di David Cole (takimag, 9 marzo 2017)

C'è una scena nel film del 1976 La pantera rosa colpisce ancora in cui le nazioni di tutto il mondo incaricano i loro migliori killer di eliminare l'ispettore Clouseau. Uno dopo l'altro i killer prendono la mira al meglio, e ogni volta Clouseau sopravvive (e i killer muoiono) grazie interamente a pura fortuna da parte dell'ispettore. Era questa la caratteristica di Clouseau: a differenza di Sherlock Holmes, che prevaleva tramite intelligenza e abilità, si poteva star sicuri che Clouseau, inciampando da qualche parte, si sarebbe districato dal pericolo e sarebbe capitombolato sulla strada della vittoria. E i cattivi, non importa quanto intelligenti, non importa quanto abili, non riuscivano a batterlo.

Sarò franco: ancora non riesco a decidere se Trump è Holmes o Clouseau. Però il figlio-di-puttana vince sempre, e i suoi nemici perdono sempre in modo spettacolare, facendo di questa presidenza qualcosa di molto più appassionante da seguire di qualsiasi film di Hollywood.

Considerate la scorsa settimana. La stampa, sempre più simile al Capo Ispettore Dreyfus per il Clouseau-Trump, ha cominciato a martellare l'uomo senza tregua per la storia delle minacce telefoniche di bombe a comunità ebree, da parte di "neo-nazisti" e fanatici della "supremazia bianca". Trump ha condannato le minacce (...), ma la stampa ancora non era soddisfatta. Essendo gli astuti maestri dello scoop che sono, i reporter hanno rapidamente scoperto che, mentre Trump denunciava pubblicamente questa Kristallnacht telefonica, privatamente aveva detto a un gruppo di attorney general che le minacce potevano non provenire da autentici antisemiti. Trump aveva suggerito che le minacce potrebbero in realtà essere state "l'opposto": qualcuno che vuole "mettere in cattiva luce altri". In altre parole, le minacce potevano provenire da qualcuno con uno scopo senza nulla a che fare con il far saltare in aria degli ebrei.

Si poteva quasi sentire il suono di tutti i giornalisti nel D.C. in preda all'eccitazione. "L'abbiamo preso!". Trump il "complottista". Trump il "negazionista" che osa suggerire che la più grande minaccia al popolo ebreo dai tempi della lotteria di Aman potrebbe non essere nulla più di un falso. E' vero, Trump finora non solo è sopravvissuto, bensì ha finito col prevalere, a ogni altro tallone d'Achille e ogni altra "pistola fumante" che i suoi oppositori hanno tirato fuori e che sembrava fatale, ma questo lo farà certamente affondare. Gli ebrei hanno di fronte una minaccia esistenziale, e Trump suggerisce che si potrebbe trattare di nulla più di un sobillatore di zizzania con un obiettivo personale.

Poi c'è stato un arresto per (almeno) otto di quelle minacce di bombe, ed è venuto fuori che si trattava di.... un sobillatore di zizzania con un obiettivo personale. Ascoltando con sufficiente attenzione, si poteva sentire il suono di ossa collassanti nelle sale stampa di tutto il paese. Trump l'aveva anticipato perfettamente. Non era di razza bianca e fanatico della supremazia bianca, ma  Juan Thompson, un tizio di razza nera, un giornalista di sinistra con un suo rancore personale che, esattamente come Trump aveva ipotizzato, aveva fatto le minacce telefoniche "per mettere in cattiva luce altri".

Devo dirvelo, non ho idea se Trump sia bravo o solo fortunato. Onestamente, proprio non riesco a decidere. Questo epilogo è stato maledettamente perfetto. E' venuto fuori che l'eroe aveva ragione al 100%, e i cattivi, di nuovo vanificati, hanno dovuto andarsene di soppiatto e rimangiarsi le loro parole. L'eroe di questa storia è Clouseau o Holmes? Vorrei poterlo dire. Ma in realtà cosa conta, dal momento che i cattivi hanno avuto la loro punizione, e dopo tutto non è questo che fa esultare gli spettatori?

Naturalmente, dal momento che questa è vita reale e l'azione non si ferma quando escono i titoli di coda, siamo stati testimoni di come i malvagi nella stampa hanno gestito la loro più recente umiliazione. E, se ci fosse bisogno di dirlo, l'hanno gestita in modo ingannevole. Avevano promesso al loro pubblico razzisti bianchi, e col cavolo che invece avrebbero presentato un nero. Quindi, immediatamente alcuni dei "rivelatori di verità" sui media hanno deciso che il "pazzo delle minacce di bombe" Thomson era un uomo senza razza. Ricordate, stiamo parlando di un gruppo di zucche vuote di sinistra che pensano che il sesso di una persona sia "assegnato" alla nascita. Quindi perché semplicemente non "assegnare" a Thomson l'identità di un uomo senza razza?

