(21 agosto 2016)

A volte la sensazione è di essere accerchiati. Da ogni lato proviene lo stesso messaggio. Può arrivare anche da dove mai si sarebbe pensato. E' una sorta di pensiero unico. Non fa venire i brividi meramente perché è unico, ma perché è unico e così chiaramente sbagliato.

Il pensiero unico è in sintesi questo: La scarsità di beni desiderati dall'uomo in realtà non esiste; è il frutto di cattive istituzioni e uomini malvagi; una volta eliminati questi ostacoli, l'abbondanza si riverserà senza limiti.

Ho scritto su questo tema molte volte su questo sito. L'ho definito qualcosa come "l'eterno mito del paese dei balocchi". E' sempre lo stesso, da tempo immemore. E ha sempre lo stesso risultato: si diventa asini da vendere al mercato.

Il più recente caso macroscopico degli infausti esiti di credere al paese dei balocchi è quello del Venezuela. Hanno creduto in una rivoluzione socialista che prometteva prosperità per tutti una volta eliminati gli "approfittatori internazionali". Sta finendo come da copione: con la fame, la criminalità galoppante, il lavoro forzato per persone una volta con tenori di vita da classe media, la mancanza di beni di prima necessità, la confisca delle armi lasciando la popolazione preda di gang criminali e di polizia corrotta, mentre i leader vivono in palazzi principeschi e hanno rafforzato un potere assoluto, sempre e comunque puntando il dito contro "speculatori" e "nemici internazionali", e immancabilmente contro il capitalismo.

Si tratta solo dell'ultimo di una lunga serie di casi, e non ci sono eccezioni. Può essere più o meno lungo il tempo che porta alla rovina, in alcuni casi la rotta è  invertita in tempo. Però sempre il mito dell'infinita abbondanza e le politiche derivanti portano alla miseria, materiale e morale. Quando queste politiche sono abbandonate totalmente o parzialmente, in favore della libertà economica, la società rifiorisce.

Che si tratti di comunismo o di keynesianismo, o di ogni altra versione, il mito è sempre quello: abbondanza senza limiti - se solo si dà il potere a leader illuminati di mettere in atto le politiche contro chi limita l'abbondanza. Il nemico numero uno dell'infinita abbondanza è la libertà economica, ovvero il capitalismo.

Ovviamente, i leader 'illuminati' finiscono con l'interessarsi al proprio potere e per nulla al benessere della popolazione; il loro potere, conferito per avere abbondanza, viene usato per rafforzare e garantire il loro stesso dominio, al punto che diventa sempre più difficile tornare indietro. La libertà economica è sempre più combattuta dai leader, in quanto è proprio la libertà economica che potrebbe portare ai cittadini la prosperità necessaria a sfuggire al loro giogo.

Se qualcuno promette illimitata abbondanza, forse la reazione più adatta sarebbe un po' di scetticismo sulle reali intenzioni. Mi sembra di dire cose così lapalissiane.
E invece no. Sembrano tutti sinceramente convinti che le cose siano state fatte in passato in modo sbagliato, e facendole 'nel modo giusto' l'obiettivo di assenza di scarsità possa certamente essere raggiunto. Il 'modo giusto' è quello che hanno in mente loro.

Naturalmente non si tratta di pensiero 'unico' in senso assoluto: c'è una piccola minoranza di persone che continua a portare avanti idee più razionali. Devo il mio pensiero all'opera di von Mises, ai suoi precursori,  e a tutti i suoi successori sulla strada tracciata da lui. Non si tratta di idee difficili da comprendere, però occorre qualche sforzo di riflessione. Gli slogan, al contrario, sono così facili. Fanno appello all'emotività, non alla ragione. Si ascoltano, si pensa "sì, mi piace", e non ci si ferma a chiedersi "perché dovrebbe essere così", "quali potrebbero essere le conseguenze nel tempo", "qual è il filo delle relazioni causa-effetto".

