da un'intervista a Ron Paul su RT (RT.com, 8/4/17)

“Una vittoria dei neoconervatori" - è così che Ron Paul, per decenni membro della Camera dei Rappresentanti e tre volte candidato alle elezioni presidenziali, descrive l'attacco americano in Siria, aggiungendo che non si aspetta che i colloqui di pace riprendano a breve.

Parlando a RT, Ron Paul ha detto che non c'è alcuna prova della colpevolezza di Damasco, tale da poter scatenare una risposta così violenta e tempestiva da parte americana.

“Non penso che ci siano prove, quanto meno non sono state presentate, mentre hanno bisogno di una scusa, e hanno cercato veramente a fondo, il nostro governo e la coalizione".

“Se almeno in parte fosse vero, non so perché non avrebbero dovuto aspettare e esaminare i fatti. Nel 2013, ci furono storie simili che non andarono da nessuna parte perché con appena un po' di pausa crebbe una resistenza nel nostro Congresso e tra gli americani. Questi ritennero che fosse un falso e non stesse avvenendo nulla di quanto veniva raccontato, e ora non riesco a immaginare come possa essere vero quello che si afferma, perché aiuta l'ISIS, aiuta Al-Qaeda.

“Dal mio punto di vista, non c'era alcun bisogno di azioni affrettate. Non c'era alcuna minaccia alla sicurezza nazionale. Devono fornire una ragione per poter fare cose del genere", Paul ha aggiunto.

Un fattore che ha contribuito alla rapidità della reazione è stato ovviamente il presidente americano, il politico ha detto a RT.

“Non ho la minima idea di quale fosse il suo scopo. Forse semplicemente non voleva sentire il dibattito, perché l'ultima volta che c'è stato il dibattito, hanno perso. E questa volta, era necessario agire di corsa, prima che la gente venisse a sapere cosa stava avvenendo realmente".

La situazione siriana ora è "una vittoria per i neoconservatori, che da tanto tempo vogliono cacciare Assad", Paul ha detto.

“Vogliono liberarsi di lui, e dovreste andare a vedere chi vi è coinvolto. Purtroppo, sono questi che stanno vincendo da questa situazione, e anche i più radicali! C'è un po' di ipocrisia in quello che sta avvenendo, perché un minuto uno dice "bene, forse Assad può rimanere", poi il giorno dopo deve andarsene. Noi siamo là a combattere l'ISIS e Al-Qaeda, e al tempo stesso quello che finiamo per fare è in effetti rafforzarli! E' il caos completo.

“Non credo che il nostro popolo o il governo americano debbano essere la polizia del mondo, non ha alcun senso; è causa di più problemi e più lutti; è causa di maggiori problemi finanziari, e difficilmente può essere un modo per difendere la nostra libertà costituzionale".

Questa politica chiaramente non porta alla pace, Paul ha detto a RT.

“I colloqui di pace ora si sono fermati. Sono terrorizzati dall'idea che stesse per scoppiare a pace! Al-Qaeda era in ritirata, stavano avvenendo dialoghi di pace, e all'improvviso hanno dovuto cambiare, e questo cambia le cose radicalmente! Non mi aspetto colloqui di pace a breve o in un futuro più lontano".

Da ultimo ma non da meno, il politico ha parlato delle ragioni più profonde, e delle potenziali conseguenze disastrose, suggerite dalla tempistica dell'attacco.

“Stavo riflettendo sul fatto che l'annuncio è avvenuto quando Trump stava parlando a Xi [Jinping, il presidente della Cina]. Ovviamente, la Corea del Nord è in alto nella lista di obiettivi per il nostro presidente e la nostra amministrazione. Potrebbe essere un avvertimento, questo è quello che vi succederà se non fate quello che vi diciamo.  Davvero non mi piace che siamo coinvolti in così tanti paesi, nei loro affari interni; penso sia così deleterio."

----------------------------------------

[Nota - MM

Naturalmente è tutto vero quello che dice Ron Paul. Però neanche questo spiega il voltafaccia repentino. Tutti i politici possono fare (e fanno!) voltafaccia, ma non in questo modo. ]

You have no rights to post comments