Nel 2015, quando John Houser sparò in un cinema in Louisiana, Yahoo News pubblicò un articolo sull'attentatore, i cui moventi al momento erano sconosciuti. Yahoo si preoccupò di evidenziare che Houser era un "uomo bianco", anche se la sua razza al momento non era rilevante per la storia. Quando mandai una email all'autore del pezzo, egli spiegò perché la razza era stata inclusa nella descrizione dell'attentatore: "Quell'articolo in origine era intitolato 'John Russell Houser: Quello che sappiano sul sospetto attentatore nel cinema della Louisiana', così ho scritto tutto quello che sapevamo di lui".

E' sensato!

Allora, dopo l'arresto di Juan Thompson, Yahoo News ha pubblicato un pezzo intitolato  “Quello da c'è da sapere su Juan Thompson”. Pensate che la razza sia citata anche solo una volta? Naturalmente no. Dopo tutto, un articolo era intitolato "quello che sappiamo", l'altro "quello che c'è da sapere". E la razza di Thomson è qualcosa che si presume non si debba sapere.

In un lungo profilo di Thompson sul L.A. Times, anche il reporter Jaweed Kaleem omette ogni accenno alla razza di Thomson. Certo, è ingannevole, ma è anche buffo. Volete sapere perché? Kaleem è il “reporter su razza e giustizia” del Times. Pensateci per un attimo. Il reporter sulla razza non accenna alla razza.  Kaleem, un musulmano pakistano, non ha risposto a richieste multiple di spiegare perché ha reso Thomson l'uomo senza una razza.

E non è stato solo Kaleem a chiudersi a riccio quando è diventato chiaro che Trump aveva ragione. Prima dell'arresto di Thomson, membri della stampa avevano cercato di far apparire Trump come un complottista folle, affermando che, all'incontro con gli attorney general, egli avesse definito le minacce di bombe come "false flag".  Il problema è che Trump non aveva usato il termine "false flag", ma questo non ha frenato i giornalisti dall'inserire la frase come citazione comunque. Ho inviato email a più di venti prominenti reporter nazionali per chiedere perché avessero scelto di mettere “false flag” come citazione delle parole di Trump, e neanche uno di loro ha risposto. Ecco i moderni media americani in azione, gente. Sapete, i media responsabili, affidabili, totalmente non "nemici della gente". [N.d.T.:  i media come "nemici della gente" è una espressione usata da Trump, e naturalmente ha creato polemiche negli USA]

[....]

Non mi interessa particolarmente se la reazione di buon senso che Trump, Dio ci aiuti, ha mostrato la scorsa settimana quando ha fatto ipotesi sulle minacce ai centri ebrei, sia dovuta a capacità di ragionare o solo a un "colpo fortunato".

Dopo tutto, per me è preferibile un presidente che dice cose giuste per caso fortuito, piuttosto che uno che sembra dica cose sbagliate di proposito (come il predecessore di Trump).

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[Nota - MM]
Riguardo all'articolo, l'ho tradotto (almeno in parte, quella più apprezzabile anche da italiani) perché mi ha divertito l'accostamento all'ispettore Clouseau. In realtà, basta dire cose di buon senso, senza essere geniali, per azzeccare questo tipo di previsioni. I giornalisti su molti media di mainstream americani sono abituati a vivere in un mondo di loro creazione e autoreferenziato, per questo hanno reazioni che sembrano automatiche e non razionali.

Una nota a margine, che non c'entra nulla. Per una buffa coincidenza, in questi giorni è apparsa una notizia su RT, totalmente incorrelata, in cui Putin fa riferimento alla storia di Aman e al suo tentativo di eradicare gli ebrei circa 2500 anni fa: Putin a Netanyahu: Non giudicare l'Iran con il metro da V secolo a.C., viviamo in un mondo differente
Forse pochi sanno della storia di Aman, ancora meno della sua reale importanza che si è riverberata fino ai giorni nostri. Ci sono storie di tanto tempo fa, questa è una di loro, che non sono ancora risolte e continuano a tornare in superficie. E' impossibile da raccontare ora, mi limito a mettere la pulce nell'orecchio che questa storia contenga un segreto enorme, di vitale importanza per tutti noi.
Non ho certo simpatia per Netanyahu e ne ho invece per lo splendido e pacifico Iran, da molti decenni sotto attacco costante dai fanatici del globalismo. Ma ci sono fantasmi di tanto tempo fa che ancora non trovano pace, vendette e controvendette mai sopite. Mi chiedo se forse è così che deve essere, con gli uomini sempre alle prese, generazione dopo generazione, con le evoluzioni delle stesse identiche storie.
Update (11/3/17): non è per coincidenza ma per la ricorrenza della festa ebraica del Purim che in questi giorni si incontrano spesso citazioni della storia di Aman
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Update (15/3/17): il più recente episodio dei falliti attacchi a Trump che si sono rivoltati contro i suoi nemici: lo "scoop" sulla dichiarazione dei redditi di Trump del 2005 (che hanno dimostrato che Trump ha pagato un sacco di tasse, con aliquota superiore anche a Bernie Sanders!), qui su Infowars: VIDEO: l'epico disastro di Rachel Maddow sulle tasse di Trump!
 

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