Il pensiero unico spazia da conservatori come Blondet, ai grillini in tutte le salse, alla sinistra, la destra sociale, ricchissimi capi d'industria delle nuove tecnologia come Bill Gates, Zuckerberg, eccetera; i più si definirebbero keynesiani o post-keynesiani, ma sempre del mito-dell'infinita-abbondanza-eliminando-il-capitalismo si tratta.

Il fatto è che queste idee includono immancabilmente, nascondendolo più o meno velatamente, sempre la stessa caratteristica: limitare la libertà economica implica accordare il potere legale a forze armate governative di usare o minacciare violenza armata contro individui coinvolti in scambi volontari. Il caso più estremo è l'abolizione della proprietà privata, in cui tutto quello che rimane è la forza bruta delle armi del governo, contro cittadini che a questo punto sono schiavi a tutti gli effetti.

Alle persone che propagandano il mito dell'abbondanza illimitata non piace sentirsi ricordare questo fatto.  Perché è vero. Ed è la cosa più significativa di tutto quanto.
Vi diranno: "Ma perché parli di armi, di fucili puntati? Io sono una persona così pacifica!"
Sembra caschino tutti dalle nuvole. Invece quei fucili puntati sono una parte essenziale, irrinunciabile, di quello che stanno proponendo.
Con il prelievo fiscale e i relativi controlli, i fucili puntati sono ovvi. Con la confisca della proprietà privata tramite gli schemi monetari, i fucili puntati sono meno ovvi, ma è la stessa cosa. Pensate a cosa potrebbe succedere se un crescente gruppo di persone decidesse di usare una moneta alternativa, non autorizzata dal governo centrale o locale.

Quando c'è qualche avanzamento tecnologico, il quale aumenta la produttività del lavoro e quindi l'abbondanza di risorse, ecco che questo viene visto come nuova occasione per un rigurgito di idee che erano già vecchie tanto tempo fa. Finalmente le nuove tecnologie porteranno all'illimitata abbondanza! Questa volta sul serio, è la volta buona! E' solo il capitalismo che frena l'infinità delle risorse per tutti!
Come se non fosse mai stato detto. Come se non ci fossero mai stati avanzamenti tecnologici. Come se queste idee non avessero sempre portato al disastro.
Adesso è il turno delle tecnologie informatiche e dei robot.

I temi sono due: a) I robot porteranno disoccupazione e fame per una percentuale enorme di popolazione; b) I robot porteranno abbondanza illimitata. Come si riesca a sostenere contemporaneamente entrambe le cose sfugge alla mia comprensione, comunque si tratta di idee diffusissime, a livello mondiale. In sostanza l'idea è questa: siccome i robot e le tecnologie informatiche nel libero mercato porterebbero a disoccupazione e fame di massa, mentre sono in grado di portare abbondanza illimitata per tutti, occorre la forza del governo per ridistribuire tale abbondanza illimitata equamente verso tutti. Inoltre, essendo tale abbondanza appunto illimitata, in un sistema a ridistribuzione equa non ci sarà più bisogno di lavorare se non come passatempo. (non è stato facile scriverlo ma proprio di questo si tratta)

Pensate che stia scherzando? Che stia esagerando?
Qualche giorno fa, un amico ha citato su Facebook la seguente frase che ha trovato su un libro:

- Ben detto. 'Le tecnologie informatiche rendono possibile l'abolizione del lavoro. A impedirla è solo la struttura sociale che conosciamo come capitalismo'. -

Per un po' ho pensato che il 'ben detto' fosse ironico. Ma non si tratta di una frase isolata. In tutto il blog si parla della mancata necessità di lavoro in una società che sfrutti appieno le possibilità offerte dalla tecnologia, fino a parlare di "idraulici che lavorerebbero solo per passione"; si scrivono parole di apprezzamento per Keynes, che naturalmente espose idee simili.

