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto questa settimana che Washington sta proteggendo il Nusra Front come ‘Piano B’ per la Siria. Ha affermato inoltre che gli Stati Uniti installeranno il Nusra a Damasco in caso cada il governo del presidente Assad. Però la maggioranza dei siriani e tutte le minoranze siriane sarebbero aspramente contrari ad essere governati da islamisti fanatici wahabiti.

Chi scrive è convinto che gli Stati Uniti da lungo tempo aiutino l'ISIS e lo vedano tuttora come un'arma potente contro il governo di Assad. Per quale motivo altrimenti gli Stati Uniti, con le truppe alleate arabe e curde, impiegherebbero così tanto ad attaccare le roccaforti dell'ISIS a Raqqa e Mosul - le quali, come chi scrive sa, sono distanti appena come una corsa in taxi? L'ISIS è un'armata brancaleone di Rambo dilettanti ventenni, non è la Wehrmacht.

Una risposta verosimile è che la Washington imperiale sia totalmente confusa su chi appoggiare e come farlo. La sconcertante rissa tra sunniti, sciiti, curdi, arabi, yazidi, cristiani assortiti, invasati dell'ISIS, spiattellata addosso a Stati Unti, Israele, Turchia, Russia, Francia, Gran Bretagna, Libano, Giordania, petrolieri arabi, è semplicemente troppo per chi decide a Washington, personaggi poco competenti e spesso proprio ottusi.

Chi scrive ritiene da lungo tempo che certi elementi a Washington abbiano contribuito a creare l'ISIS, come strumento potenzialmente utile contro i regimi mediorientali non allineati, in particolar modo Siria e Libia. Israele, che suggerisce molto nelle orecchie di Washington, ha fatto la stessa cosa incoraggiando la crescita di Hezbollah e Hamas come nemici dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Oggi, sono loro i più temibili nemici di Israele, non i regimi completamente corrotti che governano il mondo arabo.

La brillante idea di rovesciare il governo riconosciuto della Siria risale al Padre dei Disastri, George W. Bush. Egli progettava di attaccare la Siria a fianco di Israele. Bush ha desistito quando non si è potuto identificare un gruppo di opposizione siriano adatto ad essere installato al potere. L'opposizione sunnita era principalmente Fratellanza Musulmana, un nome che ha spaventato Washington. Per questo Washington ha aspettato fino al 2011 per il 'cambio di regime' nella disobbediente Siria.

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