Bullismo di vicinato....

di Daniel McAdams (RonPaulInstitute, 6 maggio 2016)

Se qualcuno fosse interessato ad un piccolo corso su cosa c'è di sbagliato nella diplomazia statunitense, non avrebbe bisogno di cercare più lontano del discorso di venerdì al Comitato per gli Affari Esteri del parlamento ungherese, pronunciato dall'ambasciatore USA in Ungheria, Coleen Bell. In tipico diplo-speak, c'è stata abbondanza di linguaggio floreale su valori condivisi, andare a pescare insieme nelle stesse acque (?), sdolcinate metafore come "insieme, fuori da quell'inverno, forzeremo la primavera", e chiacchiere su insieme essere "parte della più grande alleanza politica e militare del mondo".

Però non fatevi fuorviare. Dentro il guanto di velluto della Bell c'è un pugno di ferro, pronto a colpire nel caso il governo guidato dal partito Fidesz, di inclinazione fastidiosamente indipendente agli occhi di Washington, compia passi fuori linea su qualche tema importante. E con temi "importanti" si deve comprendere che gli USA intendono i temi che considerano nell'interesse della propria politica estera, non quelli nell'interesse dell'Ungheria.

Il messaggio all'Ungheria: fate quello che diciamo o ve ne pentirete.

La precedente professione dell'ambasciatore Bell era la produzione di soap opera televisive; l'aver raccolto più di due milioni di dollari per l'elezione di Barack Obama le ha fatto "guadagnare" la posizione al vertice della diplomazia americana in Ungheria.

Tuttavia, la ex produttrice televisiva non sa come recitare la sua parte. Ha dato lezioni agli ungheresi sulla Siria, spiegando come Assad e l'ISIS siano egualmente malvagi e entrambi siano colpevoli per il disastro in Siria.

L'ISIS si è diffuso in Siria, ha detto agli ungheresi, perché "sfrutta il caos della guerra civile in Siria, un conflitto che ha causato più di 250.000 morti". Però non fa menzione del fatto che è stato l'appoggio  degli Stati Uniti al"cambio di regime" in Siria - a cominciare almeno dal 2006, come sappiamo da un memo dell'ambasciata USA a Damasco  reso pubblico da Wikileaks - a creare quello stesso caos a cui attribuisce l'ascesa dell'ISIS.

In realtà è propaganda chiamare quello che succede in Siria "guerra civile", dal momento che le forze che combattono contro il governo siriano sono tutte finanziate da potenze straniere come Arabia Saudita, Turchia e Stati Uniti. E' una guerra nascosta contro il governo siriano, non una guerra civile.

Poi l'ambasciatrice dice agli ungheresi che l'ISIS non sarà mai sconfitto in Siria fino a quando Assad non sia rovesciato:

Sappiamo che non potremo sconfiggere Daesh in Siria a meno che non affrontiamo anche la guerra civile e Assad in modo particolare. Perché fintantoché Asad è là, rimane il magnete più potente per attirare combattenti stranieri e reclute per Daesh.

Dà forse per scontato che gli ungheresi siano così stupidi da credere che attaccando e respingendo l'ISIS ormai quasi fino a Raqqa (con assistenza dei russi), il governo siriano di Assad stia favorendo l'ISIS? Se attacca l'ISIS significa che Assad è dalla parte dell'ISIS?

"Da febbraio la cessazione delle ostilità ha ridotto la violenza in Siria, permettendo a milioni di civili siriani di fare i primi passi verso il ritorno ad una vita normale", dice l'ambasciatrice, senza neanche accennare a che cosa ha portato al cessate il fuoco in primo luogo: la partecipazione dei russi insieme all'esercito siriano alla decimazione delle posizioni di al-Qaeda e dell'ISIS nella Siria centrale e nord-occidentale. E' assolutamente bizzarro che nel mondo dell'ambasciatore Bell (e degli scribacchini del Dipartimento di Stato che hanno scritto la bozza del suo discorso) l'intervento russo contro al-Qaeda e ISIS semplicemente non abbia mai avuto luogo, oppure sia stato troppo insignificante per essere citato. 

Ci sono ungheresi così mal informati che crederebbero a tali assurdità?

La Bell ha usato la tragedia in Siria per fare pressioni sull'Ungheria riguardo alla crisi di rifugiati (in gran parte provocata dagli americani). Il primo ministro testa calda dell'Ungheria, Viktor Orban, così come diverse sue controparti in Europa Centrale, ha tenuto testa alle richieste di Bruxelles  (e Washington) affinché l'Ungheria accogliesse decine di migliaia di migranti che hanno dato retta all'invito del Cancelliere tedesco Angela Merkel a venire in Europa per godere di molte cose gratis.

Il mese scorso Orban ha detto alla radio ungherese che se egli accettasse il piano dell'UE per le quote di migranti "non sarebbe stabilito in Ungheria bensì a Bruxelles con chi dobbiamo vivere insieme, e come sarà in futuro la composizione etnica del paese". Egli ha respinto una nozione simile.

"Ogni nazione sovrana ha il diritto e l'obbligo di proteggere i suoi confini", la Bell ha detto al Parlamento ungherese. "Ma ogni nazione, in quanto parte della comunità internazionale, ha anche un obbligo fondamentale di aiuto alle popolazioni rifugiate in cerca di sicurezza".

Traduzione: la vostra sovranità non è stabilita da voi, ma piuttosto è stabilita da noi. E' ben descritto da Orwell in 1984 il meccanismo per il quale una persona può pensare due cose completamente contraddittorie allo stesso tempo apparentemente senza alcun conflitto mentale.