Quella frase mi ha ricordato qualcosa. E difatti, da quale libro è tratta? Da Postcapitalism!
Circa un anno fa, tradussi la critica di Gary North all'autore del libro, Paul Mason (Perché la Sinistra non c'azzecca mai sul capitalismo). Fu una traduzione lunga e impegnativa, ma decisi che ne valeva la pena. Richiede attenzione ma è anche divertente. Gary North è feroce come al solito, ma è più uno sparare alla croce rossa. North riporta tutto l'articolo di Mason sul Guardian in cui Mason introduce Postcapitalism, e lascia che siano le parole dell'autore stesso a denunciarsi da sole. Gary North parla della "patetica qualità dei suoi argomenti", e Gary North non è qualcuno che usa parole a vanvera. "Patetica" vuol dire proprio patetica.

Gary North da cinquant'anni critica idee di sinistra, e sa leggere bene tra le righe. Mason si professa post-keynesiano e marxista. Dice che saranno le nuove tecnologie a creare abbondanza illimitata e che la scarsità è un mito. Quello che Mason propone in sostanza, scrive North, in realtà è simile all'economia medievale. Dell'Alto Medioevo. Dopo, l'economia si è evoluta, con divisione del lavoro intensiva. Dice North, in sintesi: è una collezione infinita di slogan; non c'è alcun progetto analitico né pratico, non è delineato un contesto legale. Alla base c'è il principio di non scarsità; la necessità di intervento dello stato per ridistribuire le risorse, assicurando abbondanza per tutti. (più o meno quello a cui hanno creduto i venezuelani, solo in quel caso la panacea era il petrolio)

Nelle parole di Gary North:

La Sinistra è convinta che stiamo per avere un mondo di beni a costo zero. Questa è sempre stata la spinta del socialismo sin dal primo giorno. E così non c'è alcuna maledizione sulla Terra. Non c'è alcuna reale scarsità. E' solo a causa di istituzioni malvage, create dal capitalismo, che l'umanità è tenuta fuori dalla quasi illimitata produttività della natura. La proprietà privata impedisce alla natura di sommergerci nella cornucopia di cose gratis.

Non imparano mai. Non riescono mai a capire che la natura è tirchia. Non riescono mai a capire che la scarsità c'è e che solo tramite la formazione di capitale questa scarsità può essere sopraffatta. Solo con l'estensione della divisione del lavoro attraverso formazione di capitale e maggiore specializzazione possiamo superare i limiti della scarsità. Questa era la posizione di Adam Smith nel capitolo 1 di The Wealth of Nations (1776), ma i socialisti rifiutano di rispondervi.

Ma non finisce certo qui. Su Blondet ho scritto recentemente in Denaro gratis dai robot!, partendo ancora da Gary North e dalla sua critica ad un ridicolo articolo sul tema robot/disoccupazione/abbondanza-llimitata-tramite-ridistribuzione. I temi toccati sono il reddito di cittadinanza e le leggi sul salario minimo.

Le leggi sul salario minimo sono una mostruosità malvagia verso i più deboli. Provate a mettervi nei panni di qualcuno che ha bisogno di un impiego per comprenderlo. "Disoccupazione forzata", è il vero significato di salario minimo. E a farsi servire da robot invece che persone in carne e ossa saranno i clienti di McDonald, non quelli che cenano nei ristoranti di lusso. Ah, il problema a credere al paese dei balocchi!

Si può sostenere che reddito di cittadinanza e salario minimo abbiano qualche effetto benefico solo sulla base del principio di non scarsità. Se invece la scarsità esiste, diventano immediatamente chiari i loro effetti deleteri, soprattutto verso i più deboli. Se la scarsità esiste, questo implica che non si possono creare risorse per decreto. Si possono prendere con la forza le risorse di qualcuno per darle ad altri, ma questo riduce la quantità di risorse prodotte, fino a che il reddito di cittadinanza per tutti non può più garantire il tenore di vita per il quale era stato progettato. (se non ci credete, chiedete ai venezuelani!)

