(26 novembre 2016)

Uno dei ritornelli del giorno è quello delle "fake news". La propaganda degli organi di mainstream, una volta perse le elezioni, ora taccia tutti i siti non allineati di pubblicare "notizie false".  Da quale pulpito!!!

La situazione sta raggiungendo vette di assurdità difficili da prevedere, anche per chi da tempo ha rinunciato a qualsiasi aspettativa nella dignità dei personaggi coinvolti.

C'è stata persino una risoluzione UE che accusa la Russia di infiltrare propaganda in tutta Europa (!). Qui si può leggere un articolo su RT.com a questo proposito.

Oggi Lew Rockwell ha pubblicato questo articolo di Tyler Durden scritto per ZeroHedge ("Il Washington Post cita Drudge, Zero Hedge, & Ron Paul quali 'strumenti di sofisticata propaganda russa anti-Clinton'") da cui traduco qualche brano. L'arrampicata sugli specchi del Washington Post è spettacolare.

[...] Il Washington Post porta avanti con energia la sua narrativa “notizie false, colpa dei russi” come spiegazione del perché il loro candidato ha fallito così miseramente. 

Citando "due gruppi di ricercatori indipendenti" (i quali sicuramente sono provvisti di un buon fondo per le spese legali) che avrebbero riscontrato che "la sempre più sofisticata macchina da propaganda dei russi ... ha ripetuto e amplificato i siti di destra su Internet che dipingevano la Clinton come una criminale", il sito di proprietà di Jeff Bezos elenca Drudge, Zero Hedge, il Ron Paul Institute e numerosi altri siti tra gli "utili idioti" da cui dovrebbero stare in guardia i veri patrioti americani.

“Il modo in cui questo apparato di  propaganda ha supportato Trump è stato equivalente ad un acquisto massiccio di spazio mediatico" ha detto il direttore esecutivo di PropOrNot, che ha parlato in condizioni di anonimato con il Post.

“E' stato come se la Russia gestisse un super PAC per la campagna di Trump.”

[...] Il presidente Obama ha denunciato l'attenzione attratta dalla falsa informazione la settimana scorsa, dicendo: “Se non siamo seri riguardo ai fatti e a ciò che è vero e ciò che non lo è... se non sappiamo discriminare tra argomenti seri e propaganda, allora abbiamo un problema". E come riporta The Hill, un sofisticato sforzo di propaganda dei russi ha contribuito a fomentare la diffusione di notizie finte durante il ciclo elettorale, ha scritto il Washington Post giovedì:

Due gruppi di ricercatori indipendenti hanno trovato che la Russia ha impiegato migliaia di botnet, "troll" umani su Internet e reti di siti web e account sui social media, per iniettare contenuti falsi nella discussione politica online e amplificare la diffusione di articoli dai siti di destra.

“Essi vogliono essenzialmente erodere la fiducia nel governo degli Stati Uniti o negli interessi del governo degli Stati Uniti",  ha detto Clint Watts, membro del Foreign Policy Research Institute e tra gli autori di una relazione sulla propaganda russa.

“Era il loro obiettivo standard durante la Guerra Fredda. Il problema è che era difficile farlo prima dei social media.”

Il Washington Post afferma – senza ironia – che ci sono ora studi scientifici i quali mostrano come i russi hanno influenzato le elezioni del 2016:

Il flusso di “fake news” in questa stagione elettorale ha trovato supporto da una sofisticata campagna di propaganda russa che ha creato e diffuso online articoli fuorvianti con l'obiettivo di denigrare la Democratica Hillary Clinton, aiutare il Repubblicano Donald Trump e minare la fiducia nella democrazia americana, affermano i ricercatori indipendenti che hanno analizzato le tracce di  questa manovra.

La sempre più sofisticata macchina da propaganda della Russia — che include migliaia di botnet, squadre di "troll" umani pagati, e reti di siti web e account sui social media — ha dato eco e amplificato i siti di destra su Internet che dipingevano la Clinton come una criminale che nascondeva problemi di salute potenzialmente fatali ed era pronta a cedere il controllo della nazione a una cabala nascosta di finanzieri globali. Questi sforzi erano mirati anche ad amplificare l'impressione di tensioni internazionali e a promuovere la paura di incombenti ostilità con la Russia, una potenza nucleare.

Due squadre di ricercatori indipendenti hanno concluso che la Russia ha sfruttato le piattaforme create dalla tecnologia americana per attaccare la democrazia USA in un momento particolarmente vulnerabile, in quanto un candidato emergente ha raccolto un ampio spettro di proteste nella corsa alla Casa Bianca. La sofisticatezza delle tattiche russe può rendere più difficili gli sforzi di Facebook e Google per dare un giro di vite sulle “fake news", come hanno promesso di fare dopo diffuse lamentele riguardo a questo problema.

La relazione di PropOrNot, fornita al Post, identifica più di 200 siti web che continuamente infondono propaganda russa ad almeno 15 milioni di americani, e hanno trovato che le storie false pubblicate su Facebook sono state viste più di 213 milioni di volte. Potreste restare sorpresi da alcuni dei siti nella lista (sembra che persino i siti di finte notizie satiriche siano propagandisti )…

Invito a leggere l'incredibile lista del sito PropOrNot nel link sopra. Ci sono praticamente tutti, da LewRockwell.com al RonPaulInstitute, naturalmente Infowars, poi Paul Craig Roberts, persino David Stockman. D'accordo che questo è un piccolo sito italiano con quattro lettori, ma non essere su quella lista è quasi un disonore!

