Daniel McAdams (LewRockwell.com, 9 gennaio 2017)

Il tanto atteso rapporto dell'intelligence americana, a supporto delle accuse per le quali i russi avrebbero influenzato tramite attacchi informatici le elezioni del novembre scorso, è stato appena reso pubblico. Intitolato “Valutazioni desecretate dell'Intelligence Community su azioni e intenzioni russe nelle recenti elezioni americane”, il rapporto si distingue per abbondanza di speculazioni e scarsità di prove a sostegno delle affermazioni che si suppone dovrebbe dimostrare. C'è persino un'etichetta con l'avvertimento che, sebbene le conclusioni siano state raggiunte con "alto grado di affidabilità", ciò "non significa necessariamente che le valutazioni espresse siano fatti o certezze; tali giudizi potrebbero essere errati". Noi che siamo passati attraverso "l'alto grado di affidabilità" delle armi di distruzione di massa dell'Iraq, abbiamo ben presente quella possibilità.

Secondo questo rapporto, i russi hanno condotto "cyber-operazioni" contro entrambi i principali partiti americani, usando l'hacker rumeno noto come Guccifer 2.0, definito come "probabilmente" russo, "hanno mantenuto accesso" alle commissioni elettorali locali ma "non sono stati coinvolti" nel conteggio dei voti, e hanno usato i media di stato russi per influenzare gli elettori a favore di Donald Trump rispetto a Hillary Clinton.

Il rapporto "Valutazioni dell'Intelligence Community" non offre alcuna prova di attacco informatico contro il Partito Democratico e quindi non porta nulla di nuovo per dimostrare le accuse. Invece di spiegare i modi usati dai russi per "hackerare" le elezioni americane, gran parte del documento è dedicata a speculazioni sulle possibili motivazioni dei russi per farlo. Perciò, esso ha più l'apparenza di una manovra diversiva per compensare il mucchio di niente di nuovo che porta sul tavolo.

Forse la cosa più sorprendente del rapporto - e forse un risultato della pochezza di prove dell'accusa di "hackeraggio" - è che ben un terzo delle sue pagine è dedicato ad una critica decisamente poco sofisticata verso l'emittente televisiva russa RT.

Cos'ha di tanto corposo su RT l'Intelligence Community americana, finanziata con 80 miliardi di dollari all'anno? Una delle maggiori lamentele è che RT mina la democrazia americana quando "mette in onda, ospita e promuove dibattiti tra i candidati di altri partiti..." Dovremmo credere che la Russia ha minato il nostro sistema politico fornendo voce a partiti americani ufficiali ma minori? La democrazia è minata dando spazio al processo democratico?

Il rapporto dell'Intelligence Community accusa anche due programmi di RT, “Breaking the Set” e “Truthseeker”, di aver minato la fiducia degli americani nel sistema elettorale americano. C'è un problema: questi programmi non vanno in onda da più di un anno.

RT è colpevole di minare la democrazia americana, il rapporto spiega, perché un reporter di RT è andato all'ambasciata dell'Ecuador a Londra per intervistare il direttore di Wikileaks Julian Assange, che vi riceve asilo dal 2012. Presumibilmente, questo rapporto è stato scritto prima che Sean Hannity, il noto conduttore conservatore di Fox News, facesse esattamente la stessa cosa la settimana scorsa... oppure Hannity avrà qualche spiegazione da dare. 

Il Cremlino finanzia RT con fondi nell'ordine di 190 milioni di dollari all'anno, afferma il rapporto, e l'audience continua a crescere.  Il rapporto non fa menzione del fatto che il governo americano spende ampiamente di più - 780 milioni di dollari previsti per il 2017 - per la sua propaganda in tutto il mondo, tramite il Broadcasting Board of Governors. Fa quello che diciamo, non quello che facciamo. Anzi, come ha detto ieri al senato il Direttore della Intelligence Nazionale James Clapper, evidenziare l'ipocrisia americana è indicativo in se stesso di una operazione di influenza russa in atto.

Un altro problema delle agenzie di intelligence con RT è che RT parla dello stato di sorveglianza creato da quelle stesse agenzie di intelligence. Il rapporto afferma: "i servizi di RT spesso caratterizzano gli Stati Uniti come uno 'stato di sorveglianza' e sostiene ci siano ampie violazioni delle libertà civili". Quindi RT è colpevole di essere uno strumento del Cremlino per minare la nostra libertà perché mette in evidenza che il governo americano ha già minato la nostra libertà?

RT è sulla lista nera dell'Intelligence Community americana perché "alcuni dei conduttori di RT hanno equiparato gli Stati Uniti alla Roma imperiale". Si tratta davvero di uno shock così forte per i delicati telespettatori americani? Secondo un recente sondaggio del Charles Koch Institute, gran parte degli americani sono contrari alla politica estera interventista di Washington. Anche i Koch sono sul libro  paga del Cremlino?

Poi, RT sarebbe malevola perché evidenzia che il progetto dei neocon di importare jihadisti in Siria per rovesciare il governo secolare siriano non è stata un'idea così buona. Scrive il rapporto: "RT è una voce mediatica importante contro l'intervento occidentale nel conflitto siriano".

Come è riuscita l'industria dello spionaggio americana da 80 miliardi di dollari all'anno ad uscirsene con intuizioni così brillanti sulla malvagità della Russia in generale e di RT in particolare? Come scrive su Twitter Wikileaks, il "rapporto desecretato del governo americano sugli attacchi informatici russi contiene un curioso disclaimer: le affermazioni sono basate sull'aver visto la televisione e aver letto messaggi Twitter".

La versione riservata di queste valutazioni dell'Intelligence Community deve essere altrettanto poco convincente della versione mostrata a tutti noi: oggi, dopo una speciale riunione di intelligence, il presidente eletto Donald Trump ha rilasciato una dichiarazione senza  accenno alcuno a riusciti hackeraggi dei russi delle elezioni americane. Il più lontano a cui Trump si è spinto è stato dire che: "La Russia, la Cina, altri paesi, gruppi esterni e individui stanno continuamente cercando di penetrare la cyber-infrastruttura delle nostre istituzioni governative, delle aziende e organizzazioni" - una constatazione che non sorprenderebbe nessuno, in quanto si tratta delle stesse esatte attività a cui si dedicano le agenzie di intelligence  in tutto il mondo.

"La Russia ha hackerato le nostre elezioni" è una storia finalmente morta e sepolta, allora? Non contateci.

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