di Ron Paul (da The Ron Paul Institute, 8 giugno 2014)

Il recente discorso di politica estera di Obama, pronunciato alla cerimonia di diploma di quest'anno a West Point, è stato deludente per chiunque sperasse in un cambio di rotta del presidente. Il fallimento di ognuno degli interventi statunitensi fino ad ora nel 21-esimo secolo avrebbe potuto ispirare almeno un po' di riflessione. 

Il presidente ha reso chiaro che l'interventismo e l'"eccezionalismo" americano continueranno a guidare la sua amministrazione nei due anni finali. Il presidente ha detto: "Io credo nell'"eccezionalismo" americano con tutte le fibre del mio essere", aggiungendo la discutibile affermazione che "grazie alla diplomazia e all'assistenza all'estero degli americani, insieme ai sacrifici del nostro esercito, più gente vive oggi sotto un governo eletto di quanto sia stato in qualsiasi periodo della storia umana". 

E' buffo che abbia citato le elezioni. La settimana scorsa i siriani hanno tenuto le loro prime elezioni presidenziali a più candidati da 50 anni. Hanno partecipato quasi i tre quarti dei siriani con diritto al voto, dando al presidente Assad l'88% delle preferenze. Dopo di tre anni di battaglia contro insorgenti appoggiati dall'estero, le condizioni di voto non erano ottimali. Ad ogni modo, nonostante le affermazioni in senso contrario del Dipartimento di Stato, non si può più dire che Assad non sia popolare nel suo paese. Persino l'ex-dirigente CIA Michael Hayden aveva previsto non molto tempo fa che Assad avrebbe vinto in elezioni non manipolate in Siria.

Però il governo degli Stati Uniti ha completamente rifiutato il voto in Siria, definito "un grandissimo zero" dal Segretario di Stato John Kerry, perché, come egli stesso ha detto, "non si può tenere un'elezione in cui milioni di cittadini non hanno la possibilità di votare". 

Questo, tuttavia, è proprio quello che è successo il mese scorso in Ucraina, dove Petro Poroshenko, l'oligarca appoggiato dagli Stati Uniti, ha vinto con appena il 50% dei voti in un'elezione in cui milioni di persone nella parte orientale del paese non hanno avuto la possibilità di votare. Quell'elezione è stata dichiarata da John Kerry una "vittoria per la democrazia". 

Similmente, John Kerry ha descritto il colpo di stato nel 2013 in Egitto, contro il democraticamente eletto presidente Morsi, come un "ritorno alla democrazia", approvando l'elezione il mese scorso - con il 96% dei voti - dell'uomo che ha guidato quel colpo di stato.

Allo stesso modo, quando questa primavera si è tenuto un referendum in Crimea in cui la grande maggioranza ha votato per riunirsi alla Russia invece di restare in Ucraina dopo il cambio di regime, l'amministrazione statunitense ha rifiutato di riconoscere i risultati. Per Washington, era "illegale" per la Crimea votare la secessione dall'Ucraina, però non era illegale per le bande nelle strade a Kiev rovesciare un governo eletto.

Il presidente Obama ha parlato a lungo del ruolo degli Stati Uniti nel promuovere la democrazia nel mondo, ma perché sembra che il governo americano riconosca le elezioni come libere e non manipolate solo quando vince il candidato che preferisce? 

A West Point il presidente ha annunciato una nuova "partnership di contro-terrorismo" da cinque miliardi di dollari, in cui molto del denaro è destinato a continuare l'appoggio ai ribelli in Siria. Sebbene l'amministrazione affermi di sostenere solo i ribelli moderati, ha rifiutato di spiegare esattamente quali gruppi combattenti sono considerati "moderati". In realtà è noto che le armi inviate ai "moderati" in Siria spesso finiscono nelle mani dei radicali. Cinque miliardi di dollari - rubati ai contribuenti americani e presi in prestito dalla Cina - garantiranno il prolungamento della guerra in Siria.

C'è molto di cui essere delusi nel lungo discorso di politica estera di Obama. Rappresenta la continuazione della politica di "fai quello che diciamo e ti sussidieremo, disobbedisci e ti bombarderemo". Questo approccio è un fallimento, ma i neocon che lo sostengono non mostrano segni di cadere dal piedistallo.

-----------

Nota: Si continua per la stessa strada, ormai si dicono sempre le stesse cose che parrebbero barzellette e invece sono quello che succede ai vertici del mondo occidentale, nell'indifferenza generale di tanti che si considerano equilibrati e ragionevoli - e furbi - proprio per questo atteggiamento di indifferenza. Nel frattempo Assad ha avuto un sacco di voti ... quanti ricorderanno che "era necessario" bombardare la Siria per rovesciare il sanguinario dittatore ? ( su questo si può leggere qui Uno squarcio nel velo ) - MM