di Ron Paul (da The Ron Paul Institute, 31 agosto 2014)

ronpaulLa settimana scorsa il presidente Obama ha ammesso che la sua amministrazione non ha ancora messo a punto una strategia per affrontare il progressivo avanzamento dell'ISIS (Stato Islamico in Iraq e Siria) come forza dominante in Medio Oriente. Tuttavia, mentre l'ISIS continua la sua marcia attraverso la Siria e l'Iraq, nell'amministrazione americana molti credono costituisca, nelle parole del Segretario alla Difesa Chuck Hagel, una minaccia "più grande di qualsiasi cosa mai vista finora".

Prevedibilmente, i neocon hanno attaccato il discorso del presidente. Essi credono che la soluzione a qualsiasi problema consista in più bombe e più truppe, quindi non riescono a capire l'esitazione del presidente. 

Il chairman del Comitato parlamentare delle Forze Armate, Buck McKeon, ha reso chiaro che combattere l'ISIS costerà molti altri soldi e porterà le forze americane di nuovo sul suolo iracheno, per la terza volta. In altre parole, il dividendo della pace post-Iraq e post-Afghanistan si disintegra.

McKeon ha detto la scorsa settimana:

L'ISIS costituisce una minaccia urgente contro cui un approccio minimalista, basato solo sul finanziamento FY15 o su attacchi "a puntura di spillo" che lasciano i combattimenti duri alle fragili forze in Iraq e Siria, non è sufficiente a proteggere i nostri interessi e a garantire la nostra sicurezza nel tempo.

Cosa significa in pratica? Se le cose andassero come vogliono i neocon, la Federal Reserve "stamperebbe" altro denaro per finanziare un altro massiccio intervento americano in Medio Oriente. Nella realtà questo significa ulteriore svalutazione del dollaro, il che costituisce una tassa su tutti gli americani che colpisce soprattutto i più poveri.

Una nuova incursione militare non metterà fine all'ISIS: fornirà loro lo strumento di reclutamento che più bramano, al tempo stesso drenando il Tesoro americano. Proprio quello che voleva Osama bin Laden!

McKeon e gli altri falchi agiscono come se fossero diventati consapevoli dell'ISIS solo recentemente. O, se l'avevano notato, pretendono che le azioni statunitensi non abbiano niente a che fare con la sua insorgenza.

McKeon la scorsa settimana ha detto anche: "Alla minaccia dell'ISIS è stato consentito crescere e infettarsi lungo un periodo di tempo."

In realtà, la politica di cambio di regime in Siria è stata direttamente responsabile per l'insorgenza dell'ISIS negli ultimi tre anni. Come ha osservato recentemente il giornalista Eric Margolis, l'insorgenza dell'ISIS è la "madre di tutti i blowback". I neocon che vorrebbero farci agire più duramente contro l'ISIS, incluso un attacco americano in Siria, sono gli stessi che non molto tempo fa pretendevano che supportassimo gruppi come l'ISIS per rovesciare il governo di Assad in Siria. I "moderati" del Free Syrian Army, addestrati e finanziati dagli Stati Uniti, si sono unti alle milizie islamiche incluso l'ISIS, portandosi con sé armi e addestramento americani.

Tre anni di supporto a qualsiasi forza potesse rovesciare il governo secolare del presidente Assad hanno prodotto un nuovo mostro in Medio Oriente che, i neocon insistono, gli Stati Uniti devono distruggere.

Perché non possono semplicemente ammettere di essersi sbagliati? Per gli interventisti non possono ammettere che il loro supporto al cambio di regime in Siria è stato un terribile e tragico errore?

Se l'ISIS è una minaccia così grande come proclamano, perché non possono semplicemente chiedere ad Assad di aiutarli? Assad non ha mai minacciato gli Stati Uniti; l'ISIS lo ha fatto. Assad combatte l'ISIS e altri gruppi estremisti islamici da tre anni.

Perché il governo americano insiste ad allinearsi con teocrazie in Medio Oriente? Se c'è qualcosa che contraddice la costituzione americana e i valori americani è un governo teocratico. Non credo che la maggioranza della popolazione in Medio Oriente voglia vivere sotto un simile sistema, allora perché continuiamo a forzarlo su di loro? E' questo che i neocon chiamano promozione della democrazia?

Una mancanza di strategia è un barlume di speranza. Forse il presidente smetterà finalmente di ascoltare i neocon e gli interventisti le cui raccomandazioni ci hanno portato in questo caos in primo luogo! Una strategia? Eccola: semplicemente tornare a casa.

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