Ed ecco un post di Walter Block su LRC (Le leggi sul salario minimo e la mercificazione): parlando di salario minimo, una persona religiosa critica la posizione di Block dicendo con disgusto che gli economisti "mercificano" il lavoro degli esseri umani, i quali non sono e non possono essere trattati come merce; Block risponde per le rime.

Avrò sentito lo stesso argomento sulla 'mercificazione' innumerevoli volte, e normalmente non resta che sospirare e portare pazienza. E' un argomento che risuonerebbe sia con Blondet sia con il papa tanto criticato da Blondet.
Però ad un certo punto una gocciolina può far traboccare il vaso, e visto che sono sul mio blog mi viene voglia di dirlo ancora più apertamente del solito: non c'è modo di "mercificare" il lavoro dell'uomo più che promuovendo leggi di salario minimo. Solo una visione meramente materialistica dell'uomo può portare a sostenere leggi di salario minimo. Il non esserne consapevoli non cambia le cose.

Walter Block risponde al critico dicendo che avrà qualche problema all'ingresso in paradiso, quando San Pietro gli chiederà come mai avesse supportato le leggi sul salario minimo, che tanto colpiscono "gli ultimi tra gli ultimi". Eh eh, qualche volta una piccola soddisfazione.

Ed ecco che l'amico Matteo Corsini, il quale scrive una newsletter quotidiana criticando frasi pronunciate da economisti e politici, riporta una frase di Fabrizio Galimberti:

"Troppo facile ricorrere al torchio, direbbero gli scettici: non esistono pasti gratis in economia. Ma non è vero, pasti gratis esistono quando ci sono risorse inutilizzate: le misure giuste possono creare ricchezza dove prima non esisteva."

ll tipico argomento keynesiano: le risorse inutilizzate. Come il coupon per baby-sitter di Krugman.
Capite: "risorse inutilizzate". Se dicessero che intendono appropriarsi dei risparmi degli altri per darli allo stato per incrementare la sua presa sulla popolazione non suonerebbe allo stesso modo. Ma promettere i pasti gratis funziona sempre. "I pasti gratis esistono". "Le misure giuste possono creare ricchezza". Chiedete ai venezuelani.

Quando ho scritto Un'introduzione facile facile all'economia, la prima cosa di cui ho parlato è l'inevitabile condizione di scarsità in cui l'uomo si trova a vivere. L'intera scienza economica non avrebbe senso di esistere se: a) non ci fosse scarsità; b) l'uomo non avesse la capacità di fare previsioni sull'esito futuro delle sue azioni.
Senza compiere lavoro l'uomo non sopravvive che per brevissimo tempo. Ha bisogno di estrarre risorse dalla natura per il suo consumo. Se le necessità di base sono soddisfatte, nasce una serie di desideri infinita, ad esempio la possibilità di fare ciò che più si apprezza.

Metodi di produzione migliori aumentano la quantità di risorse prodotte a parità di lavoro. La collaborazione tra uomini tramite la divisione del lavoro aumenta le risorse disponibili in modo spettacolare. Ma l'infinita abbondanza non è mai raggiunta. Se proprio ha abbastanza di che sfamarsi, vestirsi, proteggersi, curarsi, istruirsi, creare arte, viaggiare, l'uomo vuole esplorare lo spazio. Non c'è limite al desiderio di risorse. Non a tutti piacciono le stesse cose, siamo diversi nei gusti e nelle aspirazioni. Ma tutti gradiscono essere liberi dalle necessità essenziali e potersi dedicare il più possibile a ciò che più apprezzano.

La scarsità non può essere eliminata. Tramite la formazione di capitale e la divisione del lavoro la produttività può aumentare enormemente. Ma la scarsità rimane sempre. Moltiplicate quante volte volete l'efficienza della produzione energetica e dello scambio di informazioni e la scarsità sarà ancora lì. E' una condizione intrinseca della vita dell'uomo.

