di Daniel McAdams (da The Ron Paul Institute, ronpaulinstitute.com), 22 gennaio 2014

Al suo arrivo a Montreux, Svizzera, per aprire i dialoghi della conferenza “Ginevra II” sul conflitto in corso in Siria, il Segretario di Stato John Kerry ha continuato con le sue fantasie. Dopo essere riuscito a prevaricare il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki Moon facendogli rescindere l’invito a partecipare in precedenza esteso all’Iran, Kerry ha continuato a prevaricare e a prendere cantonate durante la pre-apertura della conferenza.

 “Dobbiamo guardare in faccia la realtà” – ha detto Kerry alla vigilia della conferenza – “Bashar Assad non farà parte di quel governo di transizione.”

 La pressione di Kerry su Ban per ritirare l’invito all’Iran, nonostante l’Iran sia di gran lunga più affetto dalla crisi siriana della maggioranza dei paesi invitati a partecipare, si fondava sul rifiuto dell’Iran di sottoscrivere la pre-condizione di supporto al “cambio di regime” in Siria quale obiettivo della conferenza. Almeno il “cambio di regime” era l’interpretazione data dagli Stati Uniti al Comunicato di Ginevra I rilasciato al termine della conferenza nel 2012.

Tuttavia gli Stati Uniti sembrano equivocare di proposito le dichiarazioni contenute nel Comunicato firmato al termine della conferenza Ginevra I. Nel Comunicato non compare alcuna richiesta che Assad lasci la sua posizione. Al più, l’accordo auspica:

la formazione di un governo di transizione che costruisca un contesto neutrale in cui la transizione possa avvenire. Questo implica che il governo di transizione abbia pieni poteri esecutivi. Esso potrebbe includere membri del governo attuale e dell’opposizione e altri gruppi e deve essere costituito sulla base di mutuo consenso.

Se c’è qualcuno che vìola il testo e lo spirito del Comunicato di Ginevra, è la fazione USA/Arabia saudita. La pretesa del governo americano che Assad se ne vada vìola chiaramente la seguente dichiarazione contenuta nel Comunicato:

La sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale della Siria devono essere rispettate.

Perciò, se ci sono paesi che dovrebbero essere dequalificati a partecipare a Ginevra II sulla base del loro rifiuto ad osservare il Comunicato emesso alla fine di Ginevra I, questi sono gli Stati Uniti e ogni altra nazione che pretende il rovesciamento dell’attuale governo siriano quale pre-condizione per ulteriori dialoghi.

Tra questi sarebbero da includere i sauditi, che vincono il premio per la faccia tosta con la dichiarazione del ministro degli esteri, principe Saud al-Faisal, nella quale ha affermato che Assad non può avere alcun ruolo nella transizione politica in Siria perché le sue mani sono “macchiate di sangue”. Questo detto da un funzionario il cui governo ha speso miliardi di petrodollari per mandare in Siria jihadisti radicali e divoratori di organi umani a combattere contro il governo.

Lo stesso vale per il Qatar, che pure ha speso miliardi per la sua battaglia “affitta-un-jihadista” contro la Siria e che pochi giorni fa ha speso una cifra ancora sconosciuta per assumere un gruppo di avvocati affinché “scoprissero” prove di tortura da parte del governo siriano, alla vigilia della conferenza Ginevra II. Il tempismo del rilascio di queste informazioni è una pratica che ricorda l’attacco chimico nel Ghouta Est alla vigilia dell’arrivo di una squadra di ispettori ONU con l'obiettivo di vigilare sulle armi chimiche, su invito del governo siriano.

Quell’attacco, e il proclama statunitense che esso fosse stato senza dubbio perpetrato dal governo siriano, ha portato gli Stati Uniti sull’orlo di un attacco militare alla Siria la scorsa estate. Sebbene a quell’epoca persistessero dubbi sulla colpevolezza del governo siriano – e nessuna prova è stata fornita all’amministrazione americana – gli Stati Uniti e i loro alleati “Amici della Siria” non tolleravano alcun dissenso.

Qualche settimana fa, tuttavia, uno studio condotto da un team di esperti del MIT è giunto alla conclusione che, a causa del tipo antiquato di razzi utilizzati per il lancio delle munizioni chimiche, sarebbe stato fisicamente impossibile che esse provenissero dai territori controllati dal governo come affermato dal governo americano. Quanto tempo dovrà passare prima di sentire la stessa conclusione su quest’ultima "scoperta" finanziata dal Qatar ? Il che non significa che non ci siano stati atti brutali commessi da entrambe le parti, non lo dimentichiamo.

Non è necessario essere a favore dell’attuale governo siriano per apprezzare la replica del ministro degli esteri siriano Walid al-Moualem all’arrogante pretesa di John Kerry di decidere chi dovrebbe o non dovrebbe governare la Siria:

Nessuno al mondo, Mr. Kerry, ha il diritto di dare legittimità o di revocare legittimità a un presidente, un governo, una costituzione, o una legge o qualsiasi cosa in Siria, eccetto i siriani.

Proprio così. E ora abbia inizio Ginevra II. Cominciate a fare piani per la III, IV e così via, perché questa conferenza è una farsa.