di Ron Paul (da The Ron Paul Institute, 15 giugno 2014)

Nel 2006 invitai il Generale Bill Odom a tenere un discorso al mio gruppo ad uno dei pranzi del giovedì al Congresso. Il Generale Odom, in precedenza direttore dell'NSA, definì la guerra in Iraq "il più grande disastro strategico nella storia americana" e disse allo sbalordito uditorio che non riusciva a capire perché il Congresso non avesse messo sotto accusa il presidente per avere imposto quel disastro agli Stati Uniti. La storia continua a dimostrare che il giudizio del generale era assolutamente corretto.

A settembre 2002, parlando al Congresso contro la proposta di attacco degli Stati Uniti all'Iraq, dissi quanto segue  [Nota: il video del discorso di Ron Paul del 2002 è qui - MM]:

Non è stata prodotta alcuna prova credibile che l'Iraq abbia o sia vicino ad avere armi nucleari. Non esistono prove che l'Iraq protegga terroristi di al-Qaeda. Al contrario, gli esperti sulla regione indicano Hussein quale nemico di al-Qaeda e bestia nera per il fondamentalismo islamico.

Purtroppo il Congresso non ha ascoltato.

Come sappiamo, la settimana scorsa la seconda città più grande in Iraq, Mosul, è caduta nelle mani dell'ISIS (Stato Islamico  in Iraq e Siria), alleato di al-Qaeda. La settimana scorsa l'al-Qaeda che non era mai stata in Iraq, prima della nostra invasione del 2003, ha minacciato di avanzare fino alla capitale, Bagdad, dopo aver facilmente sopraffatto decine di migliaia di soldati iracheni.

Gli stessi "esperti" di politica estera le cui bugie ci hanno trascinato nella guerra in Iraq ci dicono ora che dobbiamo re-invadere l'Iraq per affrontare il disastro causato dalla loro invasione! Non possono ammettere di essersi sbagliati affermando che l'invasione sarebbe stata una "passeggiata" che si sarebbe ripagata da sola, così ora vogliono addossare gli eventi della scorsa settimana al ritiro dall'Iraq nel 2011. Però i guai sono cominciati con l'invasione stessa del 2003, non con il ritiro delle truppe nel 2011. Chiunque comprenda cosa sono causa ed effetto dovrebbe capirlo. 

L'amministrazione Obama ha detto di non escludere alcuna opzione, tranne truppe a terra, per aiutare il governo iracheno in questa crisi. Non dovremmo dimenticare, tuttavia, che l'amministrazione non considera le Forze Speciali o la CIA come "truppe a terra". Quindi non è escluso vedere di nuovo americani combattere in Iraq. 

E' inoltre probabile che l'amministrazione cominci a inviare più armi e altri equipaggiamenti militari all'esercito iracheno, nella speranza che esso possa essere in grado di far fronte all'invasione dell'ISIS da per sé. Dopo anni di addestramento USA, al costo esorbitante di 20 miliardi di dollari, è inverosimile che l'esercito iracheno sia all'altezza del compito. A giudicare dal comportamento dei militari iracheni quando l'ISIS ha attaccato, molto di quel denaro è stato sprecato o rubato. 

Un corposo trasferimento di armi dal governo americano all'Iraq avrà senza dubbio l'approvazione del complesso militare-industriale degli Stati Uniti, che è nella posizione di trarre ulteriori profitti dal tracollo dell'Iraq. Questa mossa avrà l'approvazione anche di coloro a Washington che si rendono conto di quanto sarebbe politicamente impopolare una terza invasione americana dell'Iraq, però vogliono "fare qualcosa" di fronte alla crisi. Inviare armi può essere un'azione non proprio di guerra, però di solito porta alla guerra. E, come abbiamo già visto in Iraq e in Siria, molto spesso queste armi finiscono nelle mani della stessa al-Qaeda che si presume stiamo combattendo! 

A causa della avventata politica di interventismo all'estero del governo, gli Stati Uniti sono di fronte a due possibilità di scelta ugualmente stupide: riversare risorse per sostenere un governo iracheno che è uno stretto alleato dell'Iran, oppure indirizzare il nostro supporto verso al-Qaeda in Iraq (come abbiamo fatto in Siria). Io dico che dobbiamo seguire una terza scelta: allearci con il popolo americano e non spendere un dollaro di più o una vita di più nel tentativo di ricostruire il Medio Oriente. Non abbiamo già fatto abbastanza danni?