Come un moderno Iago

(Un episodio di attualità che riassume in sé molto della storia di questi tempi)

Diana Johnstone (RonPaulInstitute, 7 settembre 2018)

new york times propagandaIl New York Times continua a superare se stesso nella produzione di fake news. Non c'è fonte di fake news più affidabile dei servizi  segreti, i quali riforniscono regolarmente i loro organi di stampa addomesticati (NYT e WaPo) di storie sensazionali tanto inverificabili quanto di fonte anonima. Un esempio da premio è stato l'articolo del 24 agosto nel quale si diceva che le agenzie di intelligence americane non sanno nulla sui piani della Russia per scompigliare le elezioni di novembre perché "gli informatori  vicini a... Putin e all'interno del Cremlino" non stanno dicendo nulla. Non sapere nulla di qualcosa per cui non ci sono prove è uno scoop eccezionale.

Una storia così non è pensata per "informare il pubblico", dal momento che non vi è contenuta alcuna informazione. Ha altri fini: mantenere la storia della "Russia che sta minando la nostra democrazia" nelle prime pagine, con in questo caso il bonus extra di provare a rendere Putin sospettoso del suo entourage. Si suppone cioè che il presidente russo si chieda: "chi sono questi informatori nel mio entourage"?

Però tutto ciò era nulla a confronto del mastodonte prodotto dall' "autorevole quotidiano"  il 5 settembre. (A proposito, l'"autorevole" è incagliato sullo stesso solco: Trump cattivo, Putin cattivo - cattivo cattivo cattivo.)  Si tratta del sensazionale op-ed intitolato "Faccio parte della resistenza all'interno dell'amministrazione Trump", firmato da nessuno.

La lettera del signor o signora Anonymous è scritta molto bene. Da qualcuno, per dire, come Thomas Friedman. Cioè, qualcuno nello staff del NYT.  È composta molto abilmente per raggiungere ovvi obiettivi calcolati. È un capolavoro di inganno strisciante.

Il presunto autore si presenta come un conservatore di destra sconvolto dalla "amoralità" di Trump - una categoria che fuori dalla palude di Washington potrebbe comprendere chi tradisce la fiducia di un proprio superiore.

Questo anonimo nemico dell'amoralità afferma di approvare tutte le misure di destra più estreme dell'amministrazione Trump definendole "punti buoni": deregulation, riforma fiscale, apparato militare più robusto, "ed altro" -- attentamente omettendo di citare la politica sull'immigrazione di Trump, che potrebbe eccessivamente turbare i lettori di sinistra del New York Times. Il defunto senatore John McCain, il campione della belligeranza bipartisan, è citato come l'esempio da seguire.

La "resistenza" di cui si parla è esclusivamente contro due aspetti della politica estera di Trump, per sabotare i quali, si afferma, molti insider alla Casa Bianca stanno lavorando alacremente: le relazioni pacifiche con la Russia e la Corea del Nord. Il desiderio di Trump di evitare la guerra è trasformato in "predilezione per autocrati e dittatori". (Nella lettera non c'è alcun riconoscimento a Trump per la sua retorica di guerra contro l'Iran e per le relazioni strette con Netanyahu, anche se tutto ciò ci aspettiamo sia di gradimento ad Anonymous.)

Il proposito della lettera è ovvio in modo stupefacente. Il New York Times stava già svolgendo il ruolo di vigile in uniforme nel radunare Democratici progressisti e indipendenti di sinistra nei rabbiosi movimenti anti-Trump. Però ora il piano è quello di radunare alla stessa causa anche i Repubblicani conservatori, per rovesciare il presidente eletto. La lettera in sostanza equivale all'approvazione del futuro presidente Pence. Basta che vi sbarazziate di Trump e avrete come presidente un repubblicano carino, educato, ultra di destra.

Ai democratici potrebbe non piacere Pence, ma sono talmente forsennati nell'odio verso Trump da essere visibilmente pronti ad accettare il Diavolo in persona pur di liberarsi del clown scellerato che ha osato sconfiggere Hillary Clinton. Al diavolo la democrazia; i voti dei deplorabili non dovrebbero contare.

