4 ottobre 2014

Premessa

Nonostante il denaro sia fondamentale nella nostra vita quotidiana, pochi si chiedono cosa sia effettivamente il denaro e quale sia la sua origine. Le persone si preoccupano continuamente di come averne di più, o almeno abbastanza per quello che desiderano fare; sanno che il denaro corrisponde grosso modo ad un potere d'acquisto che permette di procurarsi le risorse volute; sanno che ottenere denaro in genere richiede lavoro; però tipicamente non si fermano a riflettere sul come e sul perché dell'esistenza del denaro. Pochi sarebbero in grado di citare principi di base sul denaro già espressi da Nicola d'Oresme nel suo Trattato sulle monete nella seconda metà del quattordicesimo secolo. Perlopiù la gente sa che la produzione di denaro è affidata ad autorità monetarie piuttosto misteriose e accetta questa situazione come normale stato di cose.

In questa introduzione al denaro, cercherò di fornire indizi sul perché, invece, sarebbe il caso di prestare molta più attenzione.

Nella prossima parte si approfondiranno i meccanismi di mercato. Mi è sembrato importante parlare prima di denaro, nonostante denaro e mercato siano così interconnessi che è arduo trattarli in modo completamente separato. Il denaro non ha senso di esistere senza un mercato, però l'uso del denaro ha un impatto enorme sul mercato. Per questo, tra questa parte e la successiva (“Il mercato”) ci potranno essere sovrapposizioni. In particolare, qui si dà per scontata la legge della domanda e dell’offerta, trattata diffusamente nella prossima parte.

Il denaro come mezzo di scambio indiretto

Abbiamo visto in precedenza che un uomo che produce (o che possiede) può avere vantaggio a cedere ad altri parte dei suoi beni in cambio di altri beni. Questo processo diventa molto più efficiente se la cessione dei suoi beni e l’acquisizione dei beni di altri possono avvenire anche in momenti separati, e senza che necessariamente chi acquisisce i suoi beni sia colui che gli cede i beni che egli desidera.

Il denaro è ciò che rende possibile la separazione tra le due fasi di cessione e acquisizione di beni, ovvero “vendita” e “acquisto”. E’ un “mezzo di scambio indiretto” appunto perché permette che vendita e acquisto non debbano necessariamente avvenire direttamente. Si vendono i propri beni in cambio di denaro, che poi sarà usato per comprare i beni che si desiderano in un altro momento e da un altro venditore.

L’uso del denaro insorge spontaneamente in una società di uomini. Non è difficile intuire, pensando a quale è la funzione del denaro, perché alcuni materiali sono tradizionalmente usati come denaro da tempo immemorabile.

Le caratteristiche delle merci usate come denaro

Innanzitutto, una risorsa è adatta a essere denaro se si tratta di una merce gradita universalmente o quasi: se è così, sarà accettata come merce di scambio da tutti coloro che hanno beni al cui acquisto si è interessati, perché è facilmente rivendibile. Deve quindi trattarsi di una merce diffusamente utilizzata, non di qualcosa di uso raro e specifico.

Deve essere qualcosa di sufficientemente prezioso, in modo da essere facilmente trasportabile anche per valori importanti.

Deve essere inalterabile, in modo da conservarsi e quindi poter essere utilizzato anche tra molto tempo.

Inoltre, deve avere valore stabile nel tempo, non altalenante, in modo da garantire con ragionevole affidabilità di valore.

Deve essere facilmente divisibile, in modo da rendere possibili scambi di qualsiasi entità.

Deve essere facilmente riconoscibile e non facilmente contraffabile, in modo da agevolare l’accettazione da parte del venditore.

Nessuna sostanza o manufatto è perfetto sotto tutti questi punti di vista. Anche l’oro non è perfettamente inalterabile né perfettamente riconoscibile. Tuttavia, tutte le cose usate come denaro possiedono in modo marcato tutte queste caratteristiche. Innanzitutto i metalli preziosi, ma anche il sale, il pepe, altre spezie, tabacco, cereali, eccetera. I carcerati, cioè una comunità ristretta di uomini che non può usare il normale denaro, per gli scambi tra loro usano spontaneamente come denaro i pacchetti di sigarette. Se non possono fumare, usano le scatole di pesce conservato.