Ma ecco qui dove il pugno di ferro dentro il guanto di velluto della Bell risplende al sole. Ella ha apertamente condannato la posizione del governo ungherese lodando quelli che sostengono la posizione opposta, ovvero l'opposizione ungherese:

Noi elogiamo lo spirito umanitario di leader ungheresi, di personale di polizia e militare, e di semplici cittadini che rispondono alla crisi con generosità e compassione.

Poi la Bell impartisce all'Ungheria gli ordini di marcia di Washington:

Continuiamo a mettere in evidenza che ogni soluzione a queste sfide poste dalla migrazione dovrebbe focalizzarsi sul salvataggio  e sulla protezione delle vite umane, sulla garanzia che siano rispettati i diritti umani di tutti i migranti, e sulla promozione di misure ordinate e umane per la migrazione. Questo include il supporto di tutti i governi degli stati membri all'accordo per i rifugiati siglato tra UE e Turchia.

Traduzione: l'Ungheria deve appoggiare l'accordo tra UE e Turchia per il quale saranno insediati decine di migliaia di migranti nei paesi membri dell'UE, inclusa l'Ungheria stessa. Il problema è che il parlamento ungherese ha esplicitamente respinto i piani di Bruxelles per l'accoglienza forzata di migranti in Ungheria e progetta di tenere un referendum nazionale sulla questione. La Bell sta dicendo qui che i rappresentanti eletti dell'Ungheria e persino gli elettori ungheresi devono essere ignorati per ubbidire agli ordini di Bruxelles.

Arrivando alla Russia, l'ambasciatore Bell ha qualche istruzione per Budapest anche a questo riguardo: Mosca è il vostro nemico e non vi salti in mente di dimenticarlo.

Ha detto ai parlamentari ungheresi:

Come molti ungheresi mi hanno fatto notare, non c'è bisogno di un'introduzione sulla natura dell'aggressione russa. La vostra reazione è sempre stata una dimostrazione di risolutezza. Le nostre armi migliori, infatti, sono risolutezza e solidarietà.

Armi? Una parola un po' pesante.

Orban viene visto a Washington come non sufficientemente entusiasta delle sanzioni alla Russia, che danneggiano gli interessi ungheresi in tema di commercio e attività. L'ambasciatore Bell rende chiaro che l'Ungheria deve aderire alle pretese americane dalla Russia, anche se completamente incoerenti:

Come gli Stati Uniti e l'Ungheria hanno entrambi dichiarato molte volte, la Russia ha una semplice scelta: implementare appieno Minsk o continuare ad avere sanzioni. La Russia deve ritirare armi e truppe dal Donbass; la Russia deve assicurare che tutti gli ostaggi ucraini siano rilasciati; la Russia deve permettere il pieno accesso umanitario ai territori occupati; la Russia deve appoggiare nel Donbass elezioni libere, corrette e monitorate da organismi internazionali, sotto la legge ucraina; e, la cosa più importante, la Russia deve ripristinare la sovranità ucraina.

Quell'ultimo punto deve essere preso come indicazione che la Russia deve ignorare la volontà del popolo di Crimea, il quale ha votato a schiacciante maggioranza per il ritorno alla Russia, dopo essere stata solo 25 anni parte dell'Ucraina indipendente.

Non c'è ragione di preoccuparsi, l'ambasciatore Bell è fiduciosa che Budapest farà tutto quello che Washington le dice di fare:

Ancora più di così, l'Ungheria è dalla stessa parte nelle grandi sfide del nostro tempo, e gli Stati Uniti contano su di voi.

Per rinforzare la loro determinazione, l'ambasciatore americano Bell ricorda agli ungheresi che essi sono parte del "nostro ordine globale" ed elenca i grandi esempi forniti dagli USA, includendo:

Il nostro sistema di norme e istituzioni economiche, politiche e sociali hanno mantenuto la pace e favorito la prosperità per decenni. Che si tratti di legge internazionale, protezione dell'ambiente, regolamentazioni commerciali, leggi anticorruzione, leggi sul lavoro infantile, salvaguardie dei diritti umani, il regime di non proliferazione, sistemi di salute pubblica, istituzioni finanziarie internazionali, forze di pace ONU, o una robusta società civile - queste norme e istituzioni danno vita e stabilità al nostro ordine globale.

Nell'era della NSA che spia americani innocenti, di Guantanamo, delle torture della CIA, di vendite di armi ai peggiori dittatori del mondo (l'Arabia Saudita è un caso), di distruzione dell'ambiente da parte della macchina di guerra USA, di operazioni di "cambio di regime" che violano la sovranità di altri stati, e di aperta aggressione in contrasto con la legge sia americana che internazionale (Libia, ecc.), il suggerimento della Bell per cui il "nostro ordine globale" sarebbe la vetta della civilizzazione dovrebbe far scoppiare a ridere quasi tutti gli ungheresi. Infatti, dalla Libia alla Siria all'Ucraina al Pakistan e all'Afghanistan, il tentativo dell'interventismo americano di forgiare un nuovo ordine con sangue e pallottole passerà alla storia, insieme ai regimi autoritari del ventesimo secolo, come uno dei capitoli più oscuri dell'umanità.

Ecco una versione sintetica del messaggio dell'ambasciatore Bell a Budapest: "essere nostro partner significa che voi fate quello che diciamo, che sia o meno nel vostro interesse".

Buffo, quello è stato il messaggio di Mosca a Budapest dal 1948 al 1989.

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