di Daniel McAdams (Ron Paul Institute, 11 febbraio 2016)

Leggere Dennis Ross e David Ignatius aiuta a ricordare che i neocon vivono in un mondo diverso dal nostro. Non adeguano la loro analisi alla realtà; piuttosto, adeguano la realtà alla loro visione del mondo. Mentre quasi tutti sarebbero sollevati di leggere che Aleppo in Siria sta per essere liberata dopo tre anni e mezzo di occupazione da parte della versione siriana di al-Qaeda, i neocon vi vedono un disastro.

Essendo al-Qaeda sull'orlo della disfatta ad Aleppo, Ignatius del Washington Post è furioso che "il presidente Obama non approvi tattiche militari che potrebbero effettivamente spostare l'equilibrio". Sì, Ignatius vuole spostare l'equilibrio verso al-Qaeda perché, al pari degli altri neocon, è così coinvolto nell'idea di cambio di regime in Siria che preferirebbe persino trasformare il paese in un'altra Libia, piuttosto che vedere le forze governative sconfiggere i ribelli jihadisti. Se non si "sposta l'equilibrio" verso i combattenti di al-Qaeda a Aleppo, si otterrà solo "maggior sofferenza per il popolo siriano", nel mondo di Ignatius.

Il Washington Post di Ignatius, che non ha mai visto una guerra potenziale che non volesse vedere trasformata in una guerra reale, ritiene sia una tragedia che l'avanzata dell'esercito siriano nella Aleppo occupata da al-Qaeda abbia "tagliato tutte le vie vitali di rifornimento dalla Turchia alle aree della città in mano ai ribelli". Si tratterebbe dei rifornimenti turchi ai ribelli di al-Qaeda e dell'ISIS, però il Post è troppo disonesto per citare questo fatto.

E' un'inversione della realtà altrettanto disonesta delle cose più disoneste stampate sulla Pravda dei vecchi tempi.

Nella stessa vena di Ignatius, Dennis Ross (in precedenza "esperto" di Medio Oriente per le amministrazioni Bush/Clinton/Obama) scrive per avvertirci "di quello che realmente vuole fare Putin in Siria". Il Los Angeles Times che pubblica l'articolo di Ross non rivela che l'autore difficilmente si può definire un osservatore imparziale della situazione. Essendo stato uno dei fondatori del Washington Institute for Near East Policy dell'AIPAC', e attualmente consigliere per quell'organizzazione, Ross sostiene fortemente la posizione dell'AIPAC a favore del cambio di regime in Siria e il ruolo attivo di Israele nell'assistere i ribelli jihadisti del Nusra Front di al-Qaeda nei loro tentativi di rovesciare il governo di Assad.

Allora, cosa vuole che crediamo stia avvenendo in Siria, il neocon Dennis Ross favorevole al cambio di regime? I russi, egli asserisce, stanno giocando sporco rinforzando le loro campagne di bombardamenti contro ISIS, al-Qaeda e ribelli loro affiliati,  invece di spingere per un cessate il fuoco. Che buffo: quando i jihadisti appoggiati da USA/Turchia/Arabia Saudita/Israele erano sul punto di prendere tutta la Siria, non molto tempo fa, non sentivamo nulla dai quartieri neocon riguardo ad un cessate il fuoco o ad una soluzione tramite negoziati politici. Solo ora che la roccaforte di al-Qaeda ad Aleppo è sul punto di essere liberata dalle forze governative, i neocon stanno gridando che si dovrebbe dare una possibilità alla diplomazia.

Le operazioni russe sono "pianificate per rafforzare il regime di Assad e indebolire l'opposizione sunnita non-ISIS in differenti aree del paese", scrive Ross. Non fa menzione del fatto che, particolarmente quando si parla di Aleppo, "l'opposizione sunnita non-ISIS" significa il Nusra Front di al-Qaeda e forze affiliate.

Bombardando incessantemente lo Stato Islamico e altri gruppi jihadisti intenzionati a introdurre la legge della Sharia nella secolare Siria, "Putin sta ... minando il nostro obiettivo di isolare lo Stato Islamico e far sì che i sunniti capeggino la battaglia contro di esso". Leggetelo di nuovo. Attaccando l'ISIS Putin sta impedendo agli Stati Uniti di isolare l'ISIS. Subdole acrobazie verbali.

Quali sono le reali intenzioni di Putin nel mondo di Dennis Ross? Putin non è sincero quando dice di voler sconfiggere l'estremismo islamico o di voler aiutare le forze di Assad a vincere la guerra. No, Putin "vuole dimostrare che la Russia, e non l'America, è la maggior potenza nella regione e sempre di più anche altrove". Ah, sì, il vecchio tema dell'espansionismo russo. Invasione delle regioni baltiche, restaurazione dell'URSS. Tutta la solita tiritera neocon.

Ah, ma ecco qui dove Ross pianta il suo seme, sussurrando alle orecchie dei neocon di potere nell'amministrazione:

"Certamente, se i costi per la Russia aumentassero, Putin potrebbe cercare una via di uscita".

Uhm, ora vediamo dove sta andando a parare:

.... è ora di far capire chiaramente ai russi che, a meno che non impongano un cessate il fuoco ad Assad e a Hezbollah e accettino che siano aperti corridoi umanitari, non avremo altra scelta che passare all'azione con i nostri alleati per creare un'area sicura in Siria, per i rifugiati e per l'organizzazione dell'opposizione siriana.

In altre parole, dite ai russi che, se non smettono di far la guerra contro al-Qaeda e i suoi affiliati in Siria, noi li affronteremo con una presa di posizione che minaccia lo scoppio della terza guerra mondiale, per istituire un "Jihadistan" in parte della Siria, da cui una una forza combattente ribelle in versione cento volte più piccola possa essere ricostituita.

Il piano di Ross non è per i deboli di cuore. "Non possiamo minacciare di creare una no-fly zone e poi non dar seguito se Putin rifiuta di cambiare il corso delle sue azioni", Ross scrive. Il che significa, naturalmente, che dobbiamo essere pronti ad andare fino in fondo con la terza guerra mondiale se Putin non cede e non si ritira dalla Siria proprio quando l'intervento russo sta raggiungendo il suo obiettivo. Arrendersi sull'orlo della vittoria in Siria, oppure avere di fronte una guerra nucleare con gli Stati Uniti.

Nessuno ha mai accusato i neocon di pensare in piccolo. Con buona parte del Medio Oriente ridotto a rovine brucianti a causa dei disastrosi interventi a cui ci hanno portato con le bugie, non si può escludere che persino il più folle dei loro piani sia seriamente preso in considerazione da qualche parte a Washington.

 

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