Ciò che è spontaneamente usato come denaro è sempre qualcosa che ha valore per il suo utilizzo o consumo. Tra le miriadi di sostanze utilizzate dall’uomo, quelle che più delle altre hanno tutte le caratteristiche di cui sopra sono adatte ad essere denaro. Il valore della sostanza che fa da denaro costituisce il riferimento con cui confrontare il valore dei beni venduti e quelli acquistati.

Ai fini dell’utilizzo o del consumo l’abbondanza della risorsa usata come denaro è immancabilmente un fatto positivo, come per tutte le altre risorse gradite agli uomini. Invece, ai fini dell’uso come denaro l’aumento della quantità globale della sostanza non porta alcun beneficio alla società nel suo complesso, appunto perché essa funziona da riferimento. Una sostanza soggetta ad aumenti di quantità repentini, quindi a cali di valore rispetto alle altre sostanze, non sarebbe per nulla adatta a essere denaro. La stabilità di valore su intervalli di tempo lunghi è una delle caratteristiche più apprezzate in ciò che è usato come denaro.

Nel seguito come sostanze usate come denaro si intenderanno le due fondamentali, oro e argento. Sin dai tempi antichi questi metalli sono coniati in monete. Il conio aumenta il valore rispetto alla medesima quantità di metallo non coniato, in quanto offre una garanzia di peso e qualità che ne rende più facile l'utilizzo per gli scambi.

Uso del denaro e impatto sulla società

Il denaro rende estremamente più efficiente la rete di scambi tra gli uomini, che diventa flessibile nello spazio (si può vendere e comprare in luoghi molto lontani tra loro) e nel tempo (si può vendere e comprare in tempi molto diversi tra loro). La rete di collaborazione tra uomini si allarga alla società intera e a società lontane tra loro. L’impulso all’economia e alla civiltà è spettacolare. Tutte le civiltà evolute, anche antichissime, usano denaro, anche se parte degli scambi avvengono direttamente, quando per vari motivi ciò è considerato conveniente o è l'unica possibilità.

Il denaro consente il calcolo economico, rendendo più facile indirizzare la produzione verso ciò che è maggiormente valutato; va ricordato che qualsiasi calcolo economico sui costi e sul valore futuro di un prodotto non è mai basato su certezze ma su previsioni per le quali occorre talento, e possono rivelarsi completamente errate. Ciononostante, l’efficienza che deriva dal calcolo in denaro è enorme.

Il denaro consente il risparmio e l’accumulo di potere d’acquisto per il futuro o per gli eredi. Favorisce la concentrazione di potere d’acquisto permettendo investimenti importanti e la realizzazione di grandi opere.

Il denaro può essere investito, cioè dato ad altri per produrre qualcosa in cambio di una quota dei profitti; in questo caso il profitto è ottenuto o meno a fronte della propria capacità di scegliere in che modo investire; oppure può essere prestato, cioè dato ad altri in cambio di una remunerazione futura fissata in anticipo.

L’equilibrio tra l’uso come denaro e l’utilizzo manifatturiero della sostanza usata come denaro si crea spontaneamente in base alla legge di mercato. La quantità di metallo usato per manufatti è la maggior parte.

[Una breve parentesi. Uno degli argomenti di chi critica l'uso dell’oro come denaro è la presunta “assurdità di fare tanto lavoro per estrarre dal suolo un materiale, per poi metterlo in altre buche nel suolo e svolgere altro lavoro per fargli da guardia contro i ladri”; si dice che “marziani che osservassero questo dall’alto si sbellicherebbero dalle risate”. In realtà, i marziani osserverebbero che viene fatto lavoro per estrarre un materiale apprezzato per le sue qualità a fini manifatturieri e che la maggior parte di esso viene impiegato così. Una parte inferiore circola come denaro per gli scambi o viene tenuta da parte, come garanzia e come risparmio. Se non si usa l’oro come denaro, e ne abbiamo bene esperienza, l’oro viene estratto lo stesso e lo stesso è conservato per la sua preziosità. L’oro mantiene il suo potere d’acquisto, e quindi un uomo che ha molto oro è ricco, anche se non è direttamente usato come denaro. L’oro non è prezioso perché è denaro, è denaro perché è prezioso, e tale rimane se non è usato come denaro. Viceversa, dei marziani che osservassero gente che lavora continuamente per accontentarsi in cambio di pezzi di carta che hanno sì potere d’acquisto ma il cui potere d’acquisto è modificabile con un tratto di penna da un manipolo di individui, penserebbero che sulla Terra evidentemente vige la schiavitù universale.]