Quindi, in altre parole, ora chiunque sia qualcosa di diverso da un drone progressista è un infiltrato dei russi? McCarthy sarebbe orgoglioso.

Come spiegano gli “scienziati”, riportare i fatti equivale ad essere un "utile idiota":

Si noti che i nostri criteri considerano solo i comportamenti. Ciò significa che le caratteristiche degli organi di propaganda che identifichiamo sono agnostiche in termini di motivazioni.

Per gli scopi di questa definizione non importa se i siti elencati qui sono consapevolmente diretti e pagati da funzionari dell'intelligence russa, o se neanche sanno di diffondere propaganda russa in un dato momento: Se soddisfano questi criteri, quanto meno stanno agendo come "utili idioti" in buona fede per i servizi di intelligence russi, e giustificano la necessità di ulteriore esame.

Il che ci ha fatto pensare all'espressione artistica di @SarcasmRobot di come appare la disperazione dell'establishment e dei media al guinzaglio.

 Hillary prop

 

Dunque, si insinua che chi ha preferito le fonti di informazione che "dipingevano la Clinton come una criminale che nascondeva problemi di salute potenzialmente fatali ed era pronta a cedere il controllo della nazione a una cabala nascosta di finanzieri globali" e "[miravano] anche ad amplificare l'impressione di tensioni internazionali e a promuovere la paura di incombenti ostilità con la Russia, una potenza nucleare" sia un utile diota per i servizi segreti russi!

Ma quelle sono semplicemente interpretazioni (piuttosto ovvie) basate su fatti a disposizione di tutti. Fatti che neanche la Clinton stessa ha cercato di negare! O meglio, ad esempio nel caso del collasso dell'11 settembre 2016, ha dovuto ammettere di aver tenuto nascosta una diagnosi di ... polmonite, che in realtà "aveva colpito anche parte del suo staff". Per chi riesce a credere una cosa simile.

Sembra davvero il "Ministero della Verità" di orwelliana memoria. "E' vero solo quello che diciamo noi, e tutti gli altri che dicono cose diverse li mettiamo all'indice".

Tyler Durden conclude il suo articolo sottolineando che questa nuova giravolta nella narrativa dei media di mainstream non farà che accelerare il crollo della loro credibilità agli occhi del pubblico americano. In questo mondo alla rovescia, sembra che gli stessi media stiano persino lanciando l'allarme dicendo che l'amministrazione Trump censurerà la "stampa libera" e le voci dissenzienti!

Intanto la lista dei siti di "propaganda russa" di cui sopra ha ottenuto solo l'effetto di generare post e video che ne parlano con satira feroce.  Ma è il caso di ricordare che il Washington Post è un quotidiano di proprietà di Jeff Bezos, cioè il proprietario di Amazon. Sono coinvolti Facebook e Google. Gran parte degli organi di informazione tradizionale. La battaglia è ancora lunga.

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Update (29/11/16)

Si continua a parlare dell'articolo del Washington Post ancora giorni dopo. Paul Craig Roberts ha scritto una lettera ironica al presidente Putin: "ora che la mia copertura è stata smascherata potrei avere un passaporto?".

Lew Rockwell racconta ("Noto giornalista di Rolling Stone attacca il Washington Post") che pure un giornalista di Rolling Stone (pubblicazione decisamente anti-Trump) è rimasto di stucco dall'assurdità di quanto scritto dal Post.

Update (04/12/16)

Ancora se ne parla. Oggi un articolo su RT.com: "Vice-direttore dello Spectator: la narrativa del media di mainstream sulle 'fake news' dalla Russia uccide il reale dibattito"

Update (05/12/16)

Anche Gary North ci è rimasto male (per non essere citato nella lista!): Mi hanno imbrogliato! (su LewRockwell, 5/12/16, originale il 28/11/16), in un interessante articolo sulle future insidie per la presidenza Trump

Un pezzo di qualche giorno fa (2/12/16) anche dal Ron Paul Institute: Obama sarà accusato di essere un agente russo per aver detto che le elezioni americane riflettono la volontà degli elettori americani?, in cui leggiamo: "La camera dei deputati USA ha approvato l'Intelligence Authorization Bill per il 2017 questa settimana, con una disposizione che impegna la Casa Bianca a creare una forza speciale per contrastare le "misure attive" della Russia mirate a minare il sistema politico americano". Daniel Mc Adams ricorda che non è stata prodotta ancora una sngola prova che la Russia abbia effettivamente interferito nelle elezioni.

Update (06/12/16)

Si continua a parlare di quella lista. Butler Shaffer, in PropOrNot non identifica alcuna propaganda russa (LRC blog, 5/12/16): "PropOrNot è il gruppo che ha realizzato 'La lista' di 200 'organi di propaganda russa'. La cosa strana è che quanto da loro pubblicato non identifica né prova un singolo caso di propaganda russa che abbia avuto effetti". Anche Paul Craig Roberts ne ha scritto: Il McCarthyismo sta scoppiando dappertutto (RPI, 2/12/16), riprendendo l'articolo di Pat Buchanan in cui l'autore risponde al Washington Post ricordando che il governo americano è sempre stato uno dei maggiori disseminatori di "notizie false".

Quella lista e l'articolo sul Washington Post testimoniano un punto così basso per i media di mainstream da sbalordire tutti quanti. Probabilmente degno della propaganda sovietica, verso la fine dell'URSS, quando proprio nessuno ormai ci credeva più.

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