America first, Britain first, France first. Italy first?

Patrick J. Buchanan (LewRockwell, 27 febbraio 2018)

Nella finale del torneo maschile di hockey alle Olimpiadi in Corea, la Russia ha vinto a sorpresa ai supplementari sconfiggendo la Germania 4-3.

Ma ai russi non è stato permesso ascoltare il loro inno nazionale o alzare la loro bandiera, a causa di uno scandalo di doping qualche tempo prima. Allora, la squadra ha ignorato la proibizione e ha cantato l'inno nazionale russo sopra il suono dell'inno olimpico.

Fa venire in mente la scena in “Casablanca", quando i gestori francesi del bar Rick's in piedi cantano a voce alta “La Marseillaise” per sovrastare “Die Wacht am Rhein” cantata da un tavolo di ufficiali tedeschi.

Quando la squadra olimpica composta da Corea del Sud e Corea del Nord insieme è entrata nello stadio, il vice-presidente Mike Pence è rimasto seduto in silenzio. Però decine di migliaia di coreani si sono alzati in piedi per acclamare la squadra unificata.

Se anche l'America fornisce uno scudo difensivo alla Corea del Sud, i coreani di entrambi i lati della zona demilitarizzata si vedono come un solo popolo. E Kim Jong Un, che non è stupido, sta sfruttando i profondi legami tribali che egli sa bene esistono.

Osservando i russi cantare a squarciagola il loro inno senza farsi intimorire, vengono in mente anche le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico, quando i velocisti Tommie Smith e John Carlos in piedi sul podio alzarono al cielo le mani con guanti neri in un saluto Black Power, affermando la loro identità razziale.

Le élite occidentali possono disapprovare il ritorno del nazionalismo, ma è meglio per loro non sminuirlo, perché l'asserzione dell'identità nazionale e tribale sembra sia quello che caratterizzerà il futuro.

Alcuni partecipanti alla conferenza CPAC [N.d.T.: Conferenza politica dei conservatori] la scorsa settimana erano sconcertati dal fatto che fossero presenti l'inglese Nigel Farage e la francese Marion Le Pen.

Ma Farage è stato l'uomo più importante per il Brexit, la storica decisione inglese di lasciare la UE. La Le Pen è forse la figura più popolare nel Fronte Nazionale, il partito che ha ricevuto il 35% dei voti al ballottaggio delle elezioni vinte dal presidente Emmanuel Macron.

Lo slogan più popolare del Fronte Nazionale sembra sia "La Francia sia la Francia!". Il popolo francese non vuole che il proprio paese sia invaso da milioni di migranti inassimilabili dall'Africa e dal mondo islamico.

Vuole che la Francia rimanga quello che è ed è stata. È sbagliato?

La salvaguardia di un paese, la famiglia nazionale in cui siamo cresciuti, non è forse una posizione conservatrice?

In Ungheria e in Polonia, l'etno-nazionalismo, cioè l'idea che gli stati-nazione siano creati e meglio adatti a proteggere e difendere un popolo unico e distinto, con una storia e una cultura uniche e distinte, è già in ascesa.

Se i globalisti vedono ONU, UE, NAFTA, TPP come pietre miliari verso una "nazione universale" di tutte le razze, tribù, culture e credenze, in tutti i paesi e in tutti i continenti stanno crescendo i numeri di quelli che rifiutano questa prospettiva e cercano di restaurare quello che avevano i loro genitori e i loro nonni, uno stato-nazione tutto loro.

I nazionalisti come Farage che cercano di tirare fuori i loro paesi da superstati socialisti come la UE, e i popoli che cercano la secessione per stabilire nuove nazioni come oggi la Scozia, la Catalogna, la Corsica e il Veneto, e ieri il Quebec, non sono più anti-conservatori di quanto fossero i patrioti americani di Lexington e Concord, che volevano anch'essi un paese che fosse loro.

Perché i popoli europei che desiderano fermare la migrazione di massa attraverso il Mediterraneo, per preservare chi e cosa sono, sono tacciati di essere razzisti?

I popoli dei paesi africani e del Medio Oriente non hanno forse espulso, mezzo secolo fa, i coloni europei che avevano contribuito a costruire quei paesi?

La Rhodesia del pilota di Spitfire Ian Smith era un gioiello di nazione di 250000 bianchi e diversi milioni di neri che produceva surplus commerciali persino quando boicottata e sanzionata da un mondo in preda all'odio.

Quando Smith fu costretto a cedere il potere, lo rimpiazzò il "Compagno Bob" Mugabe, che cominciò a razziare i rhodesiani bianchi e guidò la propria tribù Shona al massacro dei Matabele del rivale Joshua Nkomo.

L'85% della gente bianca che viveva in Rhodesia, prima del "governo della maggioranza", se ne è andato dallo Zimbabwe. Più della metà della gente bianca che aveva fatto del Sudafrica il paese più avanzato e prospero del continente è andata via.

Questi paesi sono posti migliori di come erano? Per chi?

Guardando a questo ventunesimo secolo, l'élite transnazionale che prefigura l'erosione senza limite della sovranità nazionale, e la creazione di un nuovo ordine mondiale di confini aperti, libero commercio [N.d.T.: Pat Buchanan, non esattamente ferrato in economia, non resiste a lanciare una frecciata al libero commercio] e custodia globale del destino dell'umanità, ha innescato una contro-rivoluzione.

C'è qualcuno che pensa che Angela Merkel rappresenti il futuro?

Considerate il più grande paese al mondo. In Cina, l'etnonazionalismo, non il Partito Comunista al governo, unisce ed ispira 1.4 miliardi di persone a scalzare gli americani come prima potenza mondiale.

Il nazionalismo è ciò che sostiene Vladimir Putin. Il nazionalismo e l'identità distinta di nazione hindu unisce e dà potere all'India.

Qui, oggi, è nazionalismo "America First”.

Ora che la crociata di George W. Bush per la democrazia è finita come la Crociata dei Poveri di Pietro l'Eremita. qual è la visione, qual è l'obiettivo storico offerto dalle nostre élite per ispirare e arruolare il nostro popolo?

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