Ogni quantità di denaro che qualcuno possiede rappresenta qualcosa che egli (o qualcuno per lui, inclusi coloro di cui è erede) ha prodotto per qualcun altro. Rappresenta produzione non consumata. Quel denaro prima di finire a lui era stato usato in una catena di scambi, ognuno dei quali percepito come vantaggioso da entrambe le parti coinvolte. La catena di scambi di denaro inizia dal minatore d’oro, che lavora per estrarre il metallo, apprezzato per le sue caratteristiche fisiche. Egli scambia il metallo grezzo con qualcosa che gli viene dato in cambio dal fabbro, eventualmente anche manufatti o monete d’oro. Il fabbro lavora per rendere puro l’oro, produrre manufatti e coniare monete. Molte delle valute che usiamo oggi, inclusi il dollaro e la sterlina, sono nate come monete coniate privatamente.

A questo punto si possono acquistare queste monete dal fabbro, scambiandole con qualcosa che lui accetta, oppure farsele prestare dal fabbro, se si preferisce per qualsiasi motivo non pagarle contestualmente. In questo caso ovviamente si pagherà un interesse.

Il denaro diventa sinonimo di ricchezza, cioè di potere d’acquisto. Ma l’abbondanza di risorse e quindi l’estensione di quel potere d’acquisto è stata possibile grazie allo scambio indiretto, che ha facilitato la collaborazione tra gli uomini ai fini produttivi. Il denaro ha una funzione estremamente positiva per il benessere degli uomini. In una sana economia i prezzi tendono a calare in ragione dell’aumento di produttività.

La natura umana essendo quella che è, ciò che è molto efficace può essere ritorto contro l’uomo. Quel potere d’acquisto può far leva sulle debolezze umane, e provocare “avidità di denaro”, questa sì alla radice di molti mali. L’oro, incolpevole, è semplicemente una meraviglia della natura.

Per avere denaro, cioè potere d’acquisto, che a diversi livelli piace praticamente a tutti, ci sono fondamentalmente due strade (o qualcosa di ibrido tra le due).

La prima consiste nel produrre beni e servizi per i quali volontariamente gli altri saranno disposti a pagare. E’ la strada onesta, produttiva, che in generale favorisce tutta la società. [Si potrebbe obiettare che si possono fare molti soldi fornendo beni o servizi che fanno leva sui desideri meno nobili dell’uomo, sui vizi, ma il giudizio morale sulle cose che certi uomini desiderano non è un argomento inerente all'economia e lo lasceremo da parte qui.] Anche il lavoro produttivo può portare a eccessi negativi, nel senso che la brama di beni materiali può portare a dedicarsi troppo al lavoro e a trascurare aspetti fondamentali della vita; si tratta di un tema di natura morale, ma in generale non si danneggia il resto della società. La seconda strada consiste nell’appropriarsi del frutto del lavoro degli altri contro la loro volontà con la forza (o l’inganno). Questa è una strada distruttiva per la società intera, come vedremo più da vicino nelle parti successive.

Il potere d’acquisto del denaro può essere usato per acquisire la forza di prelevare il frutto del lavoro di altri. La salvaguardia dai malviventi (autori di furto, truffa, circonvenzione di incapaci, ecc.) è uno dei compiti dello stato e uno dei motivi per cui siamo disposti a pagare le tasse. Ma lo stato stesso, monopolista legale della forza armata, può facilmente diventare la più grande minaccia per la società e la sua prosperità, se non è tenuto sotto controllo da una popolazione attenta.

