di James Mullin (LewRockwell.com , 19 novembre 2016 - originale su American Thinker, 18/11/16)

Se siete un giocatore di basket a cui è stato affidato il compito di far perdere intenzionalmente una partita in cui giocate, è una cosa estremamente deleteria se vi slogate una caviglia poco prima e non siete in grado di giocare. Certo, non è colpa vostra, ma è probabile che abbiate ricevuto denaro in anticipo per i vostri servizi, e non essere in grado di giocare equivale a mancato rispetto del contratto. Dato che "l'altra parte" in questo contratto può essere composta da tipi piuttosto loschi con un senso dell'umorismo poco sviluppato, voi, il giocatore lasciato da parte, potreste trovarvi in una situazione molto difficile.

Mi sentirei di azzardare che un gran numero di sostanziali "donazioni" alla "fondazione" della signora Clinton siano state fatte nell'assunzione che Hillary sarebbe diventata presidente. L'entità e la provenienza delle donazioni suggeriscono che le donazioni siano state fatte assumendo che un giorno sarebbero state ripagate da favori presidenziali. Non favori a livello di Segretario di Stato, ma favori da massimo potere esecutivo. Ed ecco che arriva l'8 novembre e accade l'impensabile. Abbiamo ora una situazione in cui è stato pagato denaro, ma il favore non può essere ricambiato.

Dal momento che i donatori in questo caso potrebbero avere lo stesso poco sviluppato senso di umorismo esistenziale citato nell'analogia sportiva poco sopra, dedurrei che i Clinton potrebbero avere una bella gatta da pelare per le mani in questo momento. Se, per esempio, voi siete la Wahhabi Oil Company e avete donato 20 milioni di dollari per tenere a freno la produzione americana di carbone e gas naturale, per scoprire poi che il vostro agente non è più in grado di farlo, semplicemente date la colpa al fato, alle bizzarrie della politica, alla volontà di Allah? Penso che potreste volere indietro una parte o tutto del vostro denaro. E qui sta il cuore del dilemma.

I Clinton potrebbero voler aumentare la loro aspettativa di vita restituendo detti fondi, ma credo che restituire denaro non sia il loro punto forte. In aggiunta, il nostro prossimo rinnovato Dipartimento di Giustizia potrebbe essere molto interessato in caso vedesse trasferimenti sostanziali di denaro andare e venire dalla Fondazione Clinton, qualcosa che tipicamente non si osserva in organizzazioni come l'Esercito della Salvezza o United Way.

Non ho mai sentito di un candidato presidenziale che abbia organizzato una celebrazione di fuochi d'artificio in anticipo per la notte della vittoria elettorale [N.d.T.: organizzata dalla Clinton a New York e cancellata due giorni prima delle elezioni]. Che una cosa del genere sia trapelata attesta la certezza che la nostra Madame Secretary aveva nell'esito delle elezioni. Dato il grado di rabbia apoplettica della scorsa settimana non solo sui nostri media, ma anche sui media stranieri, mi avventurerei a pensare che il colpo apoplettico abbia potuto estendersi ai donatori della Fondazione Clinton stessa. E quella potrebbe essere una storia supremamente appassionante della quale potremmo non essere mai messi al corrente.

 

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