(Esperimento di pensiero: provate a pensare di avere tutte le risorse a vostra disposizione, tutte le macchine, i robot e le tecnologie esistenti, ma tutti gli altri smettono di fare qualsiasi tipo di lavoro per voi. Come evolve la vostra vita nel giro di qualche mese?)

Ma c'è anche, evidentemente, un'altra caratteristica intrinseca della condizione umana: la rivolta contro la scarsità, la presunzione che non sia giusta. Una volta ho scritto che l'uomo è ancora risentito per la cacciata dall'Eden: sente che si tratta di una punizione e anela all'infinita abbondanza. Sentendosi animato da buone intenzioni, pontifica su quale sarebbe il mondo migliore. Ha il conforto di sapere che tanti pensano come lui. E' così facile cadere nella trappola delle buone intenzioni.

Bill Gates, con tutta l'abbondanza che ha, non riesce a trovare di meglio che tormentare il resto dell'umanità, cioè "impegnarsi per creare un mondo migliore". Con i fucili puntati, si intende. Un esempio tra tanti, la sua fondazione, così filantropica, promuove la diffusione di vaccini da amministrare coercitivamente nel terzo mondo. Guadagni per le case farmaceutiche, veleni dannosi per gli "ultimi tra gli ultimi". Ma quando ci si sente così buoni, così "impegnati per un mondo migliore", non si vedono questi dettagli. Ci si sente autorizzati a dire e fare di tutto, certi che non possa che essere una cosa buona. Sui deliri di Zuckerberg, ho già scritto qui: Zuckerberg annuncia che toglierà i suoi soldi dalla sua tasca sinistra tassabile per metterli nella sua tasca destra non tassabile.

Mises parlava della "propensione dell'uomo superficiale ad attribuire onnipotenza ai propri pensieri". Uno slogan funzionerà a migliorare il mondo perché "mi sembra così". Cosa importa della logica economica? Cosa importa se in passato non ha funzionato? "Se lo si fa nel modo giusto, funzionerà senz'altro."

Il fatto è che c'è un motivo logico per cui questi schemi non hanno funzionato e non funzioneranno mai. C'è un motivo logico per cui portano indietro alla povertà. La divisione del lavoro tramite i fucili puntati non funziona in modo efficiente come quella volontaria. Senza un incentivo sufficiente, l'uomo non lavora. Le risorse scompaiono. Non viene distribuita la stessa torta in modo 'equo'. E' proprio la torta che si riduce. Una fetta sempre più grande va a chi ha i fucili.

Avete dei dubbi? Chiedete ai venezuelani.

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Update (28/8/16)

Un altro episodio dell'"accerchiamento" di cui si parla nell'articolo (ma sono innumerevoli). Oggi Robert Wenzel ha scritto un post su un articolo dell'economista Robert Schiller, premio Nobel e professore a Yale, pubblicato sul New York Times ("Che razza di cattivo economista è Robert Schiller?").

La frase di Schiller citata da Wenzel:

L'ineguaglianza economica è già motivo di preoccupazione, ma potrebbe diventare un incubo nei prossimi decenni; temo che non siamo ben equipaggiati per affrontarla.

Differenze veramente estreme in reddito e ricchezza potrebbero sorgere per varie cause. Consideriamone anche solo alcune: le innovazioni nella robotica e nell'intelligenza artificiale, che già stanno rendendo molti posti di lavoro non competitivi, ci potrebbero portare ad un mondo in cui un impiego di base con una paga decente diventa impossibile da trovare.

Scrive Wenzel che il triste stato della professione economica è riflesso dal fatto che un premio Nobel non riesca ad afferrare principi economici di base (ma non è certo solo Schiller).

L'ineguaglianza economica dovrebbe essere un problema?!

Gli avanzamenti tecnologici portano a livelli di vita inferiori?!

E' il solito ritornello: far leva sull'invidia per ottenere il consenso a.... puntare i fucili. E' sempre uguale. Appena c'è qualcosa di nuovo, come la robotica, subito lo si ritira fuori dal cassetto come fosse una novità.

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