L'interesse

L'interesse è un tema estremamente spinoso, in quanto associato al concetto di usura, e dà luogo ad infinite discussioni, in particolar modo con cattolici tradizionalisti non libertari e con poca familiarità con l'economia. Sembrerà strano, almeno a me lo è sembrato, ma, nonostante sia sempre apparso naturale a chi opera sul mercato che per avere soldi a prestito si deve pagare un interesse, prima di von Mises non c'era una precisa comprensione teorica di cosa dia origine all'interesse.

Verso la fine del tredicesimo secolo, quindi tardi nella sua storia e all'apice della sua influenza, la Chiesa Cattolica prese una decisione sciagurata: il bando totale dei tassi di interesse sui prestiti, definendo come "usura" qualsiasi tasso superiore a zero. Le motivazioni storiche di questa decisione sono per me tuttora misteriose; le giustificazioni filosofiche e religiose sono fievoli al punto da essere state modificate nel tempo [1]. Questa decisione ebbe un ruolo tutt'altro che secondario negli eventi successivi (tra cui il tracollo della civiltà europea nel quattordicesimo secolo), nella perdita di egemonia culturale e negli eventi che portarono alla Riforma protestante. Da allora la Chiesa ha dovuto ritrattare la sua posizione sull'usura, che tuttora è aperta; già dall'epoca rinascimentale, autorevoli pensatori cattolici hanno espresso sull'"usura" le posizioni più diverse.

San Tommaso d'Aquino è stato uno dei massimi pensatori mai vissuti, la cui importanza nello sviluppo della società occidentale non è pienamente apprezzata dalla gente comune. Ma nella sua difesa del bando all'usura la logica di San Tommaso è zoppicante: dovendo difendere la legittimità di riscuotere un affitto per un immobile e al tempo stesso la non legittimità di chiedere un interesse sul prestito di denaro (o di un bene di immediato consumo), San Tommaso si arrampica faticosamente sugli specchi. "Cos'è che si paga con gli interessi? Non si può mettere un prezzo ad una cosa semi-astratta come il tempo!", diceva San Tommaso. "Si paga la rinuncia del proprietario a poter utilizzare il suo denaro per tutto il tempo del prestito", è la risposta, parecchi secoli dopo, di von Mises.

Von Mises evidenziò che l’interesse esprime la differente valutazione tra la disponibilità di un bene nel presente e la disponibilità dello stesso bene in una data futura, cioè deriva dalla “preferenza temporale” che l’uomo ha rispetto alla disponibilità del bene. In generale, nel caso di beni non deperibili quali il denaro, l’interesse è positivo, cioè una somma di denaro nel futuro è sempre valutata meno della stessa somma oggi, quindi in cambio di una certa somma oggi occorre restituire una somma più alta in una data futura. (Solo per beni deperibili si possono immaginare situazioni con interesse negativo; per il denaro, solo una situazione in cui, ad esempio, c’è rischio di furto può dar luogo ad interesse negativo. Le banche sono nate come depositi di denaro per garantirne la sicurezza; questo servizio costituiva unicamente un costo per chi depositava denaro.)

L'interesse può essere pari a zero, cioè una somma in qualsiasi data nel futuro può essere valutata dal proprietario esattamente come quella stessa somma nel presente - quello che dovrebbe essere secondo chi difende il bando all'usura! - solo in condizioni di infinita abbondanza, in cui nessuno è mai, qui sulla Terra. E' la scarsità stessa a determinare l'insorgere dell'interesse. Si può dire, estremizzando, che l'interesse deriva dal fatto stesso che senza mangiare l'uomo muore nel giro di pochi giorni; nessuna decisione o volontà umana può modificare questo!

E' ovvio a tutti che un uomo affamato attribuirà molto più valore ad un chilo di pane consegnato oggi rispetto ad un chilo di pane consegnato tra un mese. Più l'uomo si trova in condizioni di prosperità, più la sua preferenza temporale tenderà a scendere, cioè la differenza tra la sua valutazione di un bene oggi e dello stesso bene nel futuro tenderà a calare. La differente preferenza temporale tra gli individui (determinata dalle circostanze più varie) fa sì che, come per gli altri scambi di beni, un contratto di prestito possa essere considerato vantaggioso da entrambe le parti coinvolte.

In generale, per il costo del denaro (interesse) si affermano sul mercato le stesse leggi che valgono per altre risorse: più c'è abbondanza di risparmio, meno costa il denaro. Va naturalmente sottolineato che nei contratti che prevedono un pagamento futuro il prezzo sarà in generale diverso a seconda di chi è l'acquirente; l'interesse di base è quello che riguarda prestiti con probabilità di restituzione prossima al 100%; se l'acquirente non offre completa fiducia nella restituzione, il costo del denaro per lui può salire anche vertiginosamente. In questo caso, il surplus che si paga è dovuto ai debitorii nella stessa categoria che non ripagano il loro debito. Risulta chiaro perché solo i professionisti (cioè chi fa molti prestiti) possono ragionevolmente prestare denaro, in particolare nel caso di prestiti a rischio[2].

Abbiamo detto che prestando denaro il proprietario rinuncia alla possibilità di utilizzo del denaro in quel periodo. Ne discende che l’interesse annuale per prestiti a lungo termine sarà, a parità di altre condizioni, maggiore che per prestiti a breve termine, cioè ad esempio la rinuncia all’utilizzo per dieci anni deve essere remunerata all’anno di più che la rinuncia per un anno. Come tutti sanno, i tassi dei buoni del tesoro pluriennali sono maggiori di quelli di scadenza più breve. Comprare un buono a dieci anni, o comprare successivamente per ognuno dei dieci anni un buono annuale, non è la stessa cosa, per questo il primo caso è remunerato di più. La rinuncia, ora, ad utilizzare il denaro per dieci anni è una rinuncia molto più gravosa della rinuncia per un anno.

Denaro e governo

Anche il sovrano (o il governo) per emettere monete d’oro per i suoi pagamenti deve procurarsi l’oro tramite ciò che possiede (soprattutto costituito dal frutto delle tasse, che in parte sarà in forma di oro), oppure prenderlo a prestito da qualcuno, pagando quindi interessi al prestatore.

[Una parentesi. Le banche centrali fanno proprio questo: producono moneta e la prestano al governo, oppure alle banche da loro controllate. Hanno il privilegio legale di essere l’unico istituto a poter emettere moneta. Il modo più tipico con cui le banche centrali attuali prestano soldi al governo è tramite l’acquisto di titoli di stato. Il principio in se stesso che sia “preso a prestito” qualcosa che si vuole senza pagarlo subito è del tutto naturale e rimane vero anche oggi che non c'è più l'oro a garanzia della moneta. Quelli che dicono a gran voce che il problema delle banche centrali è di "essere private" e di "emettere moneta gravata da debito" (su cui cioè lo stato paga gli interessi) hanno una visione completamente distorta: il problema delle banche centrali è che hanno un enorme privilegio dallo stato ed esistono per permettere allo stato di finanziare se stesso e le istituzioni favorite a spese dei cittadini. Tra l'altro, i profitti della banca centrale (cioè gli interessi), fatte salve le spese inclusi i principeschi stipendi, vengono girati al Tesoro, e i debiti con la banca centrale non sono mai ripagati. “La Fed produce enormi profitti per lo stato”, un sorridente Ben Bernanke ha avuto la faccia tosta di ribattere a Ron Paul, in una famosa audizione alla commissione finanziaria presieduta da Ron Paul, e formalmente è vero (il dialogo tra i due è immortalato in numerosi video YouTube intitolati “Is gold money?”)].

Sin da tempi antichissimi i sovrani hanno cercato di controllare la moneta. Innanzitutto cercano di spostare l’attenzione dal contenuto di metallo prezioso al numero di monete da loro emesse. Anche se ogni moneta nasce come un certo peso in oro o argento, i prezzi si misurano in sesterzi, o dollari, o lire. Poi, succede che i governanti vogliano spendere sempre di più per incrementare il consenso, distribuendo privilegi e prebende, e rafforzare il potere. Tipicamente vogliono fare guerre. C'è un limite alle tasse che possono prelevare ai cittadini senza che questi si ribellino. Allora in che modo possono spendere di più?

Pare che già qualche secolo prima di Cristo, un governatore persiano che dilapidava tutto il denaro e a cui le tasse non bastavano più, ebbe da un consigliere l’idea di proclamare per legge che tutti gli scambi dovevano avvenire tramite una nuova moneta, fatta di una specie di carta, emessa dal governo. Gli scambi in oro e argento sarebbero stati proibiti per legge, e i trasgressori puniti con la morte. Tutti i problemi di penuria di denaro per il governatore si sarebbero risolti. L’area controllata da questo tale era molto limitata, per cui egli non riuscì nel suo scopo; i mercanti si rifiutarono di vendere, i cittadini si ribellarono e in capo a qualche giorno il governatore e il consigliere fecero una brutta fine.

In epoca greca e romana i casi di svalutazione sono frequenti, famoso è quello di Diocleziano. Svalutare una moneta voleva dire mettere una minor quantità di metallo prezioso in ognuna delle monete, in modo da poter coniare più monete a parità di quantità di metallo. Diocleziano, visto che poi i prezzi aumentavano, emanò una legge che imponeva i prezzi massimi, pena la morte per i trasgressori. Siccome naturalmente poi sparirono i beni dal mercato, fu costretto a ritirare la legge. Alla caduta dell’impero romano le monete che erano state d’argento contenevano ormai una misera percentuale d’argento. L’impero bizantino crollò a seguito della svalutazione della sua moneta, il bisanzio, fatta per finanziare una guerra. Ci sono poi casi di valute di carta (senza oro a garanzia) imposte dal governo in condizioni di guerra o rivoluzione, ad esempio gli assignat della Rivoluzione Francese; il valore del denaro di carta in ognuno di questi casi nel giro di poco tempo è andato a zero. Dopo la prima guerra mondiale, ci fu il caso tristemente noto della repubblica di Weimar, e via così una serie infinita di altri casi.

Ma perché gente attribuisce valore al denaro di carta senza garanzia in oro? Il fatto è che la gente attribuisce valore al denaro per il suo potere d’acquisto, senza interessarsi di cosa c'è dietro. Pensa al denaro in termini di prezzi delle cose che desidera. Il passaggio da standard aureo a denaro completamente fiat è avvenuto per gradi ed è invisibile alla gente. Tanti nemmeno lo sanno. Solo le persone molto esperte o molto intuitive sono preoccupate. E’ da tanto tempo che girano banconote che la gente non pensa più alle monete d’oro e le banconote sembrano uguali a quelle del passato. In realtà è solo dal 1971 che siamo fuori completamente dallo standard aureo. Il denaro è fiat a livello internazionale (con una parziale eccezione ad esempio nel franco svizzero). Il valore attribuito al denaro oggi deriva dal passaggio impercettibile da standard aureo a denaro fiat; solo perché le nostre valute attuali derivano da valute garantite dall'oro la gente attribuisce valore a denaro che non è garantito da nulla. Un sistema monetario completamente fiat non può essere creato tale; può funzionare, e solo per un periodo di tempo limitato, solo se deriva da un sistema monetario garantito da un bene concreto.

Il mercato va avanti come prima con le sue leggi di domanda e offerta. Questo fino a quando l’inflazione rimane contenuta. Quando l'inflazione aumenta, la prima reazione all’aumento dei prezzi è limitare il consumo. Quando l’inflazione galoppa, si ha l’effetto inverso, la gente perde fiducia nella moneta e comincia a spendere soldi freneticamente, facendo ancor più aumentare i prezzi e accelerando il meccanismo che porta alla distruzione della moneta.

La fiducia nel denaro deriva da millenni di uso del denaro. Anche nel caso dell’oro si trattava di fiducia nel mantenimento del potere d’acquisto. Adesso è la stessa cosa: c'è fiducia nel mantenimento del potere d’acquisto, almeno su tempi sufficientemente lunghi; si ritiene che l’anno prossimo il denaro avrà circa lo stesso valore. Se l’inflazione sale, la fiducia può venire meno all’improvviso. L’oro ha sempre onorato la fiducia riposta in lui. I governi in possesso di una stamperia di denaro, mai.

Ora in UE si chiede da più parti di "allentare l'austerità", "fare come in America", "cominciare il quantitative easing", eccetera. E' sempre lì che i governi vanno a parare: stampare denaro dal nulla per permettere loro di spendere le risorse dei cittadini senza che questi se ne accorgano. Il problema è che i debiti fatti dagli stati sono insostenibili, ma spendere meno non è una possibilità contemplata. Così finiranno i proclami di grande rigorosità con cui è stato istituito l'Euro, seguendo i dettami della scuola di Chicago; anche l'Euro probabilmente sta per unirsi alla deriva keynesiana della maggior parte delle valute mondiali.

Sotto sotto, anche se il denaro sembra uguale, la natura fiat del denaro gestito dal governo tramite la banca centrale sta lentamente sgretolando le basi della struttura economica e morale della società. Nel seguito vedremo perché.

(Maria Missiroli)

 

Introduzione all'economia

1. Cos'è l'economia

2. La teoria del valore

3. Il denaro

4. Il mercato

5. L'espansione del credito e il business cycle



[1] Nella Bibbia è fatto divieto agli ebrei di "prestare a interesse" agli altri ebrei. Questa norma serviva a rafforzare il senso di comunità tribale, per cui i membri della comunità erano tenuti a comportarsi fraternamente verso gli altri. Si riferisce a prestiti al consumo e prevede in modo molto severo che, se il debitore non restituisce il prestito entro pochi mesi, il creditore si possa rivalere su di lui e sulla sua proprietà (il debitore diventa servo del creditore). Questo per sottolineare che nella Bibbia non si sorvola per nulla sull'importanza e sull'urgenza temporale della restituzione del debito. E' sconcertante che si possa pensare una norma del genere suggerisca l'immoralità dei prestiti ad interesse in generale.

La giustificazione al bando dell'usura venne in seguito derivata da un passaggio di Luca, in cui si invita a qualcosa come "dare senza aspettarsi nulla in cambio". Si tratta di un principio spirituale sublime, della cui profondità si potrebbe parlare all'infinito, in un altro contesto. Ma in nessun modo ha il significato di impedire con la forza contratti volontari tra le persone! D'altra parte, in almeno due parabole di Gesù si parla dell'interesse come di qualcosa di normale e scontato.

[2] Le leggi cosiddette "anti-usura", le quali limitano i tassi di interesse massimi sui prestiti, come tutte le misure di controllo dei prezzi hanno effetti deleteri e favoriscono i gruppi più forti. Un piccolo imprenditore in generale può offrire meno garanzie rispetto a grandi gruppi, per cui sul mercato il costo del denaro per i piccoli imprenditori è spesso più alto rispetto a quanto è per le grandi aziende. Limitare i tassi di interesse legali ha l'effetto di impedire ai piccoli imprenditori l'accesso al credito o di spingerli nelle mani di usurai illegali, facendo ulteriormente crescere il costo del denaro per loro. La possibilità di prendere soldi a prestito è fondamentale perché rende possibile agli imprenditori la flessibilità nel tempo della struttura del capitale, facilitando gli investimenti.

La scuola austriaca è la scuola di economia che maggiormente difende il libero mercato del denaro, dall'altra è quella più mette in guardia contro l'indebitamento  (in modo particolare nel caso di debiti al consumo, i quali includono i mutui per l'acquisto di case per abitarvi).

Mai in vita mia avrei immaginato di trovarmi un giorno a difendere gli usurai! Ma dopo aver sentito dire tante volte anche in chiesa che "l'usura [nel senso di interesse] è equivalente al furto", dopo aver sentito tuonare contro il "peccato dell'usura" e difendere allo stesso tempo il ladrocinio dello "stato sociale", vorrei dire categoricamente che a me sembra che tra chi vuole prestare soldi in contratti volontari e chi li porta via con la forza delle armi  sia molto peggio il secondo caso. C'è un motivo per cui gli imprenditori "non denunciano il racket dell'usura": chi presterebbe loro soldi altrimenti? Certo non quelli che pontificano senza doversi scontrare con il mondo reale e stabiliscono tetti massimi ai tassi di interesse nei contratti di prestito, di fatto inibendo a tanti soggetti l'accesso al mercato legale del denaro.

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