di Jim Fedako (da mises.org, 8 maggio 2014)

[ Per tutti quelli che ... "però nei paesi socialisti la gente ha X in abbondanza" (con vari X a seconda dei casi). MM]

Ormai 27 anni fa, trascorsi un paio di settimane in Jugoslavia, il presunto paradiso dei lavoratori cucito insieme dal solido potere del Maresciallo Tito. Se la memoria non m'inganna, il paese era un traboccante negozio di caramelle - il sogno goloso di uno scolaro di scuola media. Il socialismo come negozio di caramelle? Sicuro. Però dovete considerare la domanda e la risposta nel loro contesto.

Sappiamo in modo apodittico che il socialismo non può allocare le risorse in modo efficiente. Tuttavia, sappiamo anche che il socialismo può produrre e che lo fa. Questo è vero per la società strutturata lungo le linee del socialismo, sia questo tedesco, sovietico o democratico. In tutte e tre le forme, vengono prodotti beni per il consumo delle masse. Alcuni di questi beni sono davvero dolci.

Il mio soggiorno in Jugoslavia aveva base nella città settentrionale di Ravne na Koroškem, sede di acciaierie, in quella che ora è la Slovenia. Eravamo alloggiati presso una famiglia che aveva alcuni appartamenti da affittare al piano terra; tutti gli appartamenti condividevano il bagno e una piccola cucina. Le condizioni si possono definire al meglio  - ad essere gentili con la famiglia - essenziali. La cucina aveva diverse piccole sedie, un tavolo e posate e stoviglie spaiate. Le camere da letto erano piccole e non contenevano null'altro che un letto troppo morbido, specchio, armadio e poltrona. I pavimenti erano piastrellati e freddi. Le finestre ingiallite fino ad essere opache erano adornate da tende logore. Al di fuori del Partito, questo era un buon tenore di vita nel paradiso di Tito. Era infatti vivibile, appena.

A pochi minuti dalla casa c'era il negozio di alimentari Nama locale - o forse dovrei dire negozio di caramelle. L'esterno era pulito e bianco, ma l'interno era scuro e squallido, con un'eccezione, la corsia dei dolciumi. Pane duro e senza sapore veniva venduto al centimetro e i pochi pezzi di carne sul tavolo da macellaio sporco dietro il banco frigorifero vuoto avevano un'aria grigia e non commestibile. Uova? Carta igienica? Frutta fresca? Non c'erano. Ma chi cercava queste cose? Specialmente quando si hanno 13 anni e si è di fronte a scaffali traboccanti di brillanti scatole di biscotti, caramelle e succo ultra dolce - e tutto era molto buono. Il prezzo? Molto economico.

Naturalmente, i bambini non sono i soli ad apprezzare le offerte dolci. Mi capita di tanto in tanto di sentire adulti raccontare le loro versioni del negozio di caramelle chiamato socialismo. Però nel loro caso non si fa riferimento a leccornie zuccherose. Invece, parlano dell'assistenza sanitaria.

Le storie sono tutte molti simili, di corse ai pronto soccorso europei dove le attese sono brevi e ci sono in abbondanza medici e infermieri. E il prezzo? Chi si può lamentare di gratis o quasi gratis? Bé, gratis o quasi gratis per loro, comunque.

Date queste esperienze reali, può meravigliare che al ritorno la gente parli con entusiasmo della medicina socializzata? Può meravigliare che un ragazzo delle colline a nord di Pittsburgh ricordi ancora un succo deliziosamente dolce e denso e biscotti golosamente profumati e freschi?

Ma la gente entusiasta della medicina socializzata ripete sempre storie di visite per casi semplici di influenza o altre malattie connesse all'essere in viaggio. Quello che è visto è la traboccante abbondanza delle cure a quel livello. Questo è lo zucchero, per così dire. Non visti sono altri tipi di cure. La carne, uova, ecc. Qui è dove i fallimenti della medicina socializzata sono altrettanto ovvi della mancanza di cibo nutriente nel negozio jugoslavo.

Le storie dei viaggiatori dipingono un quadro differente rispetto a quelle raccontate dalla gente che vive nei paesi dove la medicina è socializzata. Molti di questi - quelli che cercano la carne - si lamentano dell'indisponibilità delle cure o di tempi di attesa che superano l'aspettativa di vita di chi soffre della malattia in questione.

Così finiamo per ascoltare storie contrastanti: le une da visitatori che sono colpiti dalle caramelle, le altre dai residenti che si lamentano della mancanza di carne. Tutte sono vere.

Può una società (o un settore dell'economia) organizzata sotto il socialismo allocare efficientemente le risorse? No. Può produrre traboccanti scaffali di zucchero in squallidi negozi sprovvisti delle cose essenziali? Assolutamente sì. E può allocare personale in eccesso ai pronto soccorso in modo da soddisfare la brama di assistenza sanitaria di breve termine, mentre le necessità essenziali di lungo termine sono carenti? Certamente, ci sono esempi reali dappertutto. Può mai bilanciare le due cose? E può bilanciare le due cose insieme a tutti gli altri beni e servizi che sono desiderati? Non in questo mondo di scarsità. Quindi non in questo mondo del tutto.

Bastiat e Hazlitt insistettero nel dare prominenza al non visto per ragioni molto importanti. E' essenziale che il non visto sia incluso in qualsiasi analisi di una situazione. Questo è vero anche quando, come me a 13 anni, si vogliono ignorare gli scaffali vuoti e sporchi per focalizzarsi sull'oasi di zucchero.

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[Nota: Uno dei propositi di questo sito sarebbe quello di spiegare i principi essenziali dell'economia - quella che non viene raccontata in scuole e università standard - in modo facile e comprensibile da tutti. L'economia vista con gli occhi di una persona che non ne sapeva nulla - io - e scopre fino a che punto le teorie più diffuse sono distorte e menzognere. Spero di trovarne il tempo prima o poi!

Chi legge può forse rimanere perplesso di fronte a "sappiamo in modo apodittico che il socialismo non può allocare le risorse in modo efficiente", oppure all'importanza del "non visto"; molto probabilmente, non sa chi erano Bastiat e Hazlitt. Per chi sa qualcosa di "economia austriaca" si tratta invece di cose e figure ben note. In (tra altri)  L'intellettuale aristocratico e il medico di campagna e Tutto quello che vi piace lo dovete al capitalismo si accenna al fatto che esiste una teoria economica che è perlopiù sottaciuta e denigrata dagli accademici, ma in realtà è molto più solida di tutte le altre.

Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, anche questa probabilmente verrà trattata in futuro. Ma a mio avviso basterebbe rifletterci un po'. C'è una domanda, in apparenza semplice, che mi piacerebbe fare a chiunque sia convinto della necessità della sanità pubblica, invitando a riflettere con calma mettendo da parte i pregiudizi e gli slogan imparati nel corso degli anni. La domanda è questa: Il fatto che l'assistenza sanitaria sia un servizio di vitale importanza per gli uomini, in altre parole il fatto che la qualità di questo servizio abbia conseguenze di enorme portata agli occhi degli uomini, è un buon motivo per mettere la sanità nelle mani nello stato, o è un buon motivo per non metterla nelle mani dello stato? MM]