Questo è già sufficientemente scellerato, ma ancora più spregevole è l'insidioso progetto di destabilizzare la presidenza seminando sospetto. Parlando di Trump, il signor (e/o signora) Anonymous dichiara: "Il dilemma -- da lui non pienamente colto -- è che molti dei funzionari di lungo corso nella sua stessa amministrazione stanno lavorando alacremente dall'interno per frustrare parti del suo programma e le sue peggiori inclinazioni" (intendendo la pace con la Russia).

Questo è lo schema di Iago. Il malvagio personaggio di Shakespeare distrugge Otello facendogli perdere fiducia nelle persone più vicine a lui, inclusa sua moglie. Come Trump a Washington, Otello, il "Moro" di Venezia, era un outsider, molto più facile da ingannare e tradire.

Il New York Times sta recitando Iago, sussurrando che Putin al Cremlino sia circondato da "informatori" segreti, e che Trump alla Casa Bianca sia circondato da persone che sistematicamente remano contro la sua presidenza. Putin probabilmente non si farà impressionare, però il trucco potrebbe funzionare con Trump, il vero obiettivo di nemici aperti e segreti, la cui posizione è molto più insicura. Certamente qualche sabotaggio è in corso.

L'op-ed del New York Times è stato scritto dagli autori del giornale stesso o dalla CIA? Non ha reale importanza dal momento che sono così profondamente attorcigliati gli uni agli altri.

Nessun trucchetto è troppo di basso livello per quelli che considerano Trump un intollerabile intruso nel loro territorio di potere. La "notizia" del New York Times che Trump sia circondato da traditori è ripresa da altri media che indirettamente confermano la storia chiedendosi "chi è?". Il Boston Globe (tra altri) si è buttato con entusiasmo, chiedendo:

“Allora chi è l'autore dell'op-ed? È una domanda per cui sono in tanti a setacciare il testo, a caccia di indizi. Nel frattempo, i dinieghi sono arrivati veloci e categorici. Ecco un breve elenco di alcuni dei funzionari di più alto livello nell'amministrazione che potrebbero avere un motivo per scrivere la lettera".

Non è ovvio che tutto questo sia progettato per far sì che Trump diventi sospettoso di tutti quanti intorno a lui? Non è forse un modo per portarlo verso quella "pazzia" a cui dicono sia già, e che è ragione di riserva per l'impeachment se l'indagine di Mueller non riesce a venir fuori con nulla di più serio del fatto che gli agenti di intelligence russi sono agenti di intelligence?

L'insider alla Casa Bianca autore della lettera (uno o più di uno, o qualsiasi cosa sia) usa termini come "comportamento erratico" e "instabilità" per contribuire alla narrativa "Trump è folle". La follia è il pretesto alternativo, rispetto alla caccia alle streghe di Mueller, per spogliare Trump dei poteri della presidenza. Se Trump risponde accusando i traditori di essere traditori, ciò sarà visto come prova finale della sua instabilità mentale. Cioè, l'articolo sul NYT afferma di essere prova che Trump viene tradito, ma se lo dice Trump stesso, ciò sarà indicato come segno di squilibrio mentale. Per salvare la nostra esemplare democrazia da se stessa, il presidente eletto deve essere defenestrato.

Il complesso militare-industriale-parlamentare-deep state-media sta trattenendo il respiro in anticipazione di quel gran respiro di sollievo. L'intruso è andato. Urrà! Ora possiamo andare avanti a insegnare al pubblico ad odiare e temere il nemico russo, in modo che i contratti di armi continuino a prosperare e la NATO faccia crescere le sue forze attorno alla Russia, nella speranza che questo possa spaventare i russi e farli rigettare Putin a favore di un nuovo Boris Yeltsin, pronto a lasciare che gli Stati Uniti perseguano il progetto clintoniano di frantumare la Federazione Russa in pezzi, come l'ex-Jugoslavia, al fine di prenderli uno per uno, con tutte le loro grandi risorse naturali.

E quando tutto ciò fallisce, come è fallito e continuerà a fallire, gli Stati Uniti hanno tutte quelle armi da primo colpo nucleare nuove di zecca dispiegate in paesi NATO europei, mirate al Cremlino. L'esercito russo non se ne sta semplicemente seduto sulle proprie armi nucleari in attesa di essere spazzato via. Quando nessuno, persino neanche il presidente degli Stati Uniti, ha il diritto di incontrare leader russi, rimane una sola forma di scambio. Quando il dialogo è impossibile, tutto quanto rimane è forza e violenza. È questo che viene promosso dai media più influenti negli Stati Uniti.

(traduzione Maria Missiroli)
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Nota -- MM
Sì, succede davvero! Il New York Times ha veramente scritto un pezzo così. La battaglia in vista delle elezioni di novembre infuria.

Questo articolo ha l'aria di un colpo disperato, come molto di quello che scrive il NYT oggi, incapace di rinnovarsi e chiuso in una torre d'avorio. La disperazione è la stessa di un'intera ampia classe di gente che non si capacita non funzionino più i ritornelli che tenevano banco fino a poco tempo fa. Provano e riprovano le stesse cose aspettando che tornino a funzionare, ciechi di fronte al ridicolo. La magistratura italiana che arriva ad attaccare politicamente Salvini per azioni che sarebbero state compiute da altri, e per aver tenuto gente illegale cinque giorni su una nave (!), è un aspetto dello stesso collasso.

A me sembra evidente che non ci sia nessuna persona reale dietro alla lettera. Le posizioni che vi sono espresse  hanno l'aria di un elenco di prevedibili punti all'ordine del giorno, non di quello che pensa un individuo reale, e nessuno si esprimerebbe in questo modo parlando a titolo personale. È una fiction.

Sono testi di propaganda preparati dai servizi segreti che inseriscono in una narrativa artificiale i loro desiderata.  Altri esempi notevoli, limitandoci all'attualità di questi ultimi giorni, si possono vedere in Inghilterra, con il caso Skripal e l'accusa ai due russi presunti agenti GRU: gli articoli sul Telegraph hanno tutta l'aria di storie preconfezionate e artificiali, non solo per i contenuti illogici ma anche per lo stile stesso in cui sono scritti, senza un dubbio, un commento anche dove sarebbe naturale, e così via.

La cosa più interessante, a mio avviso (e il motivo per cui ho tradotto l'articolo), è che tra tutto il clamore sollevato questo articolo del NYT  in realtà finisce col chiarire  diverse cose notevoli:

- Trump è davvero a favore della pace e si sta realmente dando da fare in questo senso (è la risposta definitiva ai dubbi sollevati ad esempio in Terroristi e vincitori);

- Il tema intoccabile è la guerra perpetua (e il relativo flusso di denaro, ovviamente, i cui risvolti finiscono a finanziarie anche organi di propaganda come il NYT),  per il sistema di potere bipartisan (democratici, neocon) e internazionale che ha governato indiscusso fino a Trump;

- Il potere non si ritira mai in buon ordine. La "democrazia" è una finzione, come del resto si è visto negli attacchi universali a Trump durante la campagna elettorale, che continuano tuttora. La consapevolezza e l'impegno di ognuno di noi sono fondamentali;

- Si è scatenata la caccia all'insider e anche Trump ha detto di voler sapere di chi si tratta. Tra le righe, facendo bene attenzione alle sue parole, si intuisce che Trump non pensa che l'autore sia una persona reale. La cosa che davvero non si può dire è che il NYT (o chi per lui) possa inventarsi di sana pianta storie di questo genere, e che molte delle storie sui media siano completamente finte;

- Questo lo si sapeva già bene, ma ogni conferma ulteriore sbalordisce per la mancanza di ogni forma di ritegno: La sinistra (insieme ai suoi alleati neocon) non ha assolutamente nessun rispetto per la verità e, di conseguenza, per nessuna